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Cosa ci ha detto il primo turno delle elezioni legislative francesi?

I sostenitori della leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen reagiscono dopo la pubblicazione delle proiezioni basate sull'effettivo conteggio dei voti.
I sostenitori della leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen reagiscono dopo la pubblicazione delle proiezioni basate sull'effettivo conteggio dei voti. Diritti d'autore AP Photo/Thibault Camus
Diritti d'autore AP Photo/Thibault Camus
Di Alice TideyLauren Chadwick
Pubblicato il
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Quattro cose soprattutto: l'estrema destra ha ottenuto un risultato storico, Macron ha perso di nuovo, l'affluenza è stata molto alta e le forze di centro-sinistra proveranno a coordinarsi per fermare l'ascesa del Rassemblement National ai ballottaggi

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Per la seconda volta in meno di un mese la coalizione centrista al governo, guidata dal presidente francese Emmanuel Macron, ha subito un duro colpo alle elezioni. Questa domenica la coalizione di estrema Rassemblement National (RN) si è assicurato una larga vittoria nel primo turno delle legislative, convocate il 9 giugno da Macron dopo la disfatta nelle elezioni europee.

La decisione di Macron di indire le elezioni è stata descritta dai commentatori sia come una manovra per ottenere la maggioranza assoluta persa due anni fa, sia come un pericoloso azzardo che potrebbe vedere l'estrema destra alla guida di un governo per la prima volta nel Paese. Ecco, in quattro punti chiave, cosa ci ha detto il primo turno delle legislative francesi.

L'estrema destra ha ottenuto un risultato storico

Il Rassemblement National (RN), guidato dal 28enne Jordan Bardella, sembra aver consolidato la sua posizione di principale forza politica del Paese: la coalizione guidata dal RN ha ottenuto il 33% dei voti a livello nazionale. Se il risultato fosse confermato domenica prossima al secondo turno il partito potrebbe ottenere tra i 230 e i 280 seggi, solo nove seggi in meno della maggioranza assoluta.

Domenica Bardella si è impegnato a essere "il primo ministro di tutto il popolo francese, rispettoso dell'opposizione, aperto al dialogo e preoccupato in ogni momento dell'unità del popolo", lanciando frecciate all'alleanza di Macron e al Nuovo Fronte Popolare di sinistra. Il secondo turno, ha aggiunto Bardella, sarà "uno dei voti più decisivi della storia della Quinta Repubblica".

L'impennata di consensi dell'estrema destra ha segnato una performance storica in un'elezione legislativa. Nel 2017 l'allora Fronte Nazionale ottenne il 13% dei voti al primo turno e nel 2022 il 18%.

Tara Varma, ricercatrice del think tank Brookings Institution di Washington, ha dichiarato a Euronews che "la gente non si vergogna più di votare per il Rassemblement National: non solo non si vergognano più di farlo, ma non si vergognano più di dirlo".

La grande sconfitta di Macron

Tre settimane dopo aver subito una pesante sconfitta alle elezioni europee, la coalizione centrista di Macron, Ensemble, ha subito un altro colpo devastante arrivando terza con appena il 21% dei voti a livello nazionale. Si tratta rispettivamente di 12 e 7 punti in meno rispetto alla coalizione di estrema destra guidata dal RN e a quella di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (NFP).

Circa 300 dei suoi candidati sono ancora in lizza per un seggio nell'emiciclo. Ma, se il risultato del primo turno sarà confermato domenica prossima, la coalizione centrista potrebbe perdere fino a 180 seggi e mantenere solo tra i 70 e i 100 deputati.

Se nessun'altra alleanza otterrà la maggioranza assoluta Macron potrebbe in teoria cercare di formare una coalizione di governo, ma potrebbe essere un'impresa ardua.

French President Emmanuel Macron leaves the voting booth before voting in Le Touquet-Paris-Plage, northern France, Sunday, June 30, 2024.
French President Emmanuel Macron leaves the voting booth before voting in Le Touquet-Paris-Plage, northern France, Sunday, June 30, 2024. Yara Nardi, Pool via AP

Lo schieramento presidenziale ha ripetutamente respinto l'idea di collaborare con La France Insoumise (LFI), partito di estrema sinistra guidato da Jean-Luc Mélenchon. Macron ha affermato che, se il RN o LFI dovessero salire al potere, si potrebbe arrivare alla "guerra civile".

I partiti che Macron potrebbe quindi cercare di riunire per una coalizione più "moderata" includono i socialisti e i verdi a sinistra e i repubblicani a destra. Ma non è ancora chiaro se avrebbero insieme i 289 seggi necessari.

Potrebbe esserci un "fronte repubblicano" contro il RN?

Pochi minuti dopo i primi exit poll, che vedevano il RN ampiamente in testa, i leader politici di sinistra hanno iniziato a chiedere un cosiddetto "fronte repubblicano": si sono impegnati a ritirare i candidati terzi classificati che si sono qualificati per il secondo turno, nel tentativo di evitare che il RN conquisti seggi a causa di un voto diviso tra gli altri partiti.

Questo vale per LFI, i socialisti, i verdi e i comunisti, e anche per alcuni membri della coalizione centrista di Macron. "Lo dico con tutta la forza che ognuno dei nostri elettori deve mettere in campo. Non un solo voto deve andare al Rassemblement National", ha detto domenica il primo ministro Gabriel Attal .

Altri membri della coalizione del presidente hanno invitato i loro elettori a non sostenere i membri di LFI, affermando che né il RN né il partito di Jean-Luc Mélenchon, che fa parte della coalizione di sinistra, dovrebbero ottenere un voto.

Per Mathias Bernard, specialista di storia politica francese e presidente dell'Università di Clermont Auvergne, "le rinunce e i ballottaggi con tre candidati sono la chiave delle elezioni. Se ognuno dei tre blocchi si presenterà da solo al secondo turno, è probabile che il RN ottenga la maggioranza assoluta. Se ci sarà una sorta di 'fronte repubblicano', sarà più difficile".

"Non è certo, però, che questo 'fronte repubblicano' si materializzi", ha aggiunto Bernard, indicando Ensemble e i Repubblicani come i due partiti in cui i candidati terzi classificati potrebbero mostrare una maggiore resistenza alla richiesta di ritirarsi.

Protesters gather at Place de la République in Paris on Sunday after the first round of legislative elections.
Protesters gather at Place de la République in Paris on Sunday after the first round of legislative elections.Louise Delmotte/AP Photo

Affluenza elevata

L'interesse per le elezioni lampo indette da Macron è stato molto alto: diversi elettori hanno dichiarato a Euronews, prima del voto, di essere delusi dalle politiche del presidente e di volere un cambiamento.

L'affluenza alle urne, spesso bassa in Francia, è aumentata in modo significativo durante queste elezioni. Al primo turno delle elezioni legislative del 2017 e del 2022 il tasso di partecipazione non aveva raggiunto il 50%, secondo i dati del ministero degli Interni. Al primo turno di queste elezioni la partecipazione è salita al 66,7%.

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Secondo Célia Belin, responsabile dell'ufficio di Parigi dell'European Council on Foreign Relations, "l'alta affluenza e il minor numero di candidati hanno portato a un numero senza precedenti di sfide con tre candidati nel secondo turno".

Il rifiuto della coalizione presidenziale di ritirarsi sistematicamente a causa della presenza di candidati dell'LFI, tuttavia, potrebbe "aumentare la confusione degli elettori anti-RN sulla migliore linea d'azione", ha detto Belin.

Manon Aubry, europarlamentare di sinistra, ha dichiarato domenica ai giornalisti di aver incontrato molti giovani elettori che si recavano per la prima volta a votare a Parigi. "Questa mobilitazione, soprattutto nei quartieri svantaggiati, dovrebbe essere accolta con favore e amplificata", ha detto Aubry. I risultati del primo turno hanno innescato proteste in varie zone del Paese, dove migliaia di elettori di sinistra si sono riuniti per manifestare contro l'estrema destra.

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