Ue: giro di vite sui prodotti che causano la deforestazione a livello globale

Ue: giro di vite sui prodotti che causano la deforestazione a livello globale
Diritti d'autore Andre Penner/AP
Di Jorge LiboreiroAlberto de Filippis
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Bruxelles ha deciso: tracciabilitâ ed ecocompatibilità dovrebbero limitare l'uso e l'arrivo sui nostri mercati di prodotti che causano la deforestazione. Funzionerà?

PUBBLICITÀ

È un altro passo, un nuovo tentativo per frenare il ritmo accelerato del cambiamento climatico causato dall'uomo, Bruxelles ha messo gli occhi sul cioccolato che mangiamo, sul caffè che beviamo e sulla pelle che indossiamo.

In base alle nuove regole svelate mercoledì, la Commissione europea prevede di vietare la vendita di prodotti agricoli realizzati in terreni deforestati e degradati.

L'elenco iniziale di alimenti e prodotti mirati comprende soia, manzo, olio di palma, cacao e caffè, oltre al legno.

La mossa, progettata in linea con il Green Deal europeo, è un tentativo di garantire che le foreste di tutto il mondo rimangano intatte e continuino ad assorbire l'anidride carbonica man mano che crescono.

Sebbene le foreste siano spesso descritte come i polmoni della terra, la loro cattiva gestione e abuso è uno dei principali fattori alla base del riscaldamento globale. Quando un'azienda taglia una foresta o drena una zona umida per fare spazio all'allevamento del bestiame o alla raccolta del legname, gli alberi abbattuti rilasciano nell'atmosfera il carbonio che hanno immagazzinato.

Il Gruppo intergovernativo di esperti scientifici sui cambiamenti climatici (IPCC) stima che il 23% di tutte le emissioni di gas serra provenga dall'agricoltura, dalla silvicoltura e da altri usi del suolo, compreso l'allevamento del bestiame. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi 30 anni il mondo ha perso 420 milioni di ettari di foresta – un'area più grande dell'intera UE – a causa della deforestazione.

Tra gli accordi raggiunti durante la COP26 c'è un importante impegno da parte di oltre 100 paesi per porre fine alla deforestazione e al degrado del suolo entro il 2030.

L'UE, uno dei firmatari, sta ora cercando di dare ulteriore impulso a questo movimento globale con una bozza di regolamento per garantire che i prodotti venduti ai consumatori europei non causino deforestazione.

"Questa proposta è davvero rivoluzionaria", ha detto ai giornalisti Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l'ambiente, gli oceani e la pesca, presentando il progetto di legge.

"Essa si rivolge non solo all'illegalità, ma a tutta la deforestazione guidata dall'espansione agricola".

Sinkevičius ha sottolineato che il regolamento si applicherà a "tutte le fasi della catena di approvvigionamento" e tratterà allo stesso modo le esportazioni e le importazioni dell'UE.

Come funzionerà in pratica il regolamento?

Le aziende di tutte le dimensioni, dalle multinazionali alle PMI, che commerciano i sei prodotti selezionati saranno obbligate a seguire le regole, che operano in base a un sistema di tracciabilità.

Alle aziende verrà chiesto di raccogliere informazioni dettagliate, comprese le coordinate geografiche, sull'azienda agricola o sulla piantagione in cui vengono prodotti i loro beni per dimostrare che sono conformi ai requisiti del regolamento. Queste informazioni saranno trasmesse digitalmente ai regolatori nazionali.

Se un'azienda non riesce a dimostrare che i suoi prodotti sono legali hanno causato deforestazione, le sarà impedito di inserirli ovunque all'interno del mercato unico europeo, che comprende i 27 Stati membri insieme a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Nel caso in cui l'azienda non rispetti le regole e proceda con il prodotto non conforme, il regolatore nazionale può applicare sanzioni sulla base del danno ambientale, confiscare la merce illegale e persino sequestrare i ricavi ottenuti dalla sua vendita.

I regolatori hanno anche il diritto di effettuare ispezioni in loco se sospettano un illecito.

Per guidare le autorità nazionali nel loro lavoro quotidiano, la Commissione europea stabilirà una classifica dei paesi suddivisi in base al rischio di deforestazione: basso, standard e alto. I prodotti realizzati in paesi ad alto rischio saranno soggetti a un esame più attento ed a regole più rigorose.

PUBBLICITÀ

L'elenco sarà pubblico con l'obiettivo di indirizzare consumatori e investitori verso mercati sostenibili.

Altri prodotti saranno presi di mira?

Inizialmente, il regolamento riguarderà sei prodotti: soia, manzo, olio di palma, cacao, caffè e legno.

Le regole includono anche alcuni prodotti derivati, come cioccolato, cacao in polvere, cuoio, compensato, box pallet, botti e cornici in legno per quadri, specchi e fotografie.

La Commissione ritiene che il consumo di questi prodotti nell'UE stia aggravando la deforestazione. Secondo il World Wildlife Fund, la UE è il secondo importatore mondiale di prodotti che provocano deforestazione, solo dietro alla Cina e prima dell'India e degli Stati Uniti.

PUBBLICITÀ

Il commissario Sinkevičius ha affermato che l'elenco è una "decisione politica" e dovrebbe essere considerato un punto di partenza, con la possibilità di aggiungere gradualmente più prodotti, come la gomma.

Per il momento, il regolamento riguarderà la deforestazione legata alle foreste ed escluderà i danni derivanti dal drenaggio di zone umide e torbiere a fini agricoli.

Quando entreranno in vigore le norme?

Il progetto di regolamento dovrà essere negoziato e deciso dagli Stati membri e dal Parlamento europeo. Una volta che i due colegislatori raggiungeranno un accordo, un processo che può richiedere fino a due anni, le regole entreranno in vigore.

Tuttavia, la Commissione ha introdotto una disposizione che applicherà retroattivamente le norme a tutti i prodotti.

PUBBLICITÀ

La Francia, che a gennaio assumerà la presidenza semestrale di rotazione del Consiglio Ue, ha affermato di voler dare priorità alla questione.

Sembra esserci un forte sostegno popolare dietro l'iniziativa: la consultazione pubblica che ha preceduto la proposta della Commissione ha ricevuto più di 1,2 milioni di risposte, la seconda più popolare nella storia dell'UE dopo il dibattito del 2018 sul cambio dell'ora.

Qual è stata la reazione alle nuove regole?

Le organizzazioni ambientaliste hanno accolto con favore le nuove regole come un passo positivo nella lotta dell'UE contro i cambiamenti climatici, pur esprimendo alcune riserve sulle carenze del regolamento.

Il progetto di legge è un "ottimo fondamento" che distingue l'UE dagli alleati internazionali come gli Stati Uniti e il Regno Unito, afferma Anke Schulmeister, responsabile politico senior del World Wildlife Fund (WWF).

PUBBLICITÀ

"La Commissione europea deve essere molto flessibile e reagire rapidamente ai cambiamenti: ciò che potrebbe essere sicuro oggi potrebbe non esserlo domani", ha detto Schulmeister a Euronews, riferendosi alle sei materie prime. "Questa legge funzionerà solo se c'è una corretta attuazione da parte delle autorità nazionali".

Schulmeister spera che i colegislatori non annacquano il testo e si sforzeranno invece di ampliare il suo campo di applicazione a più prodotti, come mais, pollame e prodotti lattiero-caseari, e a ecosistemi più a rischio, come le savane.

Greenpeace UE ha definito il disegno di legge un "barlume di speranza" e ha elogiato il meccanismo di tracciabilità, ma ha criticato la mancanza di disposizioni relative al diritto internazionale e ai diritti delle popolazioni indigene.

Global Witness e il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo hanno espresso preoccupazioni simili circa le omissioni e le carenze nella proposta della Commissione, ma hanno evidenziato il suo carattere pionieristico.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Il paradosso dell'accordo fra Unione europea ed Egitto

Analisi: per i socialisti esiste un "pericolo reale" in vista delle elezioni Ue

Esclusivo: sospetti casi di frode e nepotismo nell'ufficio marchi dell'Ue