In Danimarca la reintroduzione del controllo dei passaporti scoraggia il flusso dei migranti

Ha avuto subito effetto la decisione di Svezia e Danimarca di reintrodurre i controlli al confine.
Lunedì, il primo giorno, sono state trovate con documenti irregolari solo 18 persone. Ma i due governi sono chiamati a rapporto a Bruxelles. Con i rappresentanti di Berlino dovranno discutere di un maggior coordinamento nelle decisioni riguardo alla gestione dei confini interni dell’Unione.
E la misura non sembra molto popolare:
Stanno violando un sacco di regole e di accordi – dice questa pendolare sulla tratta Copenhagen-Malmö – degradano il nostro concetto di umanità e poi che fine fanno i nostri principi sulle libertà individuali?
Lunedì Bruxelles aveva lanciato l’allarme sulla possibile fine di uno dei capisaldi dell’Unione europea, ossia la libera circolazione nei paesi aderenti al cosiddetto spazio Schengen. Martedì la Commissione non sembra più intenzionata a voler andare allo scontro, e fa sapere che, a una prima analisi, la reintroduzione dei controlli sembra in linea con il codice Schengen.
La nuove misure, che saranno in vigore per 10 giorni, costano, al giorno, al governo danese, circa un milione di corone, ossia oltre 130mila euro.
Lilia Rotoloni