Le temperature di quest'anno alla Mecca hanno superato i 50 gradi. L'Arabia Saudita ha sottolineato che la maggior parte delle vittime non aveva il permesso di partecipare
Oltre 1.300 pellegrini morti durante l'Hajj di quest'anno nella città santa della Mecca, in Arabia Saudita, a causa delle temperature estreme. È questo il bilancio drammatico fornito domenica dal ministro della Sanità dell'Arabia Saudita. Parlando alla televisione statale, Fahd bin Abdurrahman Al-Jalajel ha affermato che l’83 per cento delle vittime erano pellegrini non autorizzati che hanno camminato per lunghe distanze sotto il sole cocente.
Durante i giorni del pellegrinaggio, che si è svolto da venerdì 14 giugno a mercoledì 19 giugno, le temperature hanno superato i 50 gradi.
I pellegrini morti alla Mecca
Secondo funzionari del Cairo, le vittime includevano più di 660 persone provenienti dall'Egitto. Dopo la notizia il governo egiziano avrebbe revocato la licenza a 16 agenzie di viaggio per aver facilitato illegalmente i viaggi dei fedeli in Arabia Saudita.
Tra le nazionalità delle vittime 165 sarebbero indonesiani, 98 indiani e decine di altri da Giordania, Tunisia, Marocco, Algeria e Malesia. I numeri non non sono stati confermati dall'Arabia Saudita.
Cos'è l’Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca
Ḥajj è il pellegrinaggio islamico alla Mecca, in Arabia Saudita. Costituisce uno dei cinque pilastri dell’Islam: l’obbligo per ogni fedele che ne abbia le possibilità fisiche ed economiche è quello di compiere, almeno una volta nella vita, i riti che lo compongono. Questi ultimi devono essere effettuati nell'arco di cinque o sei giorni, dall'ottavo al tredicesimo giorno di Dhu al-Hijjah, l'ultimo mese del calendario islamico. Ogni anno le date del pellegrinaggio cambiano poichè il calendario lunare comprende undici giorni in meno di quello gregoriano.
Per giorni un flusso costante di fedeli si aggirano attorno alla Kaaba, l'edificio cubico situato al centro della Grande Moschea.