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Guerra a Gaza, raggiunto accordo tra Israele e Hamas: cessate il fuoco inizia il 19 gennaio

Palestinesi festeggiano l'annuncio di un accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza  (15 gennaio 2025)
Palestinesi festeggiano l'annuncio di un accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza (15 gennaio 2025) Diritti d'autore  Abdel Kareem Hana/Copyright 2025, The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2025, The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Arrivato finalmente l'esito atteso dopo mesi di negoziati. La notizia data da media internazionali mercoledì è stata confermata dai mediatori: Qatar, Egitto e Stati Uniti. Tregua in vigore dal 19 gennaio, ha annunciato il premier qatarino Al Thani

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Hamas e Israele hanno raggiunto mercoledì pomeriggio un accordo per il cessate il fuoco nella guerra a Gaza e la liberazione di decine di ostaggi in cambio di prigionieri.

La notizia, rilanciata inizialmente da diversi media internazionali, è stata confermata a vari livelli da Egitto, Qatar e Stati Uniti, vale a dire i grandi mediatori dell'accordo.

Alla notizia sono subito partiti i festeggiamenti di migliaia di persone a Gaza e in Cisgiordania.

Le fasi dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza

Il cessate il fuoco a Gaza avrà luogo a partire da domenica 19 gennaio, ha dichiarato in conferenza stampa a Doha mercoledì sera il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.

Al Thani ha dichiarato che nella prima fase del cessate il fuoco, della durata di 42 giorni, Hamas rilascerà 33 ostaggi israeliani, tra cui donne civili, bambini, anziani e civili feriti o malati.

In cambio, Israele libererà un certo numero di prigionieri detenuti nelle carceri israeliane. Proseguiranno inoltre i colloqui tra le parti per mettere a punto i dettagli dell'attuazione dell'accordo nelle fasi successive.

Secondo il premier, infatti, si tratta solo di un "inizio": il Qatar e gli altri mediatori continueranno dunque a farsi garanti dell'applicazione dell'intesa e, ha auspicato Al Thani, del raggiungimento di una pace duratura tra Israele e il gruppo armato palestinese.

Il ruolo degli Usa nella fine della guerra rivendicato da Biden e da Trump

Il presidente Usa, Joe Biden, è intervenuto dalla Casa Bianca davanti alla stampa lodando l'accordo e comunicandone i punti principali.

Biden ha sottolineato che includerà un “cessate il fuoco pieno e completo, il ritiro delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza”, ha detto il presidente uscente.

Durante la prima fase, i palestinesi “potranno anche tornare nei loro quartieri in tutte le aree di Gaza” e "l'assistenza umanitaria sarà portata nell'enclave" ha detto ancora Biden che poi ha aggiunto: “Nelle prossime sei settimane, Israele negozierà gli accordi necessari per arrivare alla fase due, che è la fine permanente della guerra”.

Nella terza fase invece si avvierà anche la ricostruzione. Bisognerà tuttavia definirne i dettagli. Secondo il piano annunciato mercoledì, se i negoziati durano più di sei settimane, "il cessate il fuoco continuerà finché continueranno i negoziati” ha specificato il presidente Usa, che in una nota ha anche precisato che la struttura di questo accordo era quella da lui proposta lo scorso maggio.

"Questo è solo l'inizio di grandi cose a venire per l'America e, in effetti, per il mondo!" ha scritto sul social Truth poco dopo l'annuncio dell'accordo Donald Trump, i cui collaboratori per il Medio Oriente nella nuova amministrazione sono stati coinvolti nei negoziati per la tregua.

Il prossimo presidente Usa, che si insedierà lunedì, ha definito anche la svolta di mercoledì come conseguenza diretta della sua vittoria elettorale alle presidenziali di novembre.

Cosa prevede l'accordo tra Israele e Hamas

Secondo le bozze visionate da vari media nei giorni scorsi, il cessate il fuoco prevede il rilascio di palestinesi detenuti da Israele nella misura di 30 per ogni ostaggio civile isrealiano e 50 per ogni soldato. I primi ostaggi a essere rilasciati saranno gli under 19 e le donne, a seguire gli uomini oltre i 50 anni.

Saranno liberati almeno tre ostaggi a settimana e il resto dei 33 ostaggi concordati alla fine del periodo di 42 giorni, inclusi i resti dei deceduti. Si ritiene infatti che gli ostaggi ancora a Gaza siano una novantina, ma non tutti in vita.

Secondo Al Jazeera, in particolare, nella prima fase della tregua, verranno rilasciati dalla carceri in Israele circa 2mila prigionieri palestinesi tra cui 250 ergastolani.

Nella seconda fase, Hamas rilascerebbe tutti gli altri ostaggi rimasti in vita, per lo più soldati maschi, in cambio di altri prigionieri, di un cessate il fuoco permanente e del "ritiro completo" delle forze israeliane da Gaza, secondo la bozza definitiva dell’accordo citata da Ap. 

Sette giorni dopo l'inizio della prima fase, Israele aprirà il valico di Rafah con l'Egitto e l'esercito inizierà a ritirarsi dal confine, noto come Corridoio Philadelphi, per poi ritirarsi completamente nelle fasi successive.

Nella terza e ultima fase è prevista la consegna dei corpi degli ostaggi rimasti in cambio di un piano di ricostruzione di tre-cinque anni sotto la supervisione internazionale.

Trattative serrate fino all'ultimo sulla tregua a Gaza

Israele ha annunciato che si sta preparando al recupero degli ostaggi, uno sviluppo rapidissimo della situazione, con i negoziati fermi per mesi sono decollati nelle ultime 48 ore.

Giovedì il governo deve votare formalmente sull'accordo. Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze ed esponente dell'estrema destra, ha già anticipato che i ministri del suo partito voteranno contro.

Un problema per la maggioranza del premier Benjamin Netanyahu che, in attesa di dichiarazioni ufficiali, ha lasciato intendere che sia stato Hamas a cedere sulle posizioni negoziali.

Il presidente di Israele Isaac Herzog lo ha già definito Iuna "buona scelta". "Una scelta necessaria. Non c'è obbligo morale, umano, ebraico o israeliano, più grande che riportare i nostri figli e le nostre figlie tra noi”, ha detto Herzog in un discorso televisivo.

Ma i negoziati hanno rischiato di arenarsi all'ultimo proprio la definizione della presenza militare israeliana nel Corridoio Philadelphi.

“Israele rifiuta fermamente qualsiasi modifica a queste mappe”, aveva detto nel pomeriggio un funzionario israeliano citato dall'Associated Press, parlando a condizione di anonimato perché stava discutendo di negoziati a porte chiuse.

Un rappresentate di Hamas aveva dichiarato all'agenzia di stampa di avere rifiutato la proposta e che i negoziati sarebbero proseguiti fino a un esito positivo infine raggiunto.

Il primo ministro del Qatar ha dunque incontrato separatamente le delegazioni di Hamas e di Israele e poco dopo la controversia è stata risolta, ha detto un negoziatore qatarino, parlando a condizione di anonimato per discutere dei negoziati.

Hamas ha affermanto in una dichiarazione che la tregua è il risultato della "tenacia" palestinese. Il capo ad interim del gruppo palestinese, Khalil al-Hayya, ha inoltre giurato che Hamas "non perdonerà né dimenticherà" questa guerra.

Le reazioni di Unione europea, Italia e Onu

"Gli ostaggi saranno riuniti ai loro cari e gli aiuti umanitari potranno raggiungere i civili a Gaza. Ciò porta speranza a un'intera regione, dove le persone hanno sopportato immense sofferenze per troppo tempo", ha commentato sui social la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

"L'annuncio di un cessate il fuoco a Gaza rappresenta la svolta che il mondo attendeva e di cui molti avevano bisogno" le ha fatto eco la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. 

In serata anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha espresso la sua soddisfazione per l'accordo di tregua.

"Il cessate il fuoco fornisce un’importante opportunità per aumentare in maniera consistente l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L’Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito", si legge nella nota ufficiale di Palazzo Chigi.

"L'Italia è pronta a fare la sua parte", prosegue la nota "anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti".

Da parte loro, le Nazioni Unite si sono impegnate, a fornire aiuti umanitari ai palestinesi nella Striscia di Gaza durante il cessate il fuoco, nella misura in cui "le condizioni sul campo ci consentiranno di fare", ha detto Eri Kaneko, portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari.

"È indispensabile rimuovere i vari impedimenti che l'Onu ha dovuto affrontare nell'ultimo anno, tra cui la mancanza di sicurezza e di carburante" ha concluso Kaneko.

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