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L'energia nucleare torna al centro del dibattito in Ue: le posizioni dei Paesi

Il presidente francese Emmanuel Macron pronuncia un discorso sull'Europa nell'anfiteatro dell'Università della Sorbona, giovedì
Il presidente francese Emmanuel Macron pronuncia un discorso sull'Europa nell'anfiteatro dell'Università della Sorbona, giovedì Diritti d'autore Christophe Petit Tesson/AP
Diritti d'autore Christophe Petit Tesson/AP
Di Daniel Harper
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Energia e centrali nucleari tornano sui tavoli dei governi dell'Unione europea. Se ne discuterà anche al G7 dell'Ambiente organizzato a Torino. Ecco la posizione dei Paesi membri

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L'energia nucleare diventa un tema fondamentale per rispondere alla crisi energetica. Dalla Francia all'Italia, passando per Spagna e Portogallo, i governi nazionali hanno rimesso al centro del dibattito l'apertura delle centrali e l'uso dell'energia alternativa. 

In Italia si valuta di nuovo il ritorno del nucleare

La storia nucleare italiana si è conclusa con il referendum del 1990 che ha portato alla chiusura di tutte e quattro centrali presenti sul territorio. Un successivo tentativo di reintrodurre l'energia nucleare è stato interrotto poi dal referendum del 2011.

In seguito alla crisi energetica e alla spinta da parte della maggioranza del centrodestra e dell'estrema destra, la Camera dei Deputati ha avviato un'indagine sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica. Il Paese è l'unica Nazione del G7 senza centrali nucleari operative.

L'indagine mira a esplorare il potenziale contributo dell'energia nucleare alla decarbonizzazione dell'Italia entro il 2030 e alla neutralità climatica entro il 2050. È stata sostenuta da membri pro-nucleari ma ha subito l'astensione di altri. 

"Vogliamo far crescere fotovoltaico, eolico, geotermico e idroelettrico: l'obiettivo è arrivare alla fine di questo decennio con un terzo del fabbisogno coperto dalle rinnovabili, aggiungendo 70 Terawatt di produzione. Oggi l'Italia consuma quasi 310 Terawatt di energia, ma il fabbisogno potrebbe raddoppiare per il 2050. Ma le rinnovabili non bastano. E non possiamo rovinare questo bel Paese con pale e pannelli ovunque", ha detto il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in un'intervista alla Stamp.

Il ministro da lunedì 29 aprile guiderà il G7 dell'Ambiente ha Torino e nell'intervista ha poi aggiunto: "Il nucleare è considerato ormai un'energia pulita, lo dimostra anche la tassonomia europea che classifica le attività che si possono definire sostenibili. Il mio ministero ha il mandato del governo e del Parlamento di approfondire sul fronte della ricerca e della sperimentazione". 

Lo scorso marzo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier Salvini ha anche affermato che un Paese moderno e industrializzato "non può dire no all'energia nucleare".

La rinascita della Francia nel settore nucleare

Emmanuel Macron ha sostenuto la ripresa del programma nucleare francese come obiettivo centrale del suo secondo mandato presidenziale.

Con l'enfasi sulla creazione di posti di lavoro, sugli investimenti verdi e sui progressi nei mini-reattori, le sfide che accompagnano questa rinascita nucleare sono molteplici.

Il capo dell'Eliseo aveva sottolineato questo impegno durante la sua campagna per la rielezione nel maggio 2022. Mesi prima, durante una visita al sito di produzione di turbine Arabelle a Belfort, Macron aveva presentato un ambizioso programma nucleare.

Secondo Macron, questa è la soluzione principale per soddisfare la crescente domanda di elettricità dovuta all'aumento dell'elettrificazione, per raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050 e mantenere prezzi competitivi dell'elettricità per sostenere le imprese francesi.

Macron ha parlato dell'energia nucleare come una tecnologia del futuro. L'attuale flotta francese di reattori per la produzione di elettricità è composta da 56 reattori ad acqua pressurizzata (PWR), classificati come 'generazione II', insieme a un reattore EPR (European Pressurised Water Reactor) attualmente in costruzione a Flamanville, nella Manica, denominato 'generazione III'.

A gennaio, il presidente francese ha dichiarato la sua intenzione di delineare "le principali direzioni per i prossimi 8" reattori EPR a partire dall'estate, nell'ambito del rilancio dell'energia nucleare, dopo il lancio di sei nuovi reattori EPR.

Gendarme patrol on the Seine river, with the Nogent-sur-Seine nuclear plant in background
Gendarme patrol on the Seine river, with the Nogent-sur-Seine nuclear plant in backgroundThibault Camus/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.

Controversia nucleare in Germania

Mentre il 65-70 percento dell'elettricità in Francia è generata dal nucleare, la cifra tedesca era solo dell'1,4 percento nel 2023. È indicativo di una relazione complicata tra i partiti politici tedeschi e l'energia nucleare.

Tra le preoccupazioni per le forniture di gas a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, il governo di Berlino ha preso in considerazione tre opzioni politiche: estendere l'uso del combustibile nucleare esistente, acquistare nuovi elementi di combustibile o riaprire gli impianti recentemente chiusi. Il partito dei Verdi si è fermamente opposto al riavvio delle centrali nucleari.

La gestione dell'eliminazione graduale del nucleare in Germania durante la crisi energetica del 2022 ha attirato l'attenzione dei ministeri dell'economia e dell'ambiente del Paese, entrambi guidati dal partito dei Verdi, per il loro approccio alla chiusura delle ultime tre centrali nucleari.

Il ministro federale tedesco per gli Affari economici e l'azione per il clima, Robert Habeck, si è trovato reindirizzato alla commissione per l'energia del Bundestag per difendere la sua controversa politica in mezzo alla crisi energetica.

Nonostante le discussioni e le valutazioni interne a sostegno della fattibilità di estendere la durata di vita delle centrali nucleari, si è verificato un cambio di direzione all'interno del ministero dell'Ambiente, adducendo "ragioni di sicurezza nucleare2.

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Il ministro Habeck ha difeso le azioni del suo ministero, sottolineando la necessità di concentrarsi sulla sostituzione del gas naturale russo piuttosto che affidarsi all'energia nucleare per l'elettricità.

La decisione di prolungare la vita delle ultime tre centrali nucleari è stata infine presa diversi mesi dopo, a seguito di un compromesso promosso dal Partito liberale democratico libero (Fdp). La gestione della questione è stata criticata dall'opposizione conservatrice tedesca, che sostiene che il processo è mancato di trasparenza e apertura.

Il dibattito in corso in Spagna

La strategia energetica della Spagna rimane oggetto di dibattito, con diversi punti di vista sul ruolo delle energie nucleari e rinnovabili nel raggiungimento della sostenibilità e dell'indipendenza energetica.

Il governo spagnolo ha annunciato a dicembre l**'intenzione di eliminare gradualmente i reattori nucleari del Paese,** con la chiusura del primo impianto prevista per il 2027.

Il panorama energetico è influenzato dall'uso strategico della Russia sulla sua capacità di produzione di gas e dalle interruzioni causate da controversie come la recente interruzione delle forniture di gas dall'Algeria al Marocco, che ha interessato una delle rotte di approvvigionamento di gas della Spagna.

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Greenpeace Spagna chiede una transizione accelerata dall'energia nucleare e critica il piano energetico spagnolo perché non dà priorità a un rapido passaggio verso il 100 per cento di energia rinnovabile.

José Luis García, responsabile del programma di emergenza climatica di Greenpeace, contesta la classificazione dell'energia nucleare come 'verde', sottolineando la necessità di affrontare i rischi ambientali più ampi associati all'energia nucleare.

Mentre la Francia cerca di rafforzare la sua sicurezza energetica abbracciando l'energia nucleare insieme alle energie rinnovabili, la Spagna rimane ferma nel suo impegno a raggiungere la completa denuclearizzazione entro il 2035, come delineato nel suo Piano nazionale completo per l'energia e il clima 2021-2030 (Pniec). Comprese due centrali nucleari a 100 chilometri dal confine portoghese.

Il Portogallo sta eliminando gradualmente il nucleare

Nel marzo di quest'anno, il Portogallo ha compiuto un passo significativo verso lo smantellamento del suo reattore nucleare di lunga data, che era stato fondamentale nella ricerca scientifica e nell'istruzione per oltre cinque decenni.

Questo segna la conclusione di un'era che un tempo prevedeva più centrali nucleari in Portogallo per la generazione di elettricità. Ora sono in corso piani dettagliati per il processo di smantellamento, che dovrebbe durare un decennio.

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Il Portogallo ha assunto una posizione ferma contro l'energia nucleare, con il ministro dell'Ambiente e dell'Azione per il clima, João Pedro Matos Fernandes, che ne ha evidenziato le carenze percepite durante la 26a conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP26) a Glasgow. o Matos Fernandes a sottolineato che l'energia nucleare è considerata non sicura, insostenibile ed economicamente onerosa.

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