Pompei: rinvenuti due nuovi scheletri, vittime del terremoto successivo all'eruzione del Vesuvio

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HANDOUT / Diritti d'autore PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI PRESS OFFICE / AFP
Di Redazione italiana
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Gli scheletri erano appartenenti a due uomini, che avevano cercato riparo dai crolli dovuti al terremoto immediatamente successivo all'eruzione del 79 d.C.

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A Pompei, gli archeologi hanno scoperto due nuovi scheletri, appartenenti ad uomini riversi su un lato, in un vano in cui si erano rifugiati per cercare riparo dai crolli dovuti al terremoto immediatamente successivo all'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Il rinvenimento è avvenuto presso il sito di scavo noto come Casti Amanti.

Secondo Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico, i due lavoravano in un'area non lussuosa di Pompei, forse coinvolti in progetti di costruzione con l'utilizzo di intonaco e anfore riempite d'acqua.

Zuchtriegel ha ricordato che l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. è durata ben 20 ore ed è stata accompagnata da potenti terremoti.

"Negli ultimi due secoli e mezzo - dice - sono state trovate più di 1.300 vittime e solo oggi abbiamo la possibilità di studiare l'esatta dinamica in cui sono morte, con la microstratigrafia (lo studio degli strati di materiale).

In questo caso, non è l'ultima fase dell'eruzione con l'arrivo dei flussi piroclastici e la cenere estremamente calda, ma il crollo: possiamo vedere pezzi di muro sulle vittime che hanno varie fratture,  risultato del peso dei frammenti lavici sui tetti e sui solai, provenienti dai terremoti che hanno accompagnato l'eruzione".

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