Il regolamento europeo ribattezzato "legge sul controllo delle chat" divide l'opinione pubblica, tra chi è preoccupato per gli abusi sui minori online e chi per le violazioni della privacy
"Clean up online - Internet pulito": questo lo slogan scandito dai manifestanti che davanti alla sede del Parlamento europeo di Bruxelles hanno chiesto l'adozione rapida del regolamento sugli abusi sessuali sui minori, con implicazioni anche sulle piattaforme in rete.
Protezione europea contro gli abusi
Gli attivisti indossavano tute ignifughe e tenevano in mano prodotti per la pulizia, a simboleggiare lo stato attuale di Internet: un luogo sporco e pericoloso per i bambini in Europa.
Alcuni manifestanti della Ong Brave Movement, anch'essi vittime durante l'infanzia di abusi, vogliono che l’Unione agisca contro i predatori sessuali online, combattendo l’adescamento e le molestie nei confronti dei bambini.
"Un bambino su cinque, uno su cinque dei vostri figli, subirà abusi sessuali prima dei 15 o 16 anni. E molti di loro avverranno online. Purtroppo oggi il 60% degli abusi sessuali online nel mondo avvengono in Europa", dice l'attivista irlandese Patrick Sandford.
"Questa legislazione può proteggere i bambini online. La comunità online è in costante crescita a causa delle aziende tecnologiche in espansione. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro", il commento di Scharliina Eräpuro, attrice e attivista finlandese. "Tutte le nuove tecnologie, i social media... non sappiamo come ciò influirà sui bambini? e questa legislazione li proteggerà ora, ma anche in futuro.
Protezione vs privacy
Uno dei punti critici del regolamento riguarda l'obbligo per le grandi piattaforme tecnologiche di scansionare e rilevare materiale pedopornografico anche nei messaggi privati. Mentre alcuni Stati membri rimangono scettici, gli attivisti chiedono all’Unione di non annacquare la legislazione.
Il regolamento europeo, ribattezzato "legge sul controllo della chat", suscita però anche reazioni opposte, quelle degli attivisti preoccupati per la privacy e delle Ong di tutta Europa, che in una lettera aperta avvertono: nella sua forma attuale la legge permetterebbe di scansionare i messaggi privati, violando di fatto i diritti di milioni di persone.
"La tecnologia non cercherà solo la pornografia infantile, è lì per trovare qualcosa. Sappiamo che verrà utilizzata per altre cose, perché puoi controllare qualsiasi cosa", spiega a Euronews Carmela Troncoso, professoressa all'École Polytechnique Fédérale di Losanna, in Svizzera.
"Una volta che il meccanismo sarà in atto, i governi, i grandi hacker che sanno manomettere i sistemi, possono effettivamente utilizzare questa breccia per controllare le nostre comunicazioni".
Gli Stati membri dell'Unione europea discuteranno la questione alla fine di settembre, mentre la commissione per le Libertà civili del Parlamento comunitario terrà un dibattito a ottobre. Subito dopo, il controverso dossier arriverà alla sessione plenaria dell'Eurocamera, dove si annuncia uno scontro tra chi è più preoccupato per la privacy e chi per gli abusi sui minori.