Il pacchetto di misure di sicurezza prevede un investimento da 2 miliardi di euro e farà parte di un più ampio sistema di difesa regionale coordinato con i Paesi baltici. È il più grande investimento sul fronte orientale della Nato dal 1945 e sarà pronto entro il 2028
Lunedì la Polonia ha presentato i piani con cui intende rafforzare la propria capacità di difesa militare lungo i 700 chilometri di confine con Russia e Bielorussia, nel timore che l'invasione dell'Ucraina possa minacciare in futuro direttamente il territorio dell'Unione Europea e della Nato.
Varsavia ritiene di essere già bersaglio di azioni ostili, come incendi dolosi, cyber attacchi e la pressione migratoria al confine incitata dalle autorità di Mosca e Minsk.
La Polonia ha già costruito un muro al confine con la Bielorussia per fermare il massiccio afflusso di migranti cominciato nel 2021 e secondo i media locali i respingimenti sarebbero stati seimila solo nella seconda metà del 2023. Ma la difesa che sta pianificando è ben più strutturata.
Verso una difesa regionale coordinata con i Paesi baltici
Il governo di Donald Tusk ha varato un investimento da oltre 2 miliardi di euro per una serie di misure di sicurezza, alle frontiere e nel cyberspazio, chiamate collettivamente Scudo Est.
Secondo il ministro della Difesa polacco è il più grande investimento sul fronte orientale della Nato dal 1945. Insieme all'Alleanza atlantica, Varsavia rafforzerà la sorveglianza anti-drone e le barriere a terra.
Tusk ha dichiarato la scorsa settimana che sono già iniziati i lavori per lo Scudo, che dovrebbe essere pronto entro il 2028 e che farà parte di una più ampia infrastruttura didifesa regionale cooordinata con gli Stati Baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia).
"Sappiamo che la Russia ha intenzione di agire con diversivi organizzati, anche quelli che potrebbero essere definiti atti terroristici all'interno dei Paesi della Nato", ha avvertito il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, al suo arrivo lunedì alla riunione periodica con i colleghi dell'Unione europea.
Landsbergis ha aggiunto che bisogna "permettere all'Ucraina di usare le armi che possiede nel modo in cui deve usarle", un riferimento al fatto che Kiev possa adoperarle anche per attaccare in Russia e non solo per difendersi, ipotesi respinta invece dall'Italia.