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Bayesian, cosa sappiamo finora sulle cause del naufragio e sui suoi passeggeri

I sommozzatori studiano una mappa del Bayesian, affondato a 50 metri di profondità, nel porto di Porticello, 20 agosto 2024
I sommozzatori studiano una mappa del Bayesian, affondato a 50 metri di profondità, nel porto di Porticello, 20 agosto 2024 Diritti d'autore Italian Coast Guard/AP
Diritti d'autore Italian Coast Guard/AP
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Mentre continuano le ricerche dei sei dispersi nel naufragio del veliero, aumentano le domande sulle cause dell'incidente, la cui dinamica è ancora tutta da chiarire. A suscitare interrogativi e a suggestionare la coincidenza della morte di un collega di Mike Lynch, il proprietario del Bayesian

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Nelle prime ore di lunedì il veliero Bayesian è affondato al largo di Porticello, un piccolo comune sulla costa palermitana, nel mezzo di una violenta tempesta. A bordo c'erano 22 persone, dieci membri dell'equipaggio e dodici passeggeri: quindici sono state portate in salvo - nove di loro sono parte dello staff - sei sono ancora disperse, di una - il cuoco - è stato recuperato il corpo durante le prime ricerche.

Mentre le squadre di sommozzatori continuano faticosamente a cercare le persone mancanti all'appello, i cui corpi si crede siano intrappolati nelle cabine dell'imbarcazione adagiata sul suo fianco destro a 50 metri di profondità, aumentano le domande sulle cause del naufragio del veliero, unica barca a soccombere quella notte.

Come ha fatto un superyacht di 56 metri con un albero maestro in alluminio di 75 (il più alto del mondo), che secondo gli esperti aveva tutte le carte in regola per resistere a venti, fulmini e muri d'acqua, a colare a picco in pochi minuti?

Di informazioni ce ne sono poche, di certe ancora meno. L'unica evidenza visiva dell'inabissamento del Bayasan proviene da una telecamera di videosorveglianza di una villa sul porto di Porticello, che mostra l'albero maestro della barca a vela scomparire nel buio della tempesta che cresce rapidamente di intensità. Secondo il proprietario della villa il veliero sarebbe affondato "in appena sessanta secondi".

Gli stessi superstiti, ospitati in un albergo poco lontano dal porto in attesa di essere ascoltati dalla Procura di Termini Imerese, che ha aperto un'indagine per naufragio colposo, hanno parlato di un lasso di tempo dai tre ai cinque minuti dal momento in cui la barca è stata sollevata dalle onde del mare fino a quando è affondata.

Ma né il video, data la scarsa qualità delle immagini causata dal buio e dal maltempo, né le poche informazioni fornite dai superstiti, sotto shock, aiutano a a chiarire cosa sia successo.

Le ipotesi sulle cause del naufragio

Partiamo dalle informazioni certe: il maltempo che ha colpito l'area nella notte tra domenica e lunedì. Era previsto, ma non ci si aspettavano venti così forti. A colpire il veliero potrebbe essere stata una tromba marina, una tromba d'aria che si sviluppa però in mare - sempre più frequenti nel Mar Mediterraneo a causa dell'innalzamento della temperatura dell'acqua -, o un downburst, una fortissima raffica di vento che arriva a terra e poi si sposta in orizzontale a una velocità che può superare i 100 chilometri orari.

La mattina del 19 agosto alcuni pescatori di Porticello hanno riferito di aver visto una tromba marina durata circa dodici minuti. Il pericolo più grande che deriva dall’essere colpiti da una tromba marina mentre si è in barca a vela è quello della rottura dell’albero maestro, cioè uno degli elementi più esposti.

Ma le imbarcazioni moderne sono normalmente costruite secondo elevati standard di sicurezza e sono dotate di sistemi elettronici di navigazione e comunicazione, oltre che di dispositivi di emergenza. Normalmente non affondano in caso di maltempo.

L'albero maestro del Bayesian, poi, era in grado di sostenere tremila metri quadrati di vele, era progettato per resistere in condizioni di meteo avverse ed era stato sottoposto a manutenzione quattro anni fa.

La prima ipotesi che si è diffusa è stata comunque quella della rottura dell'albero maestro, sulla base di quanto riferito dal comandante della nave che ha portato in salvo i quindici passeggeri. In questo scenario la rottura dell'albero avrebbe causato danni allo scafo e fatto sì che la barca si sbilanciasse, si inclinasse su un lato e quindi affondasse.

Una fonte informata sulle indagini ha però detto al Corriere della Sera che i sommozzatori scesi a ispezionare il relitto hanno trovato l'albero al suo posto, in tutti i suoi 75 metri di altezza. Non solo: l'imbarcazione è intatta, lo scafo non ha falle, almeno nella sua parte visibile, i boccaporti sono chiusi, le vetrate sono intere.

Ma allora che cosa ha fatto inabissare il Bayesian?

Una delle ipotesi è che la velocità e l'imponenza dell'acqua siano state così forti da non dare il tempo al sistema di emergenza di bordo di "sigillare" l’imbarcazione quando l’acqua ha iniziato a entrare. Un'altra possibilità è che un gigantesco muro d'acqua abbia sollevato il veliero da poppa, facendo puntare velocemente la prua verso il fondale.

O semplicemente, come suggerito dallo skipper di un'imbarcazione vicina al Bayesian durante la tempesta, la combinazione tra i forti venti e l'alto "windage" del veliero - ovvero la molta superficie esposta al vento - avrebbe fatto sbilanciare il superyacht facendogli imbarcare acqua.

Si ipotizza anche un errore umano. Gli skipper di barche a vela con alberi eccezionalmente alti di solito puntano a spostarsi dal pericolo se si prevedono venti forti. È stato prudente ancorarsi in rada - l'area appena fuori dal porto dove le navi possono ancorare e sostare in sicurezza al riparo dai venti e dalle correnti - con l’allarme meteo?

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E infine. Secondo Perini Navi, cantiere navale produttore del veliero, il Bayesian era dotato di una cosiddetta chiglia sollevabile, un sistema per ridurne la profondità - di quasi 10 metri - per facilitare l'ingresso in porti poco profondi. Se per qualche motivo la chiglia fosse in posizione sollevata anziché completamente estesa, ciò comprometterebbe la stabilità della barca in caso di vento forte.

Una serie di assurde coincidenze circonda il naufragio del Bayesian

A suscitare ancora più suggestione intorno al tragico naufragio è la storia dei suoi passeggeri. Il superyacht è di proprietà di Angela Bacares, 57enne inglese moglie del magnate della tecnologia britannico Mike Lynch, disperso insieme alla figlia 18enne Hannah, il suo legale Chris Morvillo e il presidente della Morgan Stanley international Jonathan Bloomer, con le rispettive mogli.

Sembra che la vacanza in corso in Sicilia fosse un modo per celebrare la recente assoluzione di Lynch in un caso di frode, che l'imprenditore avesse voluto festeggiare con le persone che gli erano state più vicine durante il calvario giudiziario, durato più di dieci anni.

Dal 2012, infatti, su Lynch pendevano 15 capi di imputazione (uno per cospirazione e 14 per frode): l'imprenditore miliardario era accusato di aver gonfiato il valore di Autonomy, la sua società di sviluppo, prima di venderla per 11,1 miliardi di dollari al colosso dell'informatica statunitense Hp. Lo scorso giugno il tribunale di San Francisco lo aveva assolto assieme all'amico e uomo di fiducia Stephen Chamberlain, alla sbarra in quanto vicepresidente finanziario della società.

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Qui l'assurda coincidenza che già fa gridare al complotto i più scettici: Chamberlain è morto 48 ore prima di Lynch dopo essere stato investito mentre faceva jogging a Stretham, nella contea di Cambridge. Ricoverato ancora vivo, è morto in ospedale per le ferite riportate.

Tra i complottisti hanno già iniziato a circolare varie ipotesi, alimentate anche dai legami fra Lynch e i servizi segreti di mezzo mondo, in particolare quelli israeliani, attraverso le sue società di sicurezza informatica. I principali filoni sono due: c'è chi crede che i due siano stati uccisi, anche se non si capisce da chi e perché e chi si concentra soprattutto sul caso di Lynch, ritenendo che la sua morte sia solo una messa in scena e che sia fuggito dal luogo dell'incidente a bordo di un sottomarino.

Una serie di coincidenze talmente sorprendente da evocare la letteratura, oltre alle teorie del complotto.

"Questa è una sorta di tragedia shakespeariana: qualcuno ha speso 12 anni della propria vita a difendere il suo nome e, avendolo appena riabilitato, va in viaggio per festeggiare assieme a coloro che lo hanno aiutato (a vincere il processo), ma la barca viene investita da un disastro di quelli che capitano una volta su un milione". Così ha commentato la tragedia un amico di lunga data di Lynch, l'imprenditore Brent Hoberman.

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Un destino ingiusto, conclude Hoberman, che si aggrappa alla speranza di "un clamoroso secondo atto" e dice di pregare per un miracolo: "Dio, che gran finale sarebbe". Una speranza alimentata dalla remota ipotesi - rilanciata da alcuni media britannici - che i dispersi siano ancora in vita grazie a una "bolla d'aria" interna allo scafo.

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