Sofia: 42° giorno di proteste, uova e pomodori lanciati contro il ministero degli Interni

Le proteste antigovernative in Bulgaria sono entrate nel loro 42° giorno consecutivo, ma qualcosa comincia a scricchiolare.
"No alla violenza contro donne e bambini"
Soprattutto dopo quello che è accaduto la sera dello scorso 17 agosto.
Un alterco tra un gruppo di manifestanti e una madre, con i suoi due figli, che ha tentato di forzare il blocco vicino all'Ambasciata di Romania, ha causato l'apertura di un'indagine da parte del ministero degli Interni bulgaro.
La polizia, non presente sul luogo della discussione tra i manifestanti e la donna, ha dichiarato che il blocco non era stato annunciato in anticipo e quindi era da considerarsi illegale.
In risposta a quanto avvenuto, è stata organizzata una contro-manifestazione pacifica proprio all'incrocio vicino all'Ambasciata romena, all'insegna del motto "No alla violenza contro donne e bambini".
Gran parte dei manifestanti "duri e puri", però, non ha preso bene l'apertura di un inchiesta da parte del ministero degli Interni e, ieri sera, l'edificio è stato letteralmente bersagliata dal lancio di uova e pomodori.
Borissov prende fiato
Questi scricchiolii nella uniforme protesta popolare bulgara non fa che ringalluzzire un po' il premier Bozko Borissov, altrimenti "assediato" politicamente dalla richiesta di dimissioni da parte dell'opposizione e degli stessi manifestanti.
La richiesta del movimento che organizza le proteste, del resto, sono note: le dimissioni di Borissov e del potente Procuratore Capo Ivan Geshev, ma anche nuove elezioni con il metodo del voto elettronico, per evitare brogli.
Le proteste continuano a Sofia, a Plovdiv e in altre città della Bulgaria.
Il "fronte" del Ponte delle Aquile
Il Ponte delle Aquile (Orlov Most, in bulgaro) è lo snodo cruciale delle manifestazioni a Sofia, dove si trova la tendopoli più grancde, che ormai impedisce l'accesso al resto della capitale.
Qui i manifestanti hanno realizzato un "Monumento della Libertà", utilizzando un binario a scartamento ridotto, pietre da pavimentazione e una bandiera bulgara.
I tre incroci principali del Ponte delle Aquile, di piazza Nezavisimost e dell'Università di Sofia rimangono tutti bloccati dalle tendopoli dei manifestanti.
Nonostante la pioggia battente e la grandinata che ha lasciato alcune tende danneggiate, i manifestanti hanno ribadito che non se ne andranno finchè le loro richieste non verranno accontentate.
Borissov prova ad arrivare a marzo 2021
Per quanto riguarda le dimissioni del primo ministro, lo scorso venerdi Borissov si è offerto di dimettersi se il Parlamento approverà i suoi piani per l'elezione di una grande Assemblea nazionale, con l'obiettivo di far passare gli emendamenti della Ciostituzionie.
Borissov ha garantito che si dimetterà lo stesso giorno in cui il Parlamento deciderà di procedere in tal senso.
In un discorso televisivo alla nazione, venerdì, Borissov ha cercato di placare i manifestanti che sono in strada da oltre un mese, ma il suo è sembrato solo un tentativo di guadagnare tempo, in vista della fine del suo mandato, prevista per marzo 2021, e delle successive elezioni.