Malgrado le assicurazioni del Cio, in Giappone nessuno crede che le Olimpiadi, già rinviate all'anno prossimo, possano davvero tenersi nel paese del sol levante
Pronti via, anzi no. Il 24 luglio sarebbe dovuta iniziare l’Olimpiade. Tokyo adesso l’attende per il 23, stesso mese, ma un anno dopo. Sono tanti ancora i dubbi, forse solo un vaccino o un farmaco potrebbe davvero salvare l'appuntamento.
Sembrano lontanissime le dichiarazioni di Jacques Rogge, allora presidente del Comitato Olimpico Internazionale quando annunciò il paese ospitante.
Oggi il presidente del Cio, Thomas Bach, è convinto che: "Questi Giochi Olimpici di Tokyo dovranno essere e saranno la luce alla fine del tunnel in cui si trova tutta l'umanità in questo momento".
Ma i giapponesi, popolo ligio alle regole non vogliono che il paese si trasformi in untore. Nessuno da queste parti crede che il covid sparirà da qui a un anno.
Così un ragazzo: "Non credo che dovrebbero andare avanti. Non credo che (il coronavirus) si risolverà tra un anno. Fra quattro anni c'è già un altro paese ospite - spero che si possa considerare (Tokyo) come paese ospite per un'altra occasione".
Intanto il tempo passa, gli atleti invecchiano e cercano di allungare la carriera verso un traguardo sempre più mobile, che viene spostato e che potrebbe anche non esserci. Gli azzurri ad esempio, hanno 2/3 del contingente qualificato. Ma fra una anno, o forse di più, le cose potrebbero cambiare.