Stile "bastone e carota" per il premier bulgaro Borissov: dopo 28 giorni di proteste anti-governative, offre le sue dimissioni, parla di unità nazionale, ma le sue guardie del corpo usano metodi spicci con manifestanti e giornalisti...
Nemmeno le "presunte" dimissioni di Boïko Borissov smorzano le proteste anti-governative in Bulgaria.
Il premier cerca conforto nei suoi delegati del partito di governo GERB, che sono andati a sostenerlo in un comizio a Sofia.
E' da quel palco che, nel suo stile "bastone e carota", Borissov arriva persino ad offrire ai manifestanti le sue dimissioni.
Solo un bluff?
"Sono pronto ad andarmene"
Dichiara Borissov:
"Sono pronto ad andarmene in qualsiasi momento. Non voglio che ci siano tensioni a causa mia. Noi sosteniamo l'unità della nazione, a qualsiasi costo, perché ci aspettano tempi difficili. E non lo dico solo per spaventare la gente".
L'incidente "diplomatico"
La chiamata all'unità di Borissov non è stata, però, ascoltata dagli addetti alla sicurezza e, durante il comizio del premier, i contestatori (o, semplicemente, i "disturbatori"), sono stati allontanati con le maniere forti. Nessun trattamento di favore neppure per i giornalisti. Anzi...
I body-guard di Borissov hanno spintonato i cronisti che volevano avvicinarsi al palco del primo ministro e sono volati via telefoni e microfono...
Qualcuno avrà dato l'ordine di essere così ruvidi o hanno agito di testa loro?
Fatto sta che poche ore dopo il comizio di Borissov, i manifestanti del gruppo "Giustizia per tutti" - che organizza queste manifestazioni - si sono riuniti per la protesta quotidiana.
Davvero "Bulgarian Lives Matter", come hanno scritto su alcuni striscioni i manifestanti di Sofia...
"Nuove elezioni, il prima possibile"
Commenta il giornalista di Euronews, inviato a Sofia, Damian Vodenitcharov:
"Il primo ministro Borissov ha detto che è pronto a dimettersi. Per i manifestanti, però, questo non è sufficiente. Vogliono le dimissioni dell'intero governo e lo svolgimento di nuove elezioni. Fino ad allora continueranno a bloccare le strade principali di Sofia e di altre città bulgare".
Questi blocchi fanno parte di una nuova strategia di protesta.
Nastimir Ananiev è uno dei manifestanti. Spiega:
"Due settimane fa gli organizzatori hanno annunciato una nuova fase di disobbedienza civile. Così abbiamo bloccato gli ingressi a Sofia e abbiamo costruito questi campi base. Il nostro obiettivo è quello di attirare l'attenzione sulle nostre richieste".
Le richieste, peraltro, sono cambiate poco dal primo giorno di protesta: le dimissioni del governo, ma anche del discusso procuratore capo Ivan Geshev.
Sciopero della fame contro Borissov
Alcuni manifestanti stanno persino facendo lo sciopero della fame.
Una di loro è Vera Ivanova:
"Siamo in cinque che stiamo facendo lo sciopero della fame, ma altri stanno cominciando. Abbiamo convinto un anziano a smettere il digiuno, perché non stava bene di salute. Non vale la pena sacrificare la propria vita per qualcuno come il primo ministro".
Elezioni solo nel 2021
Le prossime elezioni parlamentari in Bulgaria sono previste per la primavera 2021.
I sondaggi, al momento, prevedono pessimi risultati sia per il GERB che per l'opposizione socialista.