Terza notte di proteste e scontri in Bielorussia, dopo l'annuncio della vittoria elettorale di Lukashenko. Il leader regola i conti: manda la polizia a picchiare i manifestanti e ad arrestare gli avversari politici. L'Europa minaccia sanzioni. Servirà come deterrente?
Terza notte consecutiva di proteste a Minsk, in Bielorussia. La repressione della polizia è stata massiccia, nonostante l'Unione Europea abbia messo in guardia il governo di Alexander Lukashenko, minacciando possibili sanzioni.
Più di mille le persone arrestate. Le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco contro un gruppo di manifestanti a Brest, nel sud-ovest del Paese, ferendo una persona. Bloccato anche Internet per diverse ore in tutto il paese.
La Farnesina ha fatto sapere che qualche giorno fa un giornalista italiano è stato fermato e poi rilasciato. Al momento si trova ancora nell'ambasciata italiana a Minsk.
Questa mattina le donne bielorusse sono scese in strada a Minsk per protestare contro la violenta repressione e chiedere la liberazione delle persone arrestate. Lukashenko però tira dritto e promette il pugno duro contro i manifestanti.
Per il presidente bielorusso alla base delle manifestazioni ci sono "persone con un passato criminale e disoccupati. Senza lavoro non gli resta che vagare per strada. Per questo dobbiamo trovare un lavoro a chi non ce l'ha".
"Elezioni farsa!"
Le manifestazioni di protesta sono scoppiate dopo l'annuncio della vittoria di Lukashenko alle elezioni presidenziali di domenica, con l'80% dei voti, secondo i dati ufficiali: secondo l'opposizione ci sarebbero stati evidenti brogli elettorali.
"Una farsa!", hanno gridato i leader dell'opposizione.
Svetlana è in Lituania
La leader indiscussa, Svetlana Tikhanovskaya, si è scusata - con un video - con i suoi sostenitori per essere fuggita dalla Bielorussia. Ora si trova in Lituania, al sicuro.
"Ho subito pressioni fortissime", ha detto.
La responsabile della sua campagna elettorale, Maria Kolesnikova - già impegnata con Viktor Babaryko, altro avversario di Lukashenko, fatto arrestare in giugno - ha dichiarato che tutte le manifestazioni di protesta devono essere pacifiche.
La polizia bielorussa, invece, non è stato molto pacifica: contro i manifestante ha usato le maniere forte, i gas lacrimogeni, le granate stordenti e i proiettili di gomma...
La "sesta volta" di Lukashenko
Intanto il presidente Lukashenko ha inaugurato il suo sesto mandato, è in carica già da 26 anni, partecipando alle prime riunioni con il governo.
Gongolando, con una certa soddisfazione, ha fatto notare che non ci sarà nessuna rivoluzione in Bielorussia....
E il giro di vite contro i manifestanti e la stampa va avanti.
In tutto il paese circa 5.000 persone - tra cui due giornalisti russi - sono state arrestate per aver partecipato alle proteste non autorizzate di questi giorni.
Non è ancora possibile prevedere se, dopo tre giorni, i disordini finiranno per perdere slancio o - viceversa - inaugureranno una nuova era politica in Bielorussia, capace di far cadere lo "Zar di Minsk".