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Legislative Francia, più di 200 candidati si ritirano dal secondo turno per ostacolare Rn

La reazione dei sostenitori di Rassemblement national alle proiezioni basate sul conteggio dei voti in alcune circoscrizioni, Henin-Beaumont, Francia, 30 giugno 2024
La reazione dei sostenitori di Rassemblement national alle proiezioni basate sul conteggio dei voti in alcune circoscrizioni, Henin-Beaumont, Francia, 30 giugno 2024 Diritti d'autore Thibault Camus/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Thibault Camus/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Secondo le Monde sono 218 i candidati nelle circoscrizioni dove ci sarebbe stato un ballottaggio a tre o a quattro che si sono fatti da parte per favorire il candidato con maggiori probabilità di vittoria sul rivale del partito di estrema destra, più vicino che mai al governo

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I partiti francesi si sono accordati in fretta e furia martedì per cercare di bloccare una vittoria schiacciante dell'estrema destra di Rassemblement national nel secondo turno delle elezioni legislative di domenica 7 luglio, mentre Marine Le Pen ha dichiarato che il suo partito guiderà il governo solo se otterrà la maggioranza assoluta - o quasi.

Rassemblement national, ora guidato dal 28enne Jordan Bardella, ha ottenuto il maggior numero di voti, il 33 per cento delle preferenze, al primo turno del 30 giugno, ma non abbastanza per ottenere la vittoria assoluta, che consentirebbe la formazione del primo governo di estrema destra in Francia dalla Seconda guerra mondiale.

"Non possiamo accettare di andare al governo se non possiamo agire", ha dichiarato Le Pen in un'intervista all'emittente pubblica France Inter. "Sarebbe il peggior tradimento dei nostri elettori". Tuttavia, ha sottolineato, "se abbiamo, diciamo, 270 legislatori, ne servono altri 19, andremo dagli altri e chiederemo loro se sono pronti a partecipare con noi a una nuova maggioranza."

L'esito del primo turno ha spinto il partito di estrema destra più vicino che mai al governo, ma ha lasciato aperta la possibilità agli elettori di bloccare il suo percorso verso il potere, con circa 400 seggi ancora da assegnare.

Fronte repubblicano contro l'estrema destra

Per questo un numero senza precedenti di candidati qualificati per il secondo turno - appartenenti all'alleanza di sinistra del Nuovo fronte popolare e ai centristi indeboliti di Renaissance, il partito del presidente Emmanuel Macron -, si è fatto da parte nelle circoscrizioni dove ci sarebbe stato un ballottaggio a tre o a quattro per favorire il candidato con maggiori probabilità di vittoria contro un avversario del Rassemblement national. Tra loro anche diversi ministri in carica.

Secondo un conteggio del quotidiano francese Le Monde si sono ritirati circa 218 candidati. Di questi, 130 erano della coalizione di sinistra e 82 provenivano dall'alleanza centrista Ensemble pour le République, guidata da Macron. Rimarrebbero però ancora un ballottaggio quadrangolare e una novantina di ballottaggi triangolari, un numero comunque eccezionalmente alto che rende l’esito delle elezioni abbastanza imprevedibile. Alle elezioni legislative del 2022 i triangolari erano stati solo otto.

"Abbiamo un solo obiettivo, negare la maggioranza assoluta al Rassemblement national", ha dichiarato François Ruffin, del partito di sinistra France insoumise, che fa parte dell'alleanza del Fronte nazionale insieme a verdi, socialisti e comunisti francesi.

Gli ha fatto eco il primo ministro Gabriel Attal: "Devo impedire che il Rassemblement national ottenga la maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale, perché sarebbe - e lo dico dal profondo del mio cuore - terribile per il Paese e per i francesi", ha detto Attal.

La strategia di Emmanuel Macron

Macron ha sciolto l'Assemblea nazionale e ha indetto le elezioni lampo il 9 giugno, dopo la cocente sconfitta subita per mano del Rassemblement national alle elezioni per il Parlamento europeo. Il presidente, impopolare, ha scommesso che l'estrema destra non avrebbe riavuto lo stesso successo con il destino della Francia in bilico.

Ma il suo piano gli si è ritorto contro. Ora è accusato, anche da membri del suo stesso partito, di aver aperto una porta al Rassemblement national richiamando gli elettori alle urne quando molti sono arrabbiati per l'inflazione, il costo della vita, l'immigrazione e il presidente stesso.

L'estrema destra ha fatto leva su questa frustrazione e sulla sensazione che molte famiglie francesi siano state lasciate indietro dalla globalizzazione. Il partito di Le Pen ha fatto campagna elettorale promettendo di aumentare la capacità di spesa dei consumatori, di ridurre l'immigrazione e di adottare una linea più dura sulle regole dell'Unione europea.

Gli oppositori del Rassemblement national temono per le libertà civili se il partito, che ha una lunga storia di razzismo, xenofobia, antisemitismo e ostilità verso i musulmani francesi, prendesse il potere. Il partito prevede di aumentare i poteri della polizia e di ridurre il diritto dei cittadini francesi con doppia nazionalità di lavorare in alcuni settori della difesa, della sicurezza e dell'industria nucleare.

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