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Navicella russa si aggancia alla Stazione spaziale internazionale e consegna rifornimenti

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Di Stefania De Michele
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il cargo è stato lanciato giovedì dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, e trasportava quasi 3 tonnellate tra cibo, carburante, attrezzature e rifornimenti

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Una navicella spaziale russa senza equipaggio si è agganciata sabato alla Stazione spaziale internazionale, consegnando i rifornimenti necessari.

La Progress si è agganciata alla stazione con un'operazione automatizzata, monitorata dagli astronauti nello spazio e dal controllo a terra sia in Russia che negli Stati Uniti. Si tratta di una capsula spaziale senza capacità di rientro nell'atmosfera terrestre, realizzata modificando la nota versione con equipaggio, il Sojuz.

Il programma spaziale sovietico la realizzò per permettere il rifornimento delle stazioni spaziali Salyut durante missioni di lunga durata. In seguito, molti esemplari vennero utilizzati per lo stesso scopo durante tutta la vita della stazione Mir, e poi con l'attuale ISS, verso la quale vengono effettuati tre o quattro lanci l'anno.

Il cargo è stato lanciato giovedì dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, e trasportava quasi 3 tonnellate tra cibo, carburante, attrezzature e rifornimenti.

La Stazione Spaziale fa affidamento su partner internazionali come gli Stati Uniti e la Russia per portare il proprio carico nello spazio. Al vaglio ci sono nuove soluzioni per il trasporto e il rientro di carico dall’orbita terrestre bassa e dall’orbita lunare.

L’Agenzia spaziale europea ha annunciato che due contratti da 25 milioni di euro ciascuno saranno assegnati rispettivamente a Thales Alenia Space Italia, la joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) e all’azienda franco-tedesca Exploration Company per sviluppare servizi cargo return per l’orbita terrestre bassa.

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I russi nella Stazione Spaziale Internazionale

La Stazione Spaziale Internazionale è gestita sulla base di un trattato internazionale, l'International Space Station Intergovernmental Agreement, che definisce gli obblighi dei partner fondatori (Canada, ESA, Russia, Usa e Giappone). Nei prossimi anni la Russia potrebbe lasciare l'ISS per dare vita a una stazione spaziale nazionale. Già nel 2021 gli esponenti dell’agenzia spaziale russa manifestavano la volontà di realizzarla e la data annunciata in quel periodo per l'avvio del processo era il 2025.

Attualmente la capsula Soyuz non detiene più il monopolio dei viaggi verso la Stazione, ma il modulo Zvezda e le navicelle Progress sono tuttora fondamentali ad esempio per il controllo dell’orbita e dell’assetto. Per l'addio di Mosca alla Stazione Spaziale Internazionale, una delle possibilità avanzate qualche anno fa è che i moduli e la loro gestione vengano ceduti ai partner internazionali o ad enti privati.

L'ipotesi di una stazione spaziale russa non è un inedito: è un'idea che rimbalza da più di 20 anni, dai tempi del progetto Mir-2.

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