Pasqua lontano da casa per i circa 21mila rifugiati ucraini arrivati in Grecia negli ultimi 2 mesi
Il campo profughi di Serres nel nord della Grecia (a un'ora da Salonicco) ospita 132 rifugiati ucraini. Per lo più donne e bambini.
Anche se lontane da casa, le rifugiate Tatiana Babaru e Krystyna Scheglova hanno deciso di celebrare la Pasqua ortodossa con le usanze del giorno di festa: dipingere uova, fare candele e preparare dolci tradizionali.
"Il dolore è grande, ma abbiamo pensato ai nostri figli - dice Krystyna - Hanno perso la loro patria, non devono perdere la loro storia, le loro tradizioni. Con le uova di Pasqua, i dolci e le candele vogliamo dare loro un po' di gioia e speranza. Tutto andrà bene e ricostruiremo le nostre vite".
Nel campo vivono 36 bambini, 30 dei quali vanno a scuola. Tutti imparano il greco.
Dal primo giorno in cui sono arrivati a Serres, i rifugiati ucraini hanno sentito il bisogno di andare in chiesa, specialmente durante la Settimana Santa, per alimentare con le preghiere la speranza di una resurrezione del loro Paese travolto dalla guerra.
"Torneremo alle nostre case, ricostruiremo le nostre case e le renderemo più solide - aggiunge Tatiana - Abbiamo avuto delle belle vite e vogliamo riprendercele. Non vogliamo camminare e meravigliarci in terre straniere. Non vogliamo che i nostri figli muoiano".
Negli ultimi due mesi, circa 21.000 ucraini sono arrivati in Grecia. Trascorrono una Pasqua difficile, lontano da casa e da coloro che amano.
La Chiesa ortodossa è al loro fianco.