Pegasus: "Sorvegliati anche 3 leader europei"

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Diritti d'autore Jon Gambrell/AP Photo
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Di Euronews
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Il consorzio giornalistico che ha indagato su Pegasus promette nuove rivelazioni. Montano indignazione e condanna internazionale per il software spia. Edward Snowden: "E' cyberspionaggio a disposizione del miglior offerente". L'israeliana NSO: "Cosa ne fanno le agenzie governative non ci riguarda"

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Bufera sul premier indiano Narendra Modi, reazioni scandalizzate di governi e politica europea e allerta di Edward Snowden sul cyberspionaggio ormai a disposizione del miglior offerente. Pegasus, il software ufficialmente al servizio della lotta a crimine e terrorismo e poi usato per sorvegliare attivisti, avversari politici e giornalisti di oltre dieci paesi tra cui India, Messico, Arabia Saudita, ma anche Francia e Ungheria, alimenta l'indignazione internazionale.

"È del tutto inaccettabile - il commento della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen -. Una situazione contraria a ogni regola in vigore nell'Unione Europea, in materia di libertà dei media. La libertà della stampa è uno dei nostri valori fondamentali. Se confermato, si tratterebbe di uno schema del tutto inaccettabile". 

"Tra gli obiettivi anche 3 capi di Stato e di Governo europei"

Forbidden Stories, il consorzio giornalistico di 16 media internazioni che ha rivelato lo scandalo del software spia, annuncia già che nei prossimi giorni renderà noti i nomi di 13 capi di stato e di governo, fra cui tre europei, oggetto della sorveglianza. Tra i membri del consorzio il Washington Post negli Stati Uniti, The Guardian nel Regno Unito, la Süddeutsche Zeitung in Germania, Le Monde e FranceInfo in Francia. Per diversi mesi, 80 giornalisti hanno analizzato 50.000 numeri di telefono inseriti nel sistema di Pegasus da clienti della NSO, la società israeliana che produce il software. Fare parte di queste liste non significa però automaticamente fare oggetto della sorveglianza da parte del software spia. Per accertarlo, i giornalisti del consorzio si sono fatti consegnare - e hanno analizzato grazie anche al Security Lab di Amnesty International - i telefoni di 67 fra le persone presenti sulle liste. Tra loro 37 presentavano sintomi di "attacco". 

Maglia nera al Messico con 15.000 target. Fra i clienti di Pegasus anche Arabia Saudita India e Ungheria

Tra i governi che hanno fatto ricorso a Pegasus, maglia nera al Messico, con 15.000 potenziali target, tra cui famiglia e entourage dello stesso presidente Andrés Manuel López Obrador. Nel mirino anche politici di praticamente tutti i partiti, attivisti, giudici e numerosi giornalisti. Tra loro Cecilio Pineda, reporter investigativo ucciso nel 2017, quando lavorava a un'inchiesta sui rapporti fra gang e politica. 

Fra gli utilizzatori di Pegasus anche l'Arabia Saudita che ha acquistato il software nel 2017 e se ne è poi servita per sorvegliare avvocato e familiari di Jamal Kashoggi, il giornalista inviso a Riad, assassinato nel 2018 nel consolato saudita a Istanbul.

In India, sorvegliati due numeri di Rahul Gandhi, il principale avversario politico del premier Narendra Modi, ma anche di una trentina di giornalisti. Alcuni di loro avevano in particolare indagato su un giro di mazzette e corruzione che avrebbe accompagnato l'acquisto di 36 caccia Rafale dalla Francia, nel 2016. 

1000 sorvegliati anche in Francia

Per quanto Parigi non rientri fra i clienti della NSO, e non si serva quindi ufficialmente di Pegasus, un migliaio di persone figurano sulla lista dei suoi potenziali target anche in Francia. Tra loro giornalisti della testata indipendente Mediapart, ma anche del prestigioso quotidiano LeMonde, del canale della tv pubblica, France2 e di France24. Le ricerche del consorzio hanno potuto stabilire che il loro inserimento sulle liste di Pegasus è stato effettuato dal Marocco, probabilmente in seguito a posizioni contrarie a Rabat, che avrebbero espresso nell'esercizio del loro lavoro.

Giornalisti nel mirino anche in Ungheria, dove Pegasus sorvegliava tra gli altri Zoltan Varga, magnate e proprietario di un gruppo di media indipendenti, e due reporter di un sito investigativo di Budapest

La società israeliana che produce il software Pegasus nega ogni responsabilità. "Lo vendiamo ad agenzie governative per combattere crimine e terrorismo - la replica a cui in sostanza si affida -. Poi cosa ne fanno non ci riguarda".

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