La scoperta permette di ricostruire le difficili condizioni di vita dei ceti più bassi della società durante il periodo romano.
In una villa romana nei pressi di Pompei è stata riportata alla luce una piccola camera da letto, probabilmente utilizzata dagli schiavi circa 2.000 anni fa.
La stanza si trova all'interno della villa Civita Giuliana, situata a circa 600 metri a nord delle mura di Pompei.
All'interno della stanza c'erano due letti, di cui solo uno aveva un materasso. Inoltre, erano presenti due piccoli armadietti e una serie di urne e contenitori in ceramica, all'interno dei quali sono stati rinvenuti i resti di due topi e un ratto.
"Questi dettagli sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e di scarsa igiene in cui vivevano i ceti più bassi della società in quel periodo", ha dichiarato il ministero della Cultura.
Non sono state trovati resti di grate, serrature o catene per confinare gli occupanti della stanza.
Gli arredi sono stati ricostruiti con una tecnica di fusione unica nel suo genere, praticata esclusivamente nei dintorni di Pompei. A causa dell'eruzione del 79 d.C., gli oggetti sono stati avvolti dalla nube piroclastica e successivamente trasformati in terreno solido. La materia organica, decomponendosi nel tempo, ha creato spazi vuoti nella terra, impronte che, una volta riempite di gesso, svelano le forme originali.
"La possibilità di fare calchi, cioè di riempire con il gesso i vuoti lasciati nella cinerite dello strato di cenere dell'eruzione del Vesuvio, ha permesso qui di ottenere quasi una fotografia di una stanza molto probabilmente abitata da servi, da schiavi", spiega Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.
La villa di Civita Giuliana è stata oggetto di attività di scavo negli anni 1907-1908.
Gli scavi successivi hanno avuto luogo nel 2017, dopo che le autorità di polizia sono venute a conoscenza di scavi non autorizzati e saccheggi nel sito.
Guardate il video qui per vedere da vicino l'antico quartiere degli schiavi.