A Davos si pensa già al futuro dell'Ucraina

Il logo del World Economic Forum di Davos
Il logo del World Economic Forum di Davos Diritti d'autore FABRICE COFFRINI/AFP or licensors
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Di Euronews
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La presidente del parlamento europeo Roberta Metsola annuncia "la porta aperta" al cammino di Kiev nell'Unione europea. Il mondo dell'imprenditoria vuole contribuire alla ricostruzione del Paese. E non sono solo gli uomini d'affari europei a proporsi

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"L'Unione europea deve aprire la sua porta ai Paesi che stanno lottando per i suoi valori". È il messaggio che la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha portato al Forum economico di Davos. Nel suo intervento la maltese ha avvertito sul rischio di causare instabilità "a causa della paura dell'Ue di agire". Ora la domanda è quando l'Ucraina potrà aderire all'Unione Europea.

"Come Parlamento europeo vogliamo che l'Ucraina diventi un paese candidato il prima possibile, gli ucraini stanno combattendo una guerra che è anche nostra, stanno lottando in Europa, contro un regime autoritario che intimidisce, minaccia e ricatta l'intera Unione europea, l'intero continente", ha affermato Metsola. "Se non diciamo che apriremo le nostre porte ai Paesi che lottano per dei valori fondamentali che noi condividiamo con orgoglio, allora come potremo allontanarci da tutta questa violenza?", si è chiesta la presidente retoricamente.

Gli imprenditori vogliono investire

Oltre al sostegno politico, gli uomini d'affari a Davos stanno discutendo su come possono fare la loro parte nel sostenere l'Ucraina e attuare le misure di condanna all'invasione del Paese. Non lo chiedono solo imprese europee, ma anche aziende americane.

"Il messaggio che riceviamo dal mondo dell'imprenditoria è che non c'è futuro per gli affari in Russia, quindi ora l'attenzione è sull'Ucraina e su ciò che le imprese stanno facendo per fornire aiuti umanitari e per la riapertura delle loro attività in tutta l'Ucraina", ha affermato il presidente della camera di commercio americana in Europa Andy Hunder. "Il 20% dei nostri associati ha subito danni alla propria attività, il 7% di loro registra vittime tra i suoi dipendenti: è arrivato il momento di guardare alla ricostruzione e al ruolo che avranno le imprese nel ricostruire un nuovo Paese nell'Europa del XXI secolo e nell'Europa centrale", aggiunge Hunder.

Voci dal Forum

Tra un panel e l'altro, gli uomini d'affari e i rappresentanti delle associazioni presenti colgono l'occasione per conoscere e farsi conoscere.

"Mi chiamo Benjamin Eymere, sono francese e vivo a Parigi. Sono qui in quanto membro della giuria del Top Tier Impact Awards, che premia le start-up innovative nel campo della sostenibilità ambientale: crediamo che vivere nel mondo di oggi significa decentralizzare e lasciare ai giovani di dire quello che vogliono senza che qualcuno dica loro quello che devono fare, dice Benjamin.

Tushar Singhvi viene dagli Emirati. Per lui, che è un imprenditore, essere a Davos significa incontrare altra gente, fare rete. "Il Forum raduna persone che vengono da diversi contesti e settori per fornire delle soluzioni ai problemi del mondo, alle sfide che devono essere affrontate a livello multilaterale", ci racconta Singhvi mentre si sposta in città.

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