Al centro del progetto c'è lo studio dell'impatto dei cambiamenti climatici sulla flora e la fauna marine nell'estuario di Aveiro, in Portogallo
Il mare e la sua biodiversità sono al centro della ricerca delle progetto europeo Ecomare nell'estuario di Aveiro, in Portogallo. Al cuore del progetto c'è lo studio dell'impatto dei cambiamenti climatici sulla flora e la fauna marine. Ecomare, inoltre, si prende cura degli animali feriti.
"Il nostro motto è: sostenibilità, riabilitazione e conservazione della vita marina - dice Artur Silva, vicerettore dell'università di Aveiro -. Stiamo sviluppando la ricerca sull'acquacoltura e sulle biotecnologie, ma soprattutto lavoriamo sul recupero degli animali marini. Per noi è importante dare questo contributo al Portogallo e, se necessario, anche ad altri Paesi".
Ecomare è dotato di due centri specializzati. Il primo è il Cpram, un ospedale aperto 24 ore su 24, in grado di curare più di mille animali all'anno. Si tratta soprattutto di uccelli, ma ci sono anche delfini e tartarughe come Costa Nova, rimasta intrappolata in una rete da pesca e curata per sette mesi al Cpram.
"Aveva alcuni tagli profondi - dice Catarina Eira, coordinatrice scientifica del Cpram -. Abbiamo curato le sue ferite, si è ripresa e ora è pronta per essere liberata. Le abbiamo applicato un trasmettitore per vedere come si muove nell'oceano".
All'ospedale non sono ammessi visitatori, in modo da tutelare la salute e il recupero degli animali, che spesso finiscono qui dopo avere ingerito ami da pesca, plastica o rifiuti tossici. Ogni terzo mercoledì del mese i visitatori sono però ammessi al Cepam, il centro di ricerca di Ecomare. Uno degli obiettivi del progetto, infatti, è sensibilizzare le persone sulla fragilità degli habitat marini.
Il budget totale per questo progetto è di 4,8 milioni di euro, di cui oltre l'84,3% è stato sovvenzionato dalla Politica di Coesione dell'Unione europea. Esperti di tutto il mondo partecipano alla ricerca sui cambiamenti climatici nell'ambiente marino e sulle biotecnologie.
"Utilizziamo molti coralli per studiare le questioni biotecnologiche - dice Ricardo Calado, coordinatore scientifico del Cepam -. I coralli sono un serbatoio fantastico di nuove molecole che potrebbero portare alla scoperta di nuovi farmaci per curare il cancro e altre malattie, come quelle neurodegenerative tipo Alzheimer e Parkinson".