L'isola libica di Farwa: dal sogno all'incubo

Un'isola paradisiaca, al largo della Libia, che rischia di scomparire. Farwa, una volta conosciuta per le sue spettacolari acque cristalline e la sua eccezionale fauna selvatica, potrebbe essere l'ennesima vittima "dell'illegalità" nel Paese nordafricano.
Un banco di sabbia disabitato, lungo 13 chilometri, definito dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), come il "più importante sito costiero e marino nella Libia occidentale, in termini di elevata biodiversità marina e costiera". `È anche una delle aree libiche più importanti per gli uccelli migratori: è una sosta chiave per quei volatili che dall'Africa vanno in Europa, attraversando il Meditterraneo.
Pesca illegale, turismo e inquinamento
Una serie di minacce, come la pesca illegale e l'inquinamento, mettono in pericolo la sopravvivenza di Farwa. Come se non bastassero i cambiamenti climatici! Basti pensare che alcuni pescatori lanciano vere e proprie granate in acqua, per poter pescare con più facilità. Così però distruggono la biodiversità marina.
Per decenni, a parte le poche gite scolastiche organizzate, pochi visitatori hanno messo piede a Farwa. Muʿammar Gheddafi sognava di costruirci un resort di lusso sul mare, ma non fece in tempo a farlo. Oggi è una meta popolare per i turisti libici, con decine di visitatori ogni fine settimana. E questo non aiuta di sicuro, visto che molti lasciano lì la propria spazzatura.
Un'altra minaccia viene dalla vicina fabbrica petrolchimica di Abu Kammash, che per anni ha disperso metalli pesanti nel suolo e nel mare. Oggi il complesso è in disuso, ma l'impatto del pericoloso inquinamento si sente ancora.
I gruppi ambientalisti stanno facendo di tutto per proteggere Farwa. Vengono organizzate campagne di sensibilizzazione nelle scuole e, in collaborazione con organizzazioni internazionali come il WWF, provano a educare i pescatori, perché non distruggano questo luogo un tempo paradiso della biodiversità.
Basterà tutto ciò?