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UK, ricomincia il braccio di ferro fra il Parlamento e Boris Johnson

UK, ricomincia il braccio di ferro fra il Parlamento e Boris Johnson
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Di Simona Zecchi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Si torna all'impasse di prima con i tre scenari classici: un'uscita senza accordo, un ulteriore rinvio, oppure un'uscita con accordo

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Il parlamento britannico mette indietro le lancette dopo la decisione della corte suprema. Si torna al 9 settembre quando tutto si è fermato. Nelle prossime sessioni, e fino al 31 ottobre, la data in cui il Regno Unito uscirà automaticamente dall’UE con o senza accordo, a Westiminster si cercherà di influenzare il corso degli eventi continuando il braccio di ferro con il premier Boris Johnson. L'opposizione chiede a piena voce la sua testa, dopo l'ennesima sconfitta politica da lui subita.

"Boris Johnson", ha affermato il leader dei laburisti Jeremy Corbyn, "non è adeguato al ruolo di primo ministro, è un figlio delle elite britanniche più privilegiate che disprezza la democrazia e che ha chiuso il Parlamento senza ragione".

Dal canto suo Johnson, come ha ribadito dal palazzo di vetro di New York, dove si trovava come gli altri leader mondiali per il summit sul clima dell'Onu, ha ribadito la sua volontà di andare avanti con la procedura sulla Brexit il prossimo 31 ottobre, pur rispettando, ha detto, "la decisione della Corte Suprema", che ha dichiarato illegale il periodo di sospensione imposto dal premier Tory.

I "pro-Brexit" insistono sul fatto che il Regno Unito lasci l'Unione europea "comunque vada" entro il 31 ottobre, gli "anti-Brexit" temono invece che Johnson possa non conformarsi alla sentenza della Corte.

Intanto, subissato da richieste di dimissioni da parte dell'opposizione, il Premier ha fatto ritorno in fretta e furia a Londra, interrompendo un viaggio volto a presenziare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Chissà cosa penserà ora la Regina, a causa della brutta figura causatale dall'aver controfirmato la sospensione del Parlamento...

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