Bulgaria alle urne nonostante la pandemia: perché tenere d'occhio queste elezioni

Protesta di fronte all'ambasciata tedesca di Sofia, Bulgaria, il 12 agosto 2020
Protesta di fronte all'ambasciata tedesca di Sofia, Bulgaria, il 12 agosto 2020 Diritti d'autore Valentina Petrova/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Difesa dello stato di diritto, corruzione, apertura dei colloqui con la Macedonia del Nord per l'accesso alla UE, le modalità di voto "volanti" durante la pandemia: ecco perché questa tornata elettorale è particolarmente importante.

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La Bulgaria si prepara ad andare alle urne, domenica prossima, per il rinnovo del parlamento - in piena pandemia da Covid-19 e dopo mesi di proteste contro il governo. 

Il primo ministro Boyko Borissov, del partito di centro-destra Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB) al potere dal 2009, guida i sondaggi nonostante le accuse di corruzione endemica che hanno piagato la sua amministrazione. 

Secondo un sondaggio Europe Elects del 21 marzo scorso, il premier - al terzo mandato - otterrebbe il 28.4% delle preferenze. 

La Bulgaria, 7 milioni di abitanti e Paese più povero dell'Unione europea, raramente finisce sui giornali internazionali. 

Ci sono però dei motivi molto importanti per tenere d'occhio le elezioni bulgare, non ultimi: la difesa dello stato di diritto, l'apertura dei colloqui con la Macedonia del Nord per l'accesso di quest'ultima alla UE e le modalità di voto "volanti" durante la pandemia, che sta mietendo migliaia di vittime nei Balcani. 

Partiamo da quest'ultimo punto. 

Votare durante una pandemia

Con quasi 10mila persone ricoverate, un record per il paese, si allestiscono cabine di voto mobili, per consentire a tutti di esprimere il proprio voto il prossimo 4 aprile.

Il dottor Bojidar Chukurlanov, dell'ospedale di Alexandrovska, spiega che verranno allestiti quattro seggi volanti nell'unità di malattie infettive e in altre strutture del nosocomio, che conta di sedici reparti.

Per regolamentare le modalità di voto nelle sezioni mobili sono state disposte norme specifiche, che riguardano tra l'altro gli elettori in regime di quarantena. 

Tanya Tsaneva, della Commissione elettorale centrale, spiega che i membri del seggio indosseranno maschere e tute di protezione per evitare il contagio e gli stessi elettori saranno sottoposti a ulteriori misure precauzionali. Secondo alcuni dati, almeno 60mila persone sono attualmente in quarantena.

Saranno impiegate urne speciali per il voto degli elettori in quarantena, che dovranno prima di tutto riempire una autocertificazione. Un passaggio che complica le cose a chi non dispone di una posta elettronica certificata o di una stampante, e che dovrebbe chiedere a qualcun altro di riempire i documenti al suo posto.

Per altri, come i pazienti risultati positivi nei giorni scorsi, le lungaggini burocratiche potrebbero rendere impossibile esercitare il diritto di voto.

La procedura prevista dalla legge richiede una serie di attività che vanno svolte durante l'orario di lavoro, e altre rendono necessario recarsi agli uffici comunali, ma questi chiudono alle 4 del pomeriggio. Non so a chi chiedere per poter votare, dice una donna.

La Bulgaria è alle prese con la terza ondata di contagi. Preoccupano gli indici di infezione, che nella capitale Sofia e in altre regioni sono superiori ai 1000 casi ogni 100mila abitanti.

Il deterioramento della situazione sanitaria ha spinto il governo a imporre nuove restrizioni il 18 marzo scorso, compresa la chiusura di scuole, università, centri commerciali, cultura e luoghi di sport.

Borissov è stato riluttante ad imporre un lockdown impopolare in vista delle elezioni, nonostante l'impennata dei numeri dei contagi. Nell'ultima settimana, la Bulgaria ha riportato in media 3.670 casi al giorno, indica la John Hopkins University. Il numero di positivi è triplicato in un mese. 

L'OMS ha definito la situazione nei Balcani e nell'Europa centrale "particolarmente preoccupante".

Quanto alla campagna di vaccinazione nel Paese, è stata lenta. Particolarmente lenta. La Bulgaria è infatti in ritardo rispetto alle altre nazioni UE: qui, solamente il 5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, rispetto ad una media europea dell'11%. 

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Secondo Petar Bankov, ricercatore post-doc all'Università di Glasgow, il principale impatto della pandemia sulle elezioni sarà probabilmente nell'affluenza, che si prevede bassa (in assenza di voto per posta o per delega).

"I partiti stanno facendo leva sul sentimento anti-UE", nota Bankov, "Specialmente i populisti di C'è un tale popolo. Dall'altro lato, il governo sta usando la pandemia per i suoi benefici politici". Un esempio è stato l'annuncio dell'allentamento delle restrizioni previsto per giovedì, poco prima delle elezioni. 

Ma c'è chi pensa che l'ansia da Covid-19 possa beneficiare il governo. Dimitar Ganev, analista della società di ricerca Trend, indica ad AFP che gli elettori di solito favoriscono lo status quo in tempi di incertezza.

La contesa politica e le proteste anticorruzione

L'opposizione socialista (BSP), guidata da Korneliya Ninova, è data al 22,9%, anche se una nuova proiezione di mercoledì scorso le assegna più voti rispetto al GERB.  

Uno dei temi più caldi della campagna elettorale è stata la lotta alla corruzione. L'ONG anti-corruzione Transparency International mette la Bulgaria in testa alla classifica delle nazioni più corrotte in Europa. 

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La scorsa estate, migliaia di bulgari hanno manifestato ogni giorno, per mesi, denunciando la corruzione diffusa e radicata, il degrado dello stato di diritto e chiedendo le dimissioni del governo di Borissov e del procuratore capo Ivan Geshev. 

Il premier ha rifiutato di dimettersi, affermando di non poter lasciare in mezzo al caos di una crisi sanitaria ed economica. I manifestanti non sono riusciti ad ottenere elezioni anticipate, e quindi la tornata elettorale di domenica 4 aprile è quella prevista dal normale calendario politico. 

Negli ultimi mesi, tuttavia, il vigore della protesta ha perso slancio, e il sostegno ai tre principali partiti politici che strizzano l'occhio alle richieste di chi è sceso in piazza è stagnante o in calo.

  • L'alleanza di centro-destra Bulgaria Democratica, che attualmente si attesta intorno al 7%, secondo un sondaggio Market LINKS per la più grande rete televisiva privata bulgara, bTV.
  • Alzati! Fuori la mafia!, una coalizione di centro-sinistra formatasi in seguito alle proteste (5-6% di preferenze); 
  • Il partito populista C'è un tale popolo (ITN) che non è sceso in piazza ma ha simpatizzato con il movimento di protesta. Le manifestazioni hanno ricevuto ampia copertura sulla rete televisiva di proprietà del leader del partito e magnate dei media, Slavi Trifonov. ITN si attesta intorno al 16%;

Gli effetti delle proteste stanno diminuendo a causa della mancanza di una figura o di un'entità politica unificante, indica Bankov. Per questo "non dovremmo sopravvalutare gli effetti del movimento di protesta" nei sondaggi.

I sondaggi suggeriscono un risultato dominato dall'incertezza e si prevede che diversi nuovi partiti minori possano entrare in Parlamento per la prima volta.

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Diverse sono le opzioni di coalizione possibili, e non è esclusa una nuova tornata elettorale in autunno in caso di stallo politico prolungato. 

Intervistata da Euronews prima delle elezioni, Maria Mateva - attivista di Giustizia per Tutti, in piazza fin dal primo giorno - ci ha detto che secondo lei la posta in gioco non potrebbe essere più alta. 

"Abbiamo vissuto in uno status quo per molto tempo (...), uno status quo che mantiene livelli di corruzione molto alti. Penso sia molto importante dare un segnale di rottura". 

Mateva tuttavia non si è detta molto ottimista sul risultato finale. "Credo che il nostro governo, arrogante e poco qualificato, farà del suo meglio per sabotare il voto e rimanere al potere".

"I protocolli elettorali sono più complicati che mai. Alle commissioni mancheranno alcuni membri esperti a causa della pandemia, e i sostituti faranno parte dei partiti al potere". Sospettando brogli elettorali, l'attivista si è offerta volontaria come osservatrice nelle procedure di scrutinio. 

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I finanziamenti europei, àncora di salvezza per il governo

Gli eurodeputati a Bruxelles e Strasburgo si sono schierati con i manifestanti bulgari, votando una risoluzione in ottobre 2020 volta a difendere i principi democratici.

"Il Parlamento europeo si rammarica profondamente che gli sviluppi in Bulgaria abbiano portato a un significativo deterioramento del rispetto dei principi dello stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali, tra cui l'indipendenza della magistratura, la separazione dei poteri, la lotta contro la corruzione e la libertà dei media", si legge nella risoluzione.

Ma Borissov è ben collegato nei corridoi del potere europeo, ed è membro di lunga data del potente Partito Popolare Europeo (PPE). Quasi impossibile dunque per Bruxelles alzare di più la voce contro il premier in carica. 

Secondo Mateva, l'Unione europea avrebbe dovuto mettere in atto meccanismi vincolanti più severi per garantire il rispetto dello stato di diritto nel suo paese. "Sono molto contenta di tutte le raccomandazioni, di tutti i rapporti, ma ad essere onesti, nel nostro caso, non forniscono i risultati sperati". 

"La percezione di molti bulgari è che i finanziamenti europei forniscano un'àncora di salvezza al governo", le fa eco Bankov. 

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L'esperto ha accolto con favore il nuovo meccanismo dello stato di diritto,  che lega il rispetto dei valori democratici fondamentali europei con l'elargizione dei finanziamenti. "Sarebbe una molla che potrebbe potenzialmente funzionare per la Bulgaria", anche se la condizionalità dei fondi UE si è attirata le ire dei Paesi dell'Europa dell'est e del blocco Visegrad.

I difficili colloqui di adesione della Macedonia del Nord

Le elezioni in Bulgaria potrebbero influenzare l'esito dei negoziati di adesione all'Unione europea da parte della Macedonia del Nord. Nel novembre dello scorso anno, le autorità bulgare hanno posto il veto all'apertura dei negoziati. 

La Bulgaria insiste che la Macedonia del Nord riconosca formalmente che la sua lingua ha radici bulgare, e che elimini ciò che definisce retorica anti-bulgara nel discorso pubblico. Solo allora ritirerà le  sue obiezioni all'adesione del piccolo Paese confinante all'Unione europea. 

Settimana scorsa, i deputati hanno votato una risoluzione per fare pressione su Sofia affinché tolga il suo veto ai negoziati. 

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Ricordando "l'approccio cooperativo e costruttivo della Macedonia del Nord durante le fasi negoziali", gli eurodeputati "hanno invitato i due paesi a raggiungere un compromesso su un piano d'azione che includa misure concrete".

Bankov indica ad Euronews che esiste un "consenso tra opposizione e governo sulla posizione bulgara" rispetto all'adesione della Macedonia del Nord.

Bisogna vedere se il partito anti-macedone VMRO riuscirà o meno a entrare in parlamento. Al momento si attesta intorno alla soglia del 4%.

"Se riescono ad entrare in parlamento, potrebbe essere più facile andare avanti con l'attuale coalizione (...), il che significherebbe essenzialmente che non ci sarebbero grandi cambiamenti nella posizione del governo sulla Macedonia del Nord".

Al contrario, un governo senza VMRO potrebbe "moderare la sua posizione" in materia, aggiunge lo studioso.

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Russia o Europa?

La Bulgaria, il più stretto alleato di Mosca durante la guerra fredda, è membro della NATO ma rimane fortemente dipendente dalle forniture energetiche russe.

La scorsa settimana, Sofia ha espulso due diplomatici russi dopo che i procuratori bulgari hanno reso noto lo smantellamento di una rete di spionaggio che riferiva a Mosca.

Borissov, che si ritrae come filo-occidentale, ha invitato la Russia "a smettere di fare spionaggio in Bulgaria", ricevendo il sostegno di Washington e Londra.

D'altro lato, l'opposizione socialista è tradizionalmente più vicina alla Russia.

Ma è lo stesso Bankov a sfumare l'opposizione binaria tra un Borissov filo-occidentale e un'opposizione filo-russa. Secondo l'esperto, Borissov è come un "Giano bifronte". 

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"Vuole solo andare d'accordo con tutti. Se dovrà essere anti-russo di fronte ai partner occidentali, lo sarà. Se dovrà essere un po' amichevole nei confronti di Mosca di fronte ad un'altra platea, non esiterà ad esserlo".

Secondo lo studioso, poco cambierà da questo punto di vista con le prossime elezioni. 

Stallo politico incombente

Dalle elezioni bulgare potrebbero emergere almeno tre diversi scenari.  Quello più probabile è una coalizione tra GERB, C'è un tale popolo e VRMO.

Finora, però, C'è un tale popolo ha escluso questa possibilità ed eventuali alleanze con il Partito Socialista o il Movimento per i diritti e le libertà.

Un'altra opzione sarebbe una cosiddetta "grande coalizione" tra GERB e i socialisti. Il partito socialista, tuttavia, finora ha rimandato al mittente questa ipotesi, nonostante alcuni dei candidati socialisti abbiano apertamente detto di essere a favore di un "governo di esperti".

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"Se tutti i partiti che possono potenzialmente entrare in parlamento dovessero mantenere le promesse pre-elettorali, il risultato più probabile sarà uno stallo che porterà a nuove elezioni, in coincidenza con le presidenziali in autunno", conclude Bankov. "Uno scenario sicuramente favorevole a Borissov: GERB è un grande partito e ha le risorse necessarie per gestire diverse campagne nazionali allo stesso tempo".

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