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Diritti umani, l'allarme dell'Onu: "violazioni a cascata in tutto il mondo"

la responsabile Diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet
la responsabile Diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet Diritti d'autore Martial Trezzini/AP
Diritti d'autore Martial Trezzini/AP
Di Euronews
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Lo ha detto Michelle Bachelet, in apertura del Consiglio per i diritti umani. "Ci vorranno anni per uscire dalla crisi, sarà la missione di questa generazione"

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L'alto Commissario per i diritti umani alle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, ha chiesto lunedì "un'azione concertata" per combattere un grave deterioramento della situazione umanitaria a livello globale.

"Per riprenderci dalla più ampia e grave serie di battute d'arresto dei diritti umani nelle nostre vite - ha detto Bachelet, in apertura del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite - abbiamo bisogno di una visione che cambi la vita e di un'azione concertata per dare seguito".

L'Alto commissario ha sottolineato che "l'estrema povertà, le disuguaglianze e l'ingiustizia sono in aumento" e che "lo spazio democratico e civile viene eroso".

"Navigare per una via d'uscita dalla complessa crisi innescata dal COVID-19 e verso un futuro inclusivo, verde, sostenibile e resiliente sarà il lavoro di questa generazione di leader mondiali, o la loro rovina", ha proseguito.

Bachelet si è detta "allarmata" dal forte aumento delle violenze e dei danni ai civili in Afghanistan , come pure "profondamente preoccupata" per i recenti cambiamenti antidemocratici e incostituzionali nei governi di Ciad e Mali  e "profondamente turbata" dagli eventi che si stanno svolgendo in Etiopia .

L'ONU ha avvertito all'inizio di questo mese che 30.000 bambini rischiano la morte per carestia nella regione del Tigray, dove continua a trascinarsi il conflitto tra le forze federali e il Fronte di Liberazione del Popolo.

Bachelet ha portato all'attenzione del Consiglio le segnalazioni di "gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e gravi violazioni dei diritti umani e abusi contro i civili da parte di tutte le fazioni in conflitto": tali violazioni comprenderebbero esecuzioni extragiudiziali, arresti e detenzioni arbitrarie,  violenze sessuali contro bambini e adulti e sfollamenti forzati.

In Asia, ha affermato che il suo ufficio ha monitorato da vicino l'applicazione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong e "l'impatto agghiacciante che ha avuto sullo spazio civico e democratico, nonché sui media indipendenti".

Un totale di 107 persone sono state arrestate da quando la legge è entrata in vigore il 1 luglio 2020 e 57 sono state formalmente incriminate. Il primo caso verrà processato alla fine di questa settimana.

Bachelet ha anche sottolineato di essere in trattative con la Cina per condurre una visita, che spera includa "un accesso significativo" alla regione dello Xinjiang da dove "continuano a emergere gravi violazioni dei diritti umani".

Secondo ricercatori e governi stranieri, più di un milione di persone, principalmente appartenenti alla minoranza musulmana uigura, sono state confinate nei campi di lavoro. Washington ha affermato che il trattamento riservato da Pechino alla minoranza equivale a un genocidio citando il lavoro forzato, la sterilizzazione forzata, la tortura e le restrizioni alla libertà di religione e credo, alla libertà di espressione e alla libertà di movimento.

La Cina respinge tutte le accuse sostenendo che sta cercando di promuovere lo sviluppo economico e debellare il radicalismo.

In Europa, Bachelet ha avvertito che la situazione "continua a deteriorarsi" in Bielorussia, con restrizioni allo spazio civico, che si traducono nella limitazione e negazione dei diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e associazione; nei raid contro la società civile e i media indipendenti e nella persecuzione giudiziaria di attivisti per i diritti umani e giornalisti.

"Continuiamo a ricevere numerose denunce di arresti e detenzioni arbitrarie, tortura e maltrattamenti", ha affermato.

La responsabile Diritti umani dell'ONU si è detta poi "sgomenta" per le recenti misure in Russia che, secondo lei, "minano ulteriormente il diritto delle persone di esprimere opinioni critiche e la loro capacità di partecipare alle elezioni parlamentari previste a settembre".

Bachelet invitato Mosca a "porre fine alla pratica arbitraria di etichettare individui comuni, giornalisti e organizzazioni non governative come "estremisti", "agenti stranieri" o "organizzazioni indesiderabili"."

Una delle organizzazioni dichiarate "estremiste" dalle autorità russe è la Fondazione Anticorruzione fondata da Alexei Navalny. Il critico del Cremlino sta attualmente scontando una pena detentiva di due anni e mezzo per aver violato i termini della sua libertà vigilata per una precedente condanna mentre si stava riprendendo da un attacco di agenti nervini in un ospedale di Berlino.

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