La Commissione europea contesta formalmente il decreto con cui il governo italiano ha imposto condizioni all’offerta di UniCredit su Banco Bpm. Roma ha 20 giorni per rispondere, poi la Commissione potrebbe ordinare la revoca immediata delle restrizioni
La Commissione europea è giunta alla conclusione che il Dpcm dello scorso aprile sull'esercizio del golden power nell'offerta pubblica di scambio (Ops) di Unicredit su Banco Bpm, "nella sua forma attuale, è incompatibile con l'articolo 21 del Regolamento Concentrazioni".
È quanto si legge nella lettera inviata da Bruxelles al governo italiano - pubblicata martedì sui siti del quotidiano La Repubblica e di Milano Finanza - con una valutazione preliminare sull'uso del golden power da parte di Roma nella vicenda.
Commissione Ue al governo italiano: 20 giorni lavorativi per presentare osservazioni
Secondo la lettera, il governo italiano ha ora 20 giorni lavorativi per rispondere alle obiezioni sollevate dalla Commissione. Se Roma non riuscirà a giustificare adeguatamente il ricorso al golden power, Bruxelles potrebbe ordinare di revocare senza indugio le condizioni imposte all’offerta di UniCredit su Banco Bpm.
Il governo italiano aveva fatto ricorso alla prerogativa del “golden power” per porre dei limiti all’operazione. Lo strumento consente infatti all'esecutivo di dettare specifiche condizioni all'acquisto di partecipazioni, di porre il veto all'adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all'acquisto di partecipazioni.
Tra le prescrizioni contestate da Bruxelles al governo Meloni, vi è l’obbligo imposto a UniCredit di cessare le proprie attività in Russia entro l’inizio del 2026, ad eccezione dei pagamenti verso società occidentali.
Inoltre, Bruxelles critica la richiesta italiana che UniCredit mantenga invariato per cinque anni il rapporto prestiti/depositi di Banco Bpm, sostenendo che ciò limiterebbe la libertà dell’istituto di allocare il proprio capitale.
La Commissione ricorda che la Banca centrale europea (Bce) è l’unica autorità competente per la vigilanza prudenziale delle banche di rilevanza sistemica nell’area euro, e che Francoforte ha già approvato l’operazione senza imporre condizioni.
Il documento sottolinea infine che le grandi fusioni societarie devono essere valutate a livello europeo per evitare che gli Stati membri adottino misure ingiustificate che possano frammentare il mercato unico.
L’esito della controversia potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della fusione tra UniCredit e Banco Bpm, due dei maggiori istituti bancari italiani, e rappresenta un importante test per l’applicazione del golden power in operazioni di rilevanza strategica nel settore finanziario.
Ue: nessuna risposta alle richieste di riunione fatte a Palazzo Chigi su Unicredit
A trapelare anche la mancata risposta della Presidenza del Consiglio dei ministri alle mail inviate dalla Commissione europea per organizzare una riunione telefonica sulle interlocuzioni sull'utilizzo del golden power su Unicredit-Banco Bpm.
"Il 18 marzo 2025 i servizi della Commissione hanno avuto una riunione telefonica con la Presidenza del Consiglio dei ministri per comprendere il suo processo investigativo e le possibili azioni che avrebbe potuto intraprendere in questo caso - si legge nel documento - La Commissione ha richiesto un ulteriore contatto telefonico con un messaggio di posta elettronica del 17 aprile, al fine di comprendere lo stato dell'indagine della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma non ha ricevuto alcuna risposta.
A seguito dell'adozione del Decreto, i servizi della Commissione hanno richiesto un ulteriore contatto telefonico con la Presidenza del Consiglio dei ministri con un messaggio di posta elettronica del 22 maggio, ma anche tale richiesta è rimasta senza risposta", concluda la lettera.
Pd-M5s-Più Europa chiedono che Giorgetti riferisca in Aula
"Il desaparecido Giorgetti venga in Aula" su quanto "sta accadendo in relazione alla figura barbina fatta dal governo con la bocciatura del Tar (parziale) e oggi della Commissione Ue sul golden power usato per ostacolare l'offerta pubblica di scambio Unicredit", ha detto nell'Aula della Camera il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova.
Gianmauro Dell'Olio del M5s ha puntato il dito contro il "ruolo del governo nel risiko bancario", "solo per favorire alcuni privati". La richiesta è stata condivisa anche dal gruppo Pd per voce di Bruno Tabacci: "Giorgetti venga a precisare in Parlamento l'uso disinvolto del golden power su vicenda Unicredit-Bpm, che appare così strumentale da mettere il governo in una situazione di totale conflitto di interesse".