Come sta cambiando la coltivazione del cacao in Costa d'Avorio?

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Di Cyril Fourneris
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Ne abbiamo parlato con alcuni membri di Cayat, una cooperativa pioniera nel commercio equo e solidale e nella tracciabilità del cacao

Adzopé è una piccola città della Costa d'Avorio celebre per il cioccolato. Cayat è cooperativa locale che è pioniera nel commercio equo e solidale e nella tracciabilità del cacao.

"Le norme si applicano a tutti, quindi non accettiamo produttori che hanno disboscato o che si trovano in un'area protetta - dice Robert Yao Nguettia, segretario generale di Cayat -. Con il cambiamento climatico qui in Africa, oggi fa molto caldo e non piove. Lo avevamo previsto, anche prima dell'arrivo di queste regole, e stavamo già installando dei vivai all'ombra".

"Qui coltiviamo alberi da ombra. Questi alberi da frutto e da foresta vengono distribuiti ai produttori - dice Ake Rosin, segretario generale dell'Associazione delle donne di Cayat -. Li aiuta a coltivare il cacao, perché abbiamo visto che negli ultimi anni c'è stato troppo sole e gli alberi di cacao non riescono più a produrre. Abbiamo dimostrato che piantare alberi per sostenerli li aiuta e, inoltre, le foglie degli alberi che cadono a terra migliorano il terreno, come un fertilizzante. Stiamo anche piantando alberi da frutto, che danno loro altre fonti di reddito".

"Nella cooperativa impieghiamo una ventina di giovani per effettuare ispezioni nelle piantagioni, seguite da corsi di formazione - dice Awa Bamba, amministratore delegato di Cayat -. Stiamo riuscendo a mettere in atto delle misure per proteggere l'ambiente, ma non è facile per tutte le cooperative della Costa d'Avorio. Quindi se vogliamo mantenere i pochi produttori che ancora vogliono continuare a coltivare il cacao, dovremo acquistare il cacao a un prezzo davvero remunerativo. Ognuno di noi ha una responsabilità. Dobbiamo definire le responsabilità del produttore di cioccolato, dell'esportatore e infine dei produttori. Ognuno deve avere ben chiaro cosa deve fare. Va bene salvare il pianeta, ma dobbiamo anche salvare le persone che ci vivono".

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