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Ue: al via le elezioni europee tra sfide politiche ed economiche

Le elezioni del Parlamento europeo iniziano giovedì e si concludono domenica 9 giugno.
Le elezioni del Parlamento europeo iniziano giovedì e si concludono domenica 9 giugno. Diritti d'autore European Union, 2024.
Diritti d'autore European Union, 2024.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Le prime urne aperte sono nei Paesi Bassi. Si stima che 373 milioni di elettori aventi diritto siano chiamati a eleggere i 720 membri del Parlamento europeo per i prossimi cinque anni

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Le elezioni europee hanno preso finalmente il via: urne aperte nei Paesi Bassi dove giovedì mattina i primi a poter votare sono gli olandesi.

Nei prossimi tre giorni, gli altri 26 Stati membri seguiranno progressivamente, dando vita a un esercizio democratico transfrontaliero che terminerà domenica sera quando dovrebbe emergere il quadro di quello che sarà il nuovo emiciclo.

L'evento arriva in un momento precario e incerto per il blocco che nel giro di pochi anni è stato colpito da crisi consecutive che hanno profondamente ridisegnato le sue politiche, sfidato vecchie convinzioni e approfondito paure esistenziali.

Le sfide dell'Ue al voto

Mentre gli europei si preparano a votare, in Ucraina, un Paese che confina con quattro Stati membri e che aspira a entrare nei ranghi dell'Unione politica, infuria il più grande conflitto armato del continente dalla Seconda guerra mondiale. Questo ha lasciato i governi dell'Unione Europea alle prese con la ricerca di fondi aggiuntivi per potenziare le proprie capacità di difesa, un compito trascurato per decenni nella compiacenza del tempo di pace.

Sebbene la possibilità di un attacco russo sia un motivo di preoccupazione crescente, in particolare sul fronte orientale, dove risuona ancora il ricordo dell'occupazione sovietica, gli europei sono innanzitutto preoccupati per l'impatto immediato e tangibile che questa e altre crisi hanno avuto sulla loro vita quotidiana.

L'aumento dei prezzi al consumo e delle disuguaglianze sociali, la perdita del potere d'acquisto, la stagnazione della crescita economica, sono i temi più sentiti dagli elettori che si recano alle urne e sono costantemente al primo posto tra le questioni che l'Ue dovrebbe considerare prioritarie nel prossimo mandato.

L'aumento delle richieste di asilo - circa 1,14 milioni nel 2023 - mette sotto pressione la riforma della migrazione recentemente approvata dal blocco per ottenere risultati rapidi, anche se la legislazione richiederà due anni per entrare in vigore. Il contraccolpo contro il Green Deal, culminato nelle proteste degli agricoltori, è in contraddizione con l'aggravarsi degli effetti del cambiamento climatico - il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato - e con gli inquietanti rapporti che avvertono che l'obiettivo climatico di 1,5°C si sta allontanando in modo irreversibile.

La perdita di competitività nei confronti di Stati Uniti e Cina mette in luce le carenze dei flussi di investimento dell'Ue e alimenta le richieste di prestiti congiunti, consolidamento delle imprese e revisione finanziaria.

A queste preoccupazioni si aggiungono la guerra tra Israele e Hamas, che ha scatenato una furiosa contestazione tra i giovani europei, i cambiamenti demografici che prefigurano un invecchiamento e una contrazione della forza lavoro, il continuo disprezzo per lo Stato di diritto, la minaccia di interferenze straniere, disinformazione e sabotaggio, e una serie di scioccanti aggressioni contro i politici, tra cui un tentativo di assassinio del primo ministro slovacco.

Esperti e osservatori riutilizzato il termine "polycrisis" per definire l'instabilità del 2020. Il World Economic Forum parla di un fenomeno "in cui diverse crisi interagiscono in modo tale che l'impatto complessivo superi di gran lunga la somma di ciascuna parte".

Le tensioni del futuro

In questo scenario circa 373 milioni di elettori aventi diritto si recheranno alle urne per eleggere i 720 membri del Parlamento europeo, il cui mandato durerà cinque anni e influenzerà la legislazione destinata ad affrontare le crescenti sfide che potrebbero incombere sul blocco.

Non sorprende che la narrazione principale di questo ciclo elettorale sia stata l'ascesa dei partiti di estrema destra. Dal Rassemblement National a Fratelli d'Italia, il Partito della Libertà olandese, Vlaams Belang e il Partito della Libertà austriaco sono tra quelli che dovrebbero ottenere buoni risultati e aumentare la loro rappresentanza a Bruxelles.

Con i liberali e i verdi destinati a perdere seggi e i socialisti che dovrebbero mantenere la loro quota attuale, le tendenze lasciano presagire una svolta a destra nel prossimo emiciclo, che renderà difficile, o impossibile, replicare l'ambiziosa spinta legislativa degli ultimi cinque anni.

L'espulsione di Alternativa per la Germania (AfD) dal gruppo di estrema destra Identità e Democrazia (ID) al Parlamento europeo, avvenuta dopo che il suocandidato principale ha affermato che non tutti i membri delle SS sono criminali, ha messo a nudo le crepe tra le fazioni nazionaliste. Nonostante le opinioni comuni su Green Deal e migrazione, sono ancora in disaccordo su altre questioni cruciali come Ucraina, Russia, Nato e Cina.

The next European Parliament will have 720 lawmakers, up from the 705 today.
The next European Parliament will have 720 lawmakers, up from the 705 today.European Union, 2024.

La debacle dell'AfD ha scatenato una raffica di speculazioni su come i partiti di destra e di estrema destra si riorganizzeranno nella prossima legislatura, con gli occhi puntati sulla premier italiana Giorgia Meloni per la possibile formulazione di nuove maggioranze. La francese Marine Le Pen e l'ungherese Viktor Orbán hanno fatto pressioni su Meloni per creare un gruppo più ampio di forze nazionaliste ed euroscettiche che potrebbe facilmente diventare il secondo più grande.

La crescente influenza della Meloni si è estesa anche al mainstream. Ursula von der Leyen, in lizza per un secondo mandato ai vertici della Commissione europea, ha corteggiato pubblicamente la leader italiana per assicurarsi che i suoi europarlamentari votino a favore del presidente. Mossa che rischia di ritorcersi contro i partiti centristi che finora hanno sostenuto l'agenda della von der Leyen, e di cui lei stessa ha bisogno per la sua riconferma.

Le strategie della Von der Leyen potrebbero essere infatti il vero tema di questo ciclo elettorale. Durante la campagna elettorale il suo partito di centro-destra, il Partito Popolare Europeo (Ppe), si è gradualmente avvicinato ad alcune posizioni della minoranza di estrema destra.

Mentre si prevede che la tradizionale "grande coalizione" di partiti pro-europei conservi la sua maggioranza di governo, il Ppe, in quanto formazione più grande, potrebbe da solo far saltare questo accordo duraturo allineandosi con quelli alla sua destra. Il mese scorso, il Ppe si è rifiutato di firmareuna dichiarazione congiunta di condanna della violenza politica che includeva l'impegno a non collaborare mai con "partiti radicali a qualsiasi livello". Settimane dopo i liberali, che avevano approvato la dichiarazione, sono stati messi in difficoltà dopo che i loro colleghi olandesi hanno raggiunto un accordo con l'estrema destra di Geert Wilders.

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Questi eventi hanno infiammato le tensioni in vista delle elezioni suscitando aspre recriminazioni e puntando il dito tra i rivali. La tensione è destinata a culminare quando la von der Leyen affronterà la sua potenziale udienza di conferma a settembre, il primo test politico per il nuovo Parlamento europeo, che probabilmente sarà il più agitato nella storia del blocco.

Ma prima di tutto, gli europei devono votare.

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