"Obbligati a pagare, per lasciare i centri di migranti in Libia"

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"Obbligati a pagare, per lasciare i centri di migranti in Libia". La denuncia di un gruppo di profughi africani, soccorsi nel Mediterraneo: "Violenze, abusi sessuali: eravamo carne da macello". L'ONU: "Possibili crimini contro l'umanità"

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Quattro anni di torture e abusi sessuali e un riscatto da chiedere alle famiglie come unica via di fuga. È la nuova frontiera delle violenze nei centri per migranti in Libia, raccontata all'Associated Press da diversi profughi africani, soccorsi nel Mediterraneo da un'imbarcazione di Medici senza frontiere. 

"Violenze e torture mi hanno piegato: ho pagato e sono libero"

"Sono stato maltrattato e torturato - racconta uno di loro -. E tutto questo, perché non volevo pagare il riscatto che pretendevano dalla mia famiglia. Alla fine mi sono dovuto arrendere: ho pagato e finalmente sono libero. Libero dalla prigionia. Via dalla Libia". "I guardiani non avevano alcuna pietà di noi neri - agginge un altro -. Ci consideravano come carne da macello. Persone ormai senza futuro e senza speranza e con cui potersi quindi permettere tutto". 

ONU: nuovi elementi che accrediterebbero "crimini contro l'umanità"

Denunce che, insieme alle cicatrici iscritte sui loro corpi, potrebbero secondo le Nazioni Unite provare dei crimini contro l'umanità. Indizi che si aggiungono a quelli già emersi da un rapporto ONU della scorsa settimana, proprio sulle violenze subite dai migranti intercettati in mare e rispediti in Libia.

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