In corso nella capitale belga la terza conferenza internazionale sulla Siria. "Dignità per i rifugiati siriani", chiedono Ue e Onu. Intanto continua la battaglia nell'ultima enclave del Califfato
Prosegue labattaglia per la riconquista di Baghouz - ultimo bastione del Califfato in Siria - tra miliziani dello Stato Islamico e Forze Democratiche Siriane. Nelle ultime 24 ore, almeno 3000 jihadisti si sono arresi alle forze arabo-curde, sostenute dagli Stati Uniti.
Intanto la crisi siriana approda per la terza volta a Bruxelles, dove si tengono due giorni di conferenza internazionale, organizzata da Unione Europea e Nazioni Unite.
"Rischiamo di entrare in una zona "no guerra, no pace", che non costituisce una base solida, perché i siriani si sentano a casa nel loro Paese e perché il Paese esca dalla crisi", dichiara Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza. "Per costruire la pace e fermare la guerra ci vuole un processo politico, guidato dall'ONU".
Gli obiettivi di Ue e Onu
Preservare la dignità dei rifugiati siriani e aiutarli nella ricostruzione del Paese, dopo otto anni di guerra. E' quanto chiedono Unione europea e Nazioni Unite.
"L'attuale situazione in Siria è complicatissima", dichiara ai nostri microfoni Khales Erksoussi, segretario generale della Mezzaluna Rossa Siriana. "Dev'essere risolta, così come la situazione nel campo profughi di Al Hol, dove ci sono 72mila persone e altre ne stanno arrivando. E poi c'è il problema dei foreing fighters. E' necessaria una soluzione umanitaria per tutte quelle persone".
Durante l'ultima conferenza, tenutasi nell'aprile 2018, 35 Paesi e l'UE misero sul piatto 3,5 miliardi di euro, investiti poi nel corso dell'anno in attività umanitarie, sviluppo e stabilizzazione nella regione.