In una lettera condivisa in esclusiva con Euronews Next, la confederazione sindacale europea Ces ha lanciato un appello ai governi di tutto il mondo, riuniti per il vertice di Parigi sull'Ai
Uno dei maggiori sindacati europei ha invitato il presidente francese Emmanuel Macron e le istituzioni dell'Ue ad muoversi il prima possibile sulla regolamentazione dell'intelligenza artificiale (Ai). I firmatari temono che un vuoto normativo minaccerebbe il funzionamento del mercato del lavoro e della società.
La lettera è stata inviata lunedì a Macron della Confederazione europea dei sindacati (Ces), che rappresenta 45 milioni di lavoratori in tutta Europa. Una scelta non casuale: capi di Stato, aziende e ricercatori sono al momento riuniti a Parigi per l'Ai action summit.
Il contenuto della lettera sulla Ai della Ces
Il sindacato afferma che: "qualsiasi impatto positivo dell'intelligenza artificiale sui lavoratori e nella società verrà meno, se l'Ai sarà monopolizzata da un numero limitato di aziende tecnologiche".
Si avverte inoltre che: "questi gruppi, concentrati solo sul proprio potere e sul profitto, non possono allinearsi ai valori europei e agli interessi delle parti sociali, che mettono al centro la protezione dei lavoratori".
La Ces ha invitato i governi presenti al vertice a regolamentare l'uso dell'Ai sul posto di lavoro, a garantire che i sindacati siano meglio rappresentati nei futuri vertici sul tema, e ad applicare in modo rigoroso le leggi sulla concorrenza, in modo da tenere a bada gli appetiti dei big tech.
Il lavoro ai tempi dell'Ai: opportunità e rischi
Secondo un rapporto di Goldman Sachs del 2023, gli strumenti di Ai generativa potrebbero cancellare fino a 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo, portando un "significativo sconvolgimento" del mercato. A rischiare è soprattutto l'occupazione femminile.
Ma questo sconvolgimento potrebbe anche portare delle opportunità: nel 2020 il rapporto "Future of jobs" del World economic forum valutava che l'automazione avrebbe cancellato 85 milioni di posti di lavoro, ma ne avrebbe creati 97 milioni.
Una previsione forse un po' datata (nel 2020 ancora non esistevano gli attuali strumenti di Ai generativa), ma che dimostra come sia possibile creare un equilibrio fra innovazione e impiego.
Milioni di persone rischiano di essere spostate dall'IA
Domenica, il Ceo di OpenAi Sam Altman ha scritto sul suo blog che: "La storia del progresso ci insegna che le innovazioni migliorano situazione sanitaria e prosperità economica nel medio e nel lungo periodo. Ma sembra che l'equilibrio di potere tra capitale e lavoro possa essere facilmente alterato, e questo potrebbe richiedere misure immediate", ha aggiunto.
Sul palco del vertice di lunedì Christy Hoffman, segretario generale del sindacato Uni global union, ha avvertito che se i lavoratori non saranno coinvolti nei processi decisionali relativi all'Ai, la disuguaglianza potrebbe raggiungere livelli intollerabili.
"Sappiamo dalla storia che una transizione inclusiva verso le nuove tecnologie è possibile, ma che non è garantita. Secondo diverse proiezioni, nei prossimi cinque anni milioni di persone saranno disoccupate a causa dell'intelligenza artificiale. Non possiamo fare finta di nulla", ha detto Hoffman.
"Dobbiamo scegliere che tipo di futuro vogliamo, e deciderlo adesso. Ma non avremo mai il controllo su questi processi senza regole e mettendo al centro i profitti delle aziende, invece che le persone", ha aggiunto il segretario di Uni.