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Burundi, l'Unione europea pronta a revocare le sanzioni

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Grande soddisfazione da parte del governo locale. DIversi diversi gruppi di attivisti denunciano la "diffusa impunità per gravi violazioni dei diritti umani"

Una buona notizia per il Burundi. L’Unione Europea ha avviato l’iter per la revoca delle sanzioni economiche imposte cinque anni fa nei confronti del Paese. Secondo Bruxelles ci sono stati sviluppi positivi instradati dal presidente in termini di buon governo, stato di diritto e diritti umani”.

A renderlo noto è stato l’ambasciatore dell’Unione europea in Burundi, Claude Bochu, che è stato ricevuto nella capitale Gitega dal capo di Stato Evariste Ndayishimiye. Nel 2016 l’Unione aveva deciso di sospendere gli aiuti sulla base di violazioni dei diritti umani con le quali il governo dell’allora presidente Pierre Nkurunziza, deceduto l’anno scorso, avrebbe reagito a un tentativo fallito di colpo di Stato.

Anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo l’iter è già stato avviato. Sono in programma anche progetti di sviluppo da finanziare nel Paese, tra i quali un piano di “riabilitazione del porto di Bujumbura”, la capitale economica del Paese, dal valore di “60 milioni di euro”.

L’esecutivo locale ha accolto con favore l’annuncio dell’Europa, mentre alcune organizzazioni in difesa dei diritti umani locali e internazionali si sono dette “preoccupate” della decisione. In una lettera inviata a Bruxelles da diversi gruppi, tra i quali Burundi Human Rights Initiative, hanno denunciato che come diverse gravi violazioni dei diritti umani passate e presenti non sono ancora state punite.

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