Quanto cibo sprechiamo? Alcune aziende vogliono risolvere il problema e farci risparmiare

In collaborazione con The European Commission
Quanto cibo sprechiamo? Alcune aziende vogliono risolvere il problema e farci risparmiare
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Di Denis LoctierAlberto de Filippis
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Un viaggio fra le aziende che cercano di recuperare parte di quell'immensa quantità di cibo buttata via ogni anno

Il venti per cento di tutto il cibo prodotto in Europa finisce nelle discariche, o diventa mangime per gli animali. Questo costa all'economia 140 miliardi di euro l'anno. Gli esperti dicono che risolvere questo problema richiederebbe uno sforzo comune: tutti, dai produttori ai consumatori, possono portare fare la loro parte.Alla van Rijsingengreen le carote danneggiate che vanno spesso all'alimentazione del bestiame vengono recuperate. Ciò che non si può vendere come snack freschi o carote sbucciate per l'industria alimentare si trasforma in succhi e ingredienti in polvere. La produzione viene continuamente adattata in base alla domanda e all'offerta.

Dice Gerbrand van Veldhuizen, Direttore della van Rijsingengreen: "Quello che stiamo cercando di fare è una pianificazione ottimizzata per l'industria, il mercato del fresco e il mercato degli ingredienti. Ora cerchiamo di utilizzare tutti gli ingredienti: abbiamo verdure, facciamo succhi, abbiamo polpa come flusso secondario e proviamo a usare le fibre."

Altro esempio è la “Surplus Food Factory” che utilizza sottoprodotti dell'industria alimentare come materia prima.

Dice Bob Hutten, Direttore, Surplus Food Factory: "Queste teste e questi pomodori sono rifiutati dai produttori di hamburger. Li prendiamo e prepariamo gustose salse e zuppe. Usiamo anche, ad esempio, carote troppo grandi per l'industria alimentare e per la vendita al dettaglio".

Parti di pomodoro congelate macinate in polpa, dipendenti della fabbrica che preparano la zuppa in sacchetti di plastica. Utilizzando verdure danneggiate, deformi o scolorite, spesso considerate inutilizzabili, la "Surplus Food Factory" ha aumentato il proprio fatturato e assunto nuovi operai, per lo più persone che avevano difficoltà a trovare lavoro.

Bob Hutten, Direttore, Surplus Food Factory: "Inviterei persone di tutti i paesi a venire qui e vedere cosa stiamo facendo. Li consiglierei, li aiuterei a vedere dove sono i problemi e userei le lezioni apprese dalla nostra fabbrica - in modo che ogni paese possa avere tali produttori di cibo. "

Questi sono solo alcuni dei casi studiati dal progetto di ricerca europeo REFRESH in 5 paesi. L'Unione ha valutato come il privato e il pubblico possano lavorare insieme per trasformare i rifiuti alimentari in prodotti di valore.

Toine Timmermans, coordinatore del progetto REFRESH: "Quello che vediamo non è una soluzione "taglia unica ", puttosto ci ha aiutato a creare una sorta di progetto con cui potremmo aiutare qualsiasi paese intra ed extra Europeo ad imparare. Possiamo costruire questi accordi negoziati con i diversi stakeholder della catena di fornitura ".

Olaf van der Veen porta un dispositivo Orbisk nella cucina di un caffè dell'università. Vari scatti di clienti nella caffetteria, cibo preparato e servito.

Anche le nuove tecnologie potrebbero svolgere un ruolo importante. Una startup olandese ha sviluppato una telecamera automatica per le cucine dei ristoranti: tiene traccia di tutto ciò che finisce nella spazzatura, fornendo statistiche dettagliate sugli sprechi alimentari che avrebbero potuto essere evitati. La startup afferma che il suo servizio può far risparmiare ai ristoranti sette volte delle cifre abituali.

Olaf van der Veen AD della Orbisk: "Le aziende vedranno le perdite ricorrenti e potranno decidere di acquistare meno, o di produrre meno articoli per evitare che finiscano nella pattumiera. Vediamo che in media ogni monitor ha il potenziale per risparmiare 4000 chili di cibo ogni anno. Quindi immaginate se applichiamo questa tecnologia su larga scala."

All'interno di un supermercato un po' diverso dei cetrioli deformi sono venduti al prezzo di quelli normali; un dipendente confeziona prodotti alimentari prossimi alla scadenza in scatole di polistirolo nero; sezione pane fresco; una donna che prende pane congelato da uno scaffale refrigerato.

E non è un caso unico! Molti supermercati olandesi vendono prodotti prossimi alla data di scadenza per una frazione del loro prezzo originale nel popolare formato "scatola a sorpresa". Questo negozio ha anche affrontato il surplus di pane fresco giornaliero sostituendolo parzialmente con un'alternativa congelata che ha un sapore altrettanto buono.

C'è infatti una diffferenza che la gente non legge sull'etichetta. “Da consumarsi preferibilmente entro il” indica la data fino alla quale un alimento conserva le sue qualità specifiche. “Da consumarsi entro” indica la data fino alla quale il prodotto si può consumare in modo sicuro, ossia la data di scadenza. “Da consumarsi preferibilmente entro il..." significa che il consumatore ha ancora qualche giorno per decidere se gettare o meno il prodotto.

George Verberne, proprietario del franchising Jumbo Verberne afferma: "Adesso c'è sempre pane disponibile, dalla mattina presto alla sera tardi. È una soluzione vantaggiosa per tutti: sprechi meno pane e il cliente è sempre soddisfatto".

La riduzione dello spreco alimentare è uno degli obiettivi della strategia detta dal campo alla forchetta, dell'UE.

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