Guerra delle sanzioni: la Russia chiede pagamenti in rubli

Botta e risposta tra Russia e Paesi occidentali nella guerra delle sanzioni, che si combatte praticamente ogni giorno tra proclami, annunci e minacce, in parallelo a quella reale in corso in Ucraina.
Putin vuole pagamenti in rubli
La mossa più audace di giornata è quella di Vladilmir Putin, che impone agli acquirenti occidentali del gas russo di pagarlo in rubli, visto che; a suo dire, euro e dollari vanno ormai considerate valute compromesse. "Ho preso la decisione di attuare una serie di misure per passare al pagamento in rubli per il nostro gas consegnato a Paesi ostili", ha annunciato il presidente russo, sottolineando che le autorità del Paese avranno una settimana di tempo per attuare le pratiche necessarie a questo cambiamento.
Il Cremlino, però incassa in giornata un duro colpo: Anatoly Čubajs, uno degli architetti delle riforme liberali russe negli anni '90 e oggi inviato speciale per il clima ha rassegnato le dimissioni contestando la scelta di invadere l'Ucraina: secondo diversi organi di stampa, si troverebbe già in Turchia e non avrebbe alcuna intenzione di rientrare in patria. La defezione di Čubajs è particolarmente significativa perché fu proprio lui a favorire l'ascesa di Putin fino alla carica apicale del Paese.
Nuove sanzioni sul tavolo
Sull'altro fronte, l'Unione Europea è determinata a mantenere la pressione economica sulla Russia e pronta a discutere un nuovo pacchetto di sanzioni nella riunione dei Capi di Stato e di governo che si terrà a Bruxelles questa settimana.
Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, intervenuto di fronte alla plenaria dell'emiciclo comunitario, ha promesso coraggio: "Insieme ai nostri partner internazionali abbiamo imposto le sanzioni più pesanti di sempre, colpendo il sistema finanziario russo, paralizzando settori economici cruciali e danneggiando i sostenitori del regime. E siamo pronti a fare di più per togliere i rifornimenti alla macchina da guerra di Putin".
Al contempo le istituzioni europee sono al lavoro per mitigare i contraccolpi sull'economia comunitaria: la commissione ha presentato in giornata un piano per salvaguardare la sicurezza alimentare e uno per contenere l'aumento dei prezzi dell'energia.
Mentre i rappresentanti della politica europea ribadiscono il proprio sostegno agli ucraini, il presidente Volodymyr Zelenskyy si è collegato anche con il Parlamento francese, dopo gli interventi all'Eurocamera, al Congresso degli Stati Uniti, al parlamento britannico e a quello italiano.
In linea con gli ultimi discorsi, Zelenskyy ha toccato le corde patriottiche dei suoi interlocutori, questa volta puntando sul motto nazionale francese: "Questa è una guerra contro libertà, 'uguaglianza e fratellanza". Fra le sue richieste, un'azione incisiva in termini di sanzioni e l'invito alle grandi aziende francesi a lasciare la Russia, con tanto di nomi e cognomi: Renault, Auchan, LeRoy Merlin sono caldamente invitate a sospendere le proprie vendite nel Paese.