Le Olimpiadi al tempo del covid

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Diritti d'autore Tokyo COI
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Di Alberto De Filippis
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Malgrado le assicurazioni del Cio, in Giappone nessuno crede che le Olimpiadi, già rinviate all'anno prossimo, possano davvero tenersi nel paese del sol levante

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Pronti via, anzi no. Il 24 luglio sarebbe dovuta iniziare l’Olimpiade. Tokyo adesso l’attende per il 23, stesso mese, ma un anno dopo. Sono tanti ancora i dubbi, forse solo un vaccino o un farmaco potrebbe davvero salvare l'appuntamento.

Sembrano lontanissime le dichiarazioni di Jacques Rogge, allora presidente del Comitato Olimpico Internazionale quando annunciò il paese ospitante.

Oggi il presidente del Cio, Thomas Bach,  è convinto che: "Questi Giochi Olimpici di Tokyo dovranno essere e saranno la luce alla fine del tunnel in cui si trova tutta l'umanità in questo momento". 

Ma i giapponesi, popolo ligio alle regole non vogliono che il paese si trasformi in untore. Nessuno da queste parti crede che il covid sparirà da qui a un anno.

Così un ragazzo:  "Non credo che dovrebbero andare avanti. Non credo che (il coronavirus) si risolverà tra un anno. Fra quattro anni c'è già un altro paese ospite - spero che si possa considerare (Tokyo) come paese ospite per un'altra occasione".

Intanto il tempo passa, gli atleti invecchiano e cercano di allungare la carriera verso un traguardo sempre più mobile, che viene spostato e che potrebbe anche non esserci. Gli azzurri ad esempio, hanno 2/3 del contingente qualificato. Ma fra una anno, o forse di più, le cose potrebbero cambiare.

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