Dai tagli al bilancio alle riforme sull’immigrazione, le politiche del Rassemblement National e del Nouveau Front populaire potrebbero mettere in discussione gli impegni della Francia nell’Ue
Dopo la vittoria del Rassemblement National (Rn), partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen e Jordan Bardella, al primo turno delle elezioni legislative, la Francia si prepara a tornare alle urne domenica 7 luglio.
Rn ha ottenuto il 33,1 per cento dei voti, con un leggero calo rispetto ai sondaggi della scorsa settimana che davano il partito al 36 per cento. A seguire il Nouveau Front populaire (Nfp), coalizione di sinistra che ha raggiunto il 28 per cento, mentre Ensable, la coalizione del presidente Emmanuel Macron scende al 20 per cento.
In attesa dei risultati definiti dopo il secondo turno, gli analisti fanno il punto sulle politiche dei partiti di destra e di sinistra in relazione agli impegni della Francia nell'Ue.
A Euronews l'analisi di Eric Maurice, ricercatore presso il Centro di politica europea.
Le politiche dei partiti di destra e di sinistra rispetto agli impegni in Ue
Nonostante l'estrema destra non parli più di Frexit, ovvero dell'uscita della Francia dall'eurozona, alcune della proposte del RN non sono proprio in linea con quella attuale del presidente Macron in Europa. La coalizione di sinistra non mette invece in discussione l'impegno del Paese nei confronti dell'Ue. Tuttavia, in caso di vittoria, potrebbero esserci tensioni sulle questioni di bilancio.
Se Bardella vorrebbe, tra le altre cose, controlli più severi sull'immigrazione e un taglio dell'Iva sull'energia, i programmi economici e sociali del Nfp comporterebbero costi significativi stimati in 150-200 miliardi di euro. La coalizione di sinistra propone inoltre di rivedere le priorità politiche dell’Ue, come la fine dei trattati di libero scambio e la riforma della Politica Agricola Comune (Pac). A Rn non piace neanche la riforma delle pensioni adottata dalla maggioranza di Macron.
L'approfondimento nel video.