Afghanistan, cosa implica per l'Europa il ritiro delle truppe?

La Nato si ritira dall'Afghanistan mentre la sicurezza nel paese si fa sempre più precaria
La Nato si ritira dall'Afghanistan mentre la sicurezza nel paese si fa sempre più precaria Diritti d'autore EMILIO MORENATTI/AP
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Di Luke Hurst
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Con la violenza dei talebani e il numero degli sfollati di nuovo in aumento, l'Europa potrebbe doversi aspettare nuove ondate migratorie

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E' un futuro incerto, in una situazione già altamente instabile, quello si trova di fronte l'Afghanistan a pochi mesi dal ritiro delle ultime truppe NATO.

Il recentissimo attacco a una scuola femminile di Kabul, che ha ucciso ben 60 persone, perlopiù giovani ragazze, evidenzia in modo inequivocabile quale pericolo corra un paese che ha avuto sul proprio suolo truppe NATO o statunitensi negli ultimi 20 anni.

Dopo aver scalzato i talebani in seguito all'invasione del 2001, le nazioni occidentali hanno lavorato per costruire l'apparato di sicurezza del paese, preparandolo per un futuro senza forze straniere sul terreno. 

Gli analisti dicono che non è ancora chiaro quale effetto avrà la partenza degli ultimi soldati, ma ci sono chiari rischi per la stabilità del governo assediato di Ashraf Ghani.

L'effetto secondario di un ulteriore rinvigorimento dei talebani e di un eventuale collasso del governo potrebbe essere la propulsione di una nuova ondata migratoria verso l'Europa.

Quattro milioni di persone sfollate

Circa 2,5 milioni di afghani sono già fuggiti dal paese in cerca di sicurezza, dirigendosi in molti casi verso l'Europa. Un ulteriore deterioramento della situazione della sicurezza nel paese potrebbe vedere molti altri fare lo stesso, secondo Jamie Shea, un Associate Fellow dell'International Security Programme al Chatham House un think tank con sede a Londra.

Mariam Zuhaib/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Un uomo piange sul corpo di una vittima dei bombardamenti mortali di sabato vicino a una scuola, in un cimitero a ovest di Kabul, Afghanistan, domenica 9 maggio 2021.Mariam Zuhaib/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

"Se i talebani riescono a prendere il potere - dice a Euronews - potrebbe esserci un gran numero di afghani che semplicemente non vorranno vivere sotto il loro regime. Da un punto di vista europeo questa deve essere una grande preoccupazione"

Shea, un ex funzionario NATO, sottolinea che su 36 milioni di abitanti del paese, quattro sono sfollati. E non è solo la guerra a spingere molti verso l'Europa.

"Negli ultimi dieci anni circa l'Europa ha visto un flusso crescente di migranti afgani. Molti di loro sono fuggiti dal conflitto, ma molti altri sono migranti economici perché il tasso di disoccupazione, secondo la Banca Mondiale, è del 25% circa, mentre il tasso di povertà è aumentato dal 36% al 47%".

Questa è solo una delle ipotesi che le potenze europee dovrebbero considerare, mentre continuano le discussioni su come continuare a sostenere l'Afghanistan una volta che non ci saranno più truppe sul campo.

Un deterrente oltre l'orizzonte

Mentre l'impronta degli Stati Uniti e della Nato in Afghanistan si è andata rimpicciolendo dopo la transizione alla missione Resolute Support, le poche migliaia di soldati rimasti hanno comunque svolto un ruolo vitale nel proteggere le principali città dalle incursioni nemiche.

"Tenere a bada i talebani e mantenere le città sotto il controllo del governo centrale - continua Shea - sarà molto più difficile se non si ha una presenza permanente di sicurezza nel paese"

Lunedì i ministri degli esteri UE si sono incontrati a Bruxelles per discutere la questione, sulla scia dell'attacco a Kabul, di cui finora nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità.

"Dopo i terribili attacchi degli ultimi giorni, è ancora più importante per l'UE chiarire che l'Afghanistan e il governo afgano possono continuare a contare sul sostegno europeo" ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.

Ma come questo sostegno verrà declinato in futuro è ancora in discussione.

Shea dice che potrebbe rappresentare un "deterrente oltre l'orizzonte", strategia che anche Israele avrebbe  usato con grande effetto. "Israele - spiega  - non ha forze permanenti in Libano, o in Iraq, o in Siria, o naturalmente in Iran, ma sono molto abili a cogliere le minacce per se stessi da oltre il confine, e stanno effettuando attacchi aerei, operazioni con droni, operazioni di sabotaggio contro le navi iraniane che portano armi ad Hamas",.

"Il grande interrogativo per Stati Uniti e NATO è se saranno in grado di stabilire un meccanismo di deterrenza nella regione".

"Quindi, se ci fosse il pericolo di un crollo del governo afgano a causa di un mancato accordo di condivisione del potere, se una grande città fosse in pericolo di cadere in mano ai talebani, allora quella forza all'orizzonte, in stile israeliano, potrebbe rapidamente entrare in azione per cambiare l'equilibrio delle forze sul terreno".

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Nick Reynolds, analista di ricerca per la guerra terrestre al RUSI, dice che il supporto potrebbe anche essere sotto forma di addestramento di parti specifiche delle forze di sicurezza afgane - come il personale delle forze aeree - fuori dal paese.

L'Europa è d'accordo con gli Stati Uniti?

La decisione del presidente americano Joe Biden di ritirare tutte le truppe dall'Afghanistan entro l'11 settembre - che segnerà 20 anni esatti dagli attacchi terroristici che hanno scatenato l'invasione iniziale - ha forzato la mano dei suoi alleati NATO.

"Tutti i paesi della NATO coinvolti dipendono dagli Stati Uniti per le basi, in particolare la logistica, la protezione delle forze e le reti di evacuazione medica" spiega Reynolds.

"Senza gli Stati Uniti, non c'è mai stata una vera possibilità per la NATO di rimanere nel paese", dice, sottolineando che indipendentemente dal fatto che ogni nazione sia d'accordo con il ritiro, i paesi coinvolti stanno facendo la "cosa più pragmatica" e mantenendo la solidarietà all'interno della NATO.

In mezzo alle discussioni dell'UE, il capo della politica estera comunitaria Josep Borrell ha detto giovedì scorso che dopo la decisione degli Stati Uniti "quello che dobbiamo fare è affrontare la situazione che si creerà".

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"La violenza in Afghanistan sta aumentando, ed è chiaro che quando gli Stati Uniti si ritireranno, le truppe dell'Unione Europea non potranno rimanere", ha detto Borrell, invitando l'Europa a "prendere decisioni positive per affrontare la realtà".

Per quanto riguarda le prospettive future, Shea indica le lezioni storiche che potrebbero servire da monito quando le forze occidentali si ritireranno.

Rahmat Gul/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Soldati dell'esercito afghano a un checkpoint negli immediati dintorni di Kabul, 17 aprile 2021Rahmat Gul/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

Durante la guerra del Vietnam, "gli Stati Uniti promisero che sarebbero rimasti impegnati lì, ma una volta che il Congresso tagliò il budget l'esercito sudvietnamita crollò entro due anni".

"La lezione tende ad essere che l'esercito continuerà a combattere finché gli europei e gli americani pagheranno".

Ma senza truppe sul terreno, "per quanto tempo realisticamente si continuerà a pagare grandi somme di denaro a Kabul?"

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"Sarebbe stato meglio, a mio avviso, rimanere un paio di anni in più per completare il processo di rafforzamento delle forze di sicurezza afgane", conclude Shea.

Un funzionario della NATO ha detto a Euronews di non poter rivelare i dettagli dell'operazione sul numero delle truppe o le tempistiche esatte per il ritiro, specificando però che "abbiamo intenzione di completare il nostro ritiro entro pochi mesi".

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