"L'invasione di Taiwan? Una sconfitta per le democrazie mondiali"

La bandiera che sventola su Taiwan è quella della Repubblica di Cina
La bandiera che sventola su Taiwan è quella della Repubblica di Cina Diritti d'autore Wally Santana/AP
Diritti d'autore Wally Santana/AP
Di Jorge Liboreiro
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In un'intervista esclusiva a Euronews, il rappresentante di Taipei presso l'Unione europea Remus Li-Kuo Chen fa appello al dialogo con la Cina: "Cio che sta accadendo è una questione di vita o di morte per i taiwanesi"

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Un'eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina sarebbe una sconfitta per tutte le democrazie del mondo.

Questione di vita o di morte

Questo l' avvertimento lanciato da Remus Li-Kuo Chen, il principale rappresentante di Taipei presso l'Unione Europea, in un'intervista esclusiva a Euronews, Chen traccia un parallelo tra l'aggressione russa dell'Ucraina e quelle che definisce provocazioni militari cinesi nello Stretto di Taiwan.

"Il caso di Taiwan è abbastanza simile: Taiwan è piccola, la Cina è grande. E se ci sarà qualche conflitto non sarà a causa nostra, Tutto ciò che sta accadendo nello Stretto di Taiwan è davvero una questione di vita o di morte per il popolo taiwanese". 

"Se si verificasse questo tipo di scenario - prosegue il rappresentante -, non possiamo farcela da soli. Dobbiamo assicurarci che il mondo intero presti attenzione e che ci siano ripercussioni devastanti e catastrofiche se succede qualcosa in questa regione, specialmente nello Stretto di Taiwan.

"Ciò che sta accadendo nello Stretto di Taiwan è una questione di vita o di morte per il popolo taiwanese"
Remus Li-Kuo Chen
Rappresentante di Taipei presso l'Ue

Invito al dialogo

L'Unione Europea considera Taiwan un partner commerciale affidabile, ma non ne riconosce lo status di Paese indipendente, come del resto la maggior parte della comunità internazionale.

Il governo di Pechino aspira alla riunificazione di Taiwan alla terraferma, con le buone o con le cattive. Remus Li-Kuo Chen respinge qualsiasi intimidazione militare e invita al dialogo.

"La Cina non dovrebbe continuare sula strada della coercizione economica e delle intimidazioni militari, ma piuttosto pensare a come riannodare il dialogo. Sediamoci e parliamo da pari. Perché rinunciare ai vantaggi e al benessere sulle due sponde dello stretto di Taiwan? Loro hanno tutta la possibilità di mantenere la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan".

Per il governo di Taipei il 2027 potrebbe essere l'anno di un decisa iniziativa cinese per la riunificazione. E il suo rappresentante a Bruxelles confida nella "volontà e nella determinazione più forti di sempre", che i taiwanesi avranno nel difendere la propria isola.

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