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María Corina Machado non potrà ritirare di persona il Nobel per la pace a Oslo

La leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado a Caracas, Venezuela, il 9 gennaio 2025
La leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado a Caracas, Venezuela, il 9 gennaio 2025 Diritti d'autore  Copyright 2024 The Associated Press. All rights reserved
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Di Christina Thykjaer
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Per la prima volta nella storia, un'esponente dell'opposizione venezuelana riceve il più alto riconoscimento mondiale per la difesa della pace e dei diritti umani. María Corina Machado non potrà recarsi però di persona a Oslo per riceve il Nobel

L'annuncio è arrivato da Oslo lo scorso 10 ottobre, e la sua eco è risuonata in tutto il mondo: María Corina Machado, figura centrale dell'opposizione venezuelana per più di due decenni è stata insignita del Premio Nobel per la Pace, ma mercoledì non potrà essere presente alla cerimonia di consegna in Norvegia.

Anche altri Premi Nobel non hanno potuto ritirare di persona il premio in passato

Non si tratta della prima persona vincitrice a non aver potuto ritirare il premio a Oslo. È già capitato al cinese Liu Xiabo nel 2010; nel 1991 alla birmana Aung San Suu Kyi; al polacco Lech Walesa, insignito nel 1983; al sovietico Andrei Sakharov, vincitore nel 1975; al tedesco Carl von Ossietzky, che fu premiato nel 1935.

Il premio riconosce, secondo il comitato norvegese,"la sua incrollabile difesa dei diritti democratici del popolo venezuelano" e la sua "lotta per ottenere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia".

La leader dell'opposizione Maria Corina Machado durante una protesta contro Maduro il giorno prima del suo insediamento a Caracas, Venezuela, giovedì 9 gennaio 2025.
La leader dell'opposizione María Corina Machado durante una protesta contro Maduro il giorno prima del suo insediamento a Caracas, Venezuela, giovedì 9 gennaio 2025. AP Photo

Il premio corona una carriera segnata dal confronto con il chavismo, dalla mobilitazione dei cittadini e da successivi periodi di persecuzione politica, che hanno limitato la sua partecipazione istituzionale e la sua capacità di azione pubblica.

Dagli studi in ingegneria alla politica

Ingegnere industriale formatasi all'Università Cattolica Andrés Bello, Machado ha fatto il suo ingresso nella vita pubblica all'inizio degli anni 2000, quando ha co-fondato l'organizzazione Súmate, dedicata alla promozione della partecipazione elettorale e della trasparenza dei processi elettorali. Il suo ruolo nel referendum del 2004 contro Hugo Chávez l'ha posta al centro del dibattito politico e sottoposta a forti pressioni da parte del governo.

Nel 2010 è stata eletta deputata, anche se nel 2014 ha perso il seggio dopo aver partecipato come rappresentante supplente di Panama a una sessione dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), organismo multilaterale regionale con sede a Washington, episodio che ha segnato una nuova fase di confronto con lo Stato. Da allora si è affermata come una delle voci più forti contro il chavismo, denunciando il deterioramento istituzionale e chiedendo un cambiamento politico basato su libere elezioni.

Ma l'impegno di Machado è stato anche oggetto di repressione: il 9 gennaio 2025, dopo essere ricomparsa a una manifestazione di massa a Caracas dopo oltre quattro mesi di clandestinità, è stata intercettata dalle forze di sicurezza, la moto è stata fatta cadere.

L'oppositrice venezuelana sarebbe anche stata costretta a registrare diversi video che le autorità hanno diffuso come prova del fatto che non fosse stata sottoposta ad arresto, secondo quanto dichiarato dal suo entourage. Alcune ore dopo è stata rilasciata e da un luogo sicuro ha denunciato le violenze subite e ha ribadito il suo impegno per la causa democratica.

Quella vicenda, come molte altre, è esemplificativa delle crescenti pressioni contro di lei. Ma la repressione non ha colpito solo la Machado: negli ultimi mesi personalità di spicco a lei vicine e attivisti sono stati arrestati, perseguitati o costretti all'esilio. Ad esempio, all'indomani delle elezioni del 2024 e dell'escalation della repressione, il personale della sua formazione politica è stato arrestato o posto in clandestinità come parte di una strategia sistematica volta a smantellare l'opposizione.

Il riconoscimento della resistenza civica

Per il comitato norvegese, si tratta di una figura "la cui personale dedizione alle libertà fondamentali ha ispirato milioni di venezuelani dentro e fuori il Paese". L'organizzazione sottolinea che la sua leadership è stata "rigorosamente non violenta" e che ha contribuito a evitare uno scenario di confronto armato in Venezuela.

La leader dell'opposizione Maria Corina Machado saluta i sostenitori al suo arrivo a un comizio a Caracas, Venezuela, il 3 agosto 2024
La leader dell'opposizione Maria Corina Machado saluta i sostenitori al suo arrivo a un comizio a Caracas, Venezuela, il 3 agosto 2024 Cristian Hernandez/AP Photo

La primavera politica di Machado è riemersa con prepotenza nel 2023, quando ha vinto le primarie dell'opposizione con oltre il 90 per cento dei voti. La sua popolarità è cresciuta di pari passo con il deterioramento del Paese e la sua candidatura ha suscitato un'ondata di speranza che si è diffusa anche tra i settori tradizionalmente estranei all'opposizione.

Il regime ha risposto ripristinando la strategia già usata contro altri leader dell'opposizione: esclusione politica, restrizioni sui movimenti e sorveglianza costante. Pur avendo ottenuto un massiccio sostegno dalla base dell'opposizione, gli è stato impedito di concorrere formalmente alle elezioni presidenziali.

Nel 2024, il profilo internazionale di Machado ha fatto un salto decisivo quando il Consiglio d'Europa le ha conferito il Premio Václav Havel per i diritti umani, in riconoscimento del suo lavoro di denuncia delle violazioni delle libertà fondamentali in Venezuela e della sua costante difesa del percorso democratico. A seguito delle persecuzioni e della sua vita in clandestinità, è stata la figlia a recarsi a Strasburgo per ricevere il premio al suo posto.

La sua figura è diventata "il volto della resistenza" e un punto di riferimento obbligato per comprendere un'opposizione che, lungi dall'esaurirsi, ha trovato nella sua leadership un catalizzatore.

Nonostante le minacce, gli arresti e gli attentati, Machado si è rifiutata di lasciare il Paese e ha continuato a chiedere una pressione internazionale unita a una mobilitazione interna nonviolenta. Questo impegno per la pace e la democrazia è, secondo la giuria che le ha conferito il Nobel, il contributo più decisivo in un momento regionale segnato dalla polarizzazione.

María Corina Machado durante una protesta a Caracas, Venezuela
María Corina Machado durante una protesta a Caracas, Venezuela AP Photo

Un premio Nobel con un importante messaggio politico

Il premio è stato interpretato come un sostegno globale al popolo venezuelano e un avvertimento al regime affinché la comunità internazionale resti vigile. Per la Machado, ha dichiarato il comitato norvegese, non si tratta di un riconoscimento personale, ma di "un tributo al coraggio dei cittadini che hanno difeso la democrazia, anche quando sembrava irraggiungibile".

Sottolinea inoltre che il suo lavoro ha avuto una risonanza che va oltre il Venezuela: il suo movimento è diventato "un modello di organizzazione civile in società polarizzate" e la sua esperienza potrebbe servire da guida per altre lotte democratiche nella regione. Una voce che hanno cercato di spegnere ma che ora è più forte che mai.

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