Il Montenegro, l'autostrada e la trappola del debito con la Cina

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Di Hans von der Brelie
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​​​​​​​​​​Il Montenegro sta costruendo una delle autostrade più costose al mondo, finanziata da un prestito cinese che non riesce a rimborsare. Si è infilato nella trappola del debito cinese? Andiamo a vedere.

​​​​​​​​​​Il Montenegro sta costruendo una delle autostrade più costose al mondo, finanziata da un prestito cinese che non riesce a rimborsare. Si è infilato nella trappola del debito cinese? Andiamo a vedere.

L'autostrada più controversa d'Europa

La prima autostrada del Montenegro è anche la più controversa d'Europa. 40 ponti e 90 gallerie andranno a disturbare i panorami mozzafiato del piccolo paese dei Balcani occidentali. Il tutto costruito e finanziato con l'aiuto della Cina.

Ma dei 170 chilometri previsti, finora ne sono stati terminati solo 40.

​La costruzione dell'autostrada è stata avviata da Milo Dukanovic, colui che domina la politica del paese da decenni. Studi di fattibilità francesi e americani hanno segnalato i rischi di un progetto così sovradimensionato. La Banca europea per gli investimenti ha rifiutato di farsi coinvolgere. Si è allora fatta avanti la Cina con un prestito da un miliardo di dollari per la prima parte del progetto. Ma, dopo che la pandemia ha schiacciato l'economia montenegrina, non c'è modo di finanziare il resto.

Diventerà un'autostrada verso il nulla? Il progetto prevede che colleghi il porto di Bar, nel sud, con il confine con la Serbia a nord. La prima sezione doveva essere terminata nel 2020, ma non lo è nemmeno quella.

Uno dei paesi più corrotti della regione

Bojan fa il camionista. La sua famiglia vive qui da generazioni, parte della loro proprietà è stata espropriata per il progetto dell'autostrada, ma non sono stati completamente risarciti. Bojan è un cittadino del Montenegro con radici serbe, guadagna 600 euro al mese e vede il futuro del suo paese nell'Unione europea.

I politici avevano promesso migliaia di posti di lavoro. Bojan non ha avuto nulla, e i cinesi hanno portato i loro operai. I camionista dice anche che ci sono subappaltatori che assumono lavoratori clandestini dai paesi vicini, senza contratto e senza pagare i contributi previdenziali: "Avrei preferito che scegliessero l'Europa per questo prestito. Con l'Europa non avrebbero potuto comportarsi così, alla selvaggia, è stato come al mercato, come al bazar: niente documenti, solo parole. È perché hanno lavorato con i cinesi e con i croati. Se ci fosse stata l'Europa, ci sarebbero stati più controlli e l'autostrada sarebbe già finita. Hanno rubato il 10 per cento, cento milioni, di cui abbiamo bisogno per completare solo la prima sezione".

Il vice project manager dell'ente cinese per le strade e i ponti ci fa fare un giro del cantiere, ma rifiuta di commentare di fronte alle telecamere. Chiediamo allora un'intervista attraverso l'ambasciata cinese, ma ci troviamo di fronte a un muro di silenzio.

Il Montenegro ha la reputazione di essere uno dei paesi più corrotti della regione. C'è rabbia nell'aria: mentre guidiamo, ci imbattiamo in graffiti che dicono "Milo ladro", riferendosi al presidente Milo Dukanovic e ai suoi presunti legami con i subappaltatori locali.

Andiamo allora a fare una chiacchierata con Dejan Milovac, un ricercatore investigativo che fa parte dell'ong anticorruzione Mans, cofinanziata dall'Unione europea. 400 milioni del colossale prestito sono finiti nelle tasche di subappaltatori, dice Milovac: "Non c'è stata nessuna procedura pubblica di appalto per i subappaltatori. La maggior parte del progetto è stata dichiarata segreto di stato. Tutti i vantaggi di cui gode qui l'ente cinese, come l'esenzione dall'Iva, dalle tasse sul lavoro e dai diritti di dogana, sono stati applicati anche ai subappaltatori locali, senza controlli. È stata un'enorme opportunità per la corruzione, un'enorme opportunità di poter abusare di questi vantaggi".

Un nuovo governo per più trasparenza

I cittadini sono sempre più stanchi della corruzione endemica. L'anno scorso hanno cambiato il governo. Il nuovo vice primo ministro, Dritan Abazović, si è forgiato una reputazione di lotta per la trasparenza, una condizione necessaria per avvicinare il Montenegro all'Unione europea. L'abbiamo intervistato.

Pensa che ci saranno problemi di tangenti, di corruzione, legati al contratto per quest'autostrada?

"Quello che possiamo fare è aprire tutti gli archivi, effettuare i controlli necessari, e se troviamo qualcosa di problematico, consegnarlo al procuratore speciale per i procedimenti formali".

Quindi ci sarà un'inchiesta?

"Ne sono più che certo! Tutto quel che è successo intorno a questo progetto è stato ben poco trasparente".

Oggi c'è solo una parte dell'autostrada. Chi la finirà, e chi completerà le parti mancanti?

"È quello che stiamo chiedendo a Bruxelles. Sono più che certo che troveremo una soluzione per un finanziamento da parte delle istituzioni europee per le altre due parti".

Che cosa deve cambiare?

"Nel nostro paese ci vuole più stato di diritto, è questo il problema maggiore per noi: combattere la criminalità organizzata e la corruzione".

Un bottino ghiotto per Pechino

Si teme che la Cina abbia messo l'occhio sul porto di Bar. Firmando il prestito da un miliardo di dollari, il Montenegro ha concordato alcune strane condizioni, come la rinuncia alla sovranità su alcune parti del territorio in caso di problemi finanziari. La procedura d'arbitrato si svolgerebbe in Cina, seguendo le leggi cinesi. Una concessione portuale a lungo termine farebbe comodo a Pechino per la Belt and Road Initiative, un progetto d'infrastrutture in diversi paesi per poter accedere ai relativi mercati.

Nella speranza di una ripresa economica, le autorità portuali progettano due nuovi terminal.

Devastazione ambientale

L'autostrada attraversa la valle del fiume Tara, uno degli ultimi fiumi selvaggi della regione, protetto, almeno in teoria, da leggi e convenzioni nazionali e internazionali.

Natasha Kovačević monitora il fiume con strumenti idrogeologici. I risultati sono un disastro. Questa parte del fiume è stata declassata dal grado 1, il migliore, al grado 5, il peggiore.

Natasha ha studiato legge ed è poi entrata a far parte del gruppo ecologista Green Home. Qui ci mostra che i sedimenti del cantiere finiscono nell'acqua, impedendo ai pesci di deporre le uova: "Abbiamo devastato la parte più importante del fiume Tara, rendendolo invivibile per i pesci - dice -. Ora non torneranno per vent'anni, se non di più. Alcuni non torneranno mai".

I percorsi alternativi per l'autostrada proposti da esperti ambientalisti per evitare la valle del Tara non sono stati presi in considerazione. I manager cinesi hanno anche ignorato gli standard di costruzione di base dell'Unione europea. I detriti hanno devastato la vallata.

Una possibile via d'uscita potrebbe essere un nuovo pacchetto di accordi con l'Unione europea per il completamento dei lavori. Resta da vedere se il Montenegro rispetterebbe gli standard ambientali europei e si impegnerebbe alla piena trasparenza su come verrebbe speso ogni singolo euro.

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