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I nodi irrisolti dell'Ue prima delle elezioni

L'Unione europea ha una notevole lista di cose da fare prima delle elezioni del 2024.
L'Unione europea ha una notevole lista di cose da fare prima delle elezioni del 2024. Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Dopo un mese di pausa estiva, si rimette in moto la macchina dell'Unione europea: le istituzioni comunitarie hanno una lunga lista di temi da affrontare da qui all'appuntamento elettorale del 2024

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La rentrée di politici e funzionari è diversa dal solito, perché è l'ultima prima delleprossime elezioni del Parlamento europeo, in calendario tra il 6 e il 9 giugno 2024.

Ma prima di allora, è lunga la lista dei dossier da portare a termine o su cui compiere passi decisivi.

La promessa all'Ucraina

Dal mix energetico alla spesa per la difesa, le conseguenze della guerra in Ucraina hanno indotto un profondo ripensamento della maggior parte degli elementi della politica dell'Ue, con decisioni audaci inimmaginabili fino a poco tempo prima.

Una di queste è l'apertura all'ingresso dell'Ucraina: a giugno 2022 è stato concesso lo status di Paese candidato, ma ora Kiev si aspetta di dare seguito a questo passo.

La Commissione europea pubblicherà il suo rapporto sull'allargamento a ottobre, con una valutazione approfondita e dettagliata dei progressi dell'Ucraina nel suo percorso di adesione. I risultati saranno utilizzati dai capi di Stato e di governo dei Paesi Ue per capire se avviare colloqui formali di adesione o chiedere condizioni aggiuntive: una decisione da adottare all'unanimità.

Il Presidente Volodymyr Zelensky e i suoi deputati hanno insistito sul fatto che i negoziati dovrebbero iniziare entro la fine dell'anno: tempistica ambiziosa, che se non rispettata potrebbe irritare il governo di Kiev. Il momento decisivo, dunque, potrebbe essere il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre.

Per l'Ucraina, comunque, è pronto anche un nuovo piano da 20 miliardi di euro in sostegno militare, mentre preoccupa la disputa in corso sulle importazioni di cereali dal Paese, estreamamente controverse per alcuni Stati dell'Europa orientale.

Lo scontro con la Russia

Un'altra questione in sospeso relazionata con la guerra è il possibile utilizzo di beni di proprietà russa, sia pubblici che detenuti da privati cittadini, per finanziare la ricostruzione dell'Ucraina, che secondo le stime della Banca Mondiale costerà almeno 380 miliardi di euro.

Circa 200 miliardi di euro in asset della Banca centrale russa sono stati già congelati negli Stati dell'Ue, ma non possono essere confiscati in base al diritto internazionale.

Tra le ipotesi c'è allora Bruxelles un piano per reinvestire questi beni e incanalare i profitti  nella ricostruzione dell'Ucraina: la Commissione europea aveva promesso di svelare prima della pausa estiva una proposta, ma ha rimandato la decisione.

Probabilmente, perché la Banca Centrale Europea, gli esperti finanziari e gli studiosi di diritto hanno sollevato serie preoccupazioni sull'iniziativa, avvertendo che una decisione unilaterale di questa portata potrebbe innescare instabilità finanziaria e danneggiare la credibilità dell'euro.

Difficile comunque che Bruxelles inverta la rotta dopo tante promesse e dichiarazioni in merito: la proposta arriverà nei prossimi mesi, probabilmente prima di dicembre. Sul tavolo, intanto, resta l'idea di sanzionare in qualche modo idiamanti russi, che al momento possono affluire nei mercati europei come prima della guerra.

Jean-Christophe Bott/AP
The European Union, together with its G7 partners, has spent the last months trying to find a way to effectively sanction Russian diamonds.Jean-Christophe Bott/AP

L'aumento del budget comunitario

A giugno la Commissione europea ha proposto un'integrazione di 66 miliardi di euro al bilancio dell'Ue:  17 miliardi di euro in sovvenzioni per l'Ucraina (più 33 di prestiti), 15  per la gestione delle migrazioni, dieci miliardi di euro per finanziare le tecnologie strategiche tramite una nuova piattaforma detta Step (Strategic technologies for Europe Platform). Circa 19 sarebbero utilizzati per rimborsare gli interessi sul debito, tre per strumenti di flessibilità e quasi due per pagare gli stipendi dei funzionari comunitari, aumentati a causa dell'inflazione.

Se l'istituzione del cosiddetto "Fondo per l'Ucraina" ha raccolto ampio sostegno, l'ipotesi di sborsare quasi 50 miliardi di euro in più ha ricevuto una fredda accoglienza da parte dei governi europei. 

Le trattative sul bilancio si svolgeranno parallelamente a un altro dibattito economico cruciale: la riforma delle regole fiscali dell'Ue, sospese dall'inizio della pandemia da Covid19 e pronte a essere riattivate, se non saranno modificate, nel gennaio 2024.

La proposta presentata dalla Commissione mantiene le soglie del 3% nel rapporto tra deficit e prodotto interno lordo e del 60% per quello tra debito pubblico e Pil, ma introducendo maggiore flessibilità, in modo da aiutare gli Stati membri a sanare le proprie finanze in base alle specificità nazionali.

L'approccio della Commissione è stato accolto con favore da Paesi altamente indebitati come Francia, Italia e Spagna, ma ha sollevato i sospetti di Germania, Paesi Bassi e Danimarca, che vorrebbero garanzie più stringenti per ridurre i livelli di debito.

La questione migratoria

Il 2023 ha visto progressi senza precendti sul Pact on Migration, la profonda e complessa riforma della politica migratoria comunitaria.

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La svolta decisiva è arrivata a giugno, quando i ministri dell'Interno dell'Ue hanno raggiunto un accordosu un sistema di "solidarietà obbligatoria", volto a coinvolgere  tutti gli Stati membri nell'accoglienza dei richiedenti asilo. 

L'intesa ha aperto ai negoziati formali tra Consiglio e Parlamento europeo, chiamati ora a concordare i dettagli della complessa legislazione. L'obiettivo è istituire un sistema efficiente e collettivo di gestione dell'immigrazione prima del termine della legislatura nella primavera 2024.

Le difficoltà del Green Deal

Poco dopo essere diventata presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha presentato il Green Deal europeo, definendolo "l'allunaggio dell'Europa".

Ora questo piano eccezionalmente ambizioso per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 compie quattro anni a alcune delle sue proposte legislative sono state approvata da Parlamento europeo Stati membri: il divieto di vendita per le auto con motore a combustione dal 2035, una tassa sulle importazioni di prodotti realizzati con emissioni di CO2, obiettivi più stringenti sull'efficienza energetica e un piano da 300 miliardi di euro per affrancare l'Ue dalla dipendenza dai combustibili fossili russi.

Si è impennata la produzione delle energie rinnovabili: eolico e solare, insieme, hanno superato il gas nella produzione di elettricità per la prima volta nella storia dell'Unione

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Ma non sono mancati i contraccolpi per le politiche ambientali, come dimostra la controversa legge sul ripristino della natura, sopravvissuta a malapena a un voto combattuto al coltello nel Parlamento europeo.

Le prossime battaglie riguardano la revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili, la riforma del mercato dell'elettricità e a una strategia industriale per incrementare la produzione nazionale di tecnologie a zero emissioni. Su tutti questi dossier aleggia l'utilizzo dell'energia nucleare, a zero emissioni di CO2 ma non completamente pulita, su cui gli Stati europei sono divisi.

Mark Baker/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
The issue of real-time biometric identification is at the core of the negotiations of the Artificial Intelligence Act.Mark Baker/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

La regolamentazione dell'Ia

Negoziati in corso anche sull'Ai Act, il primo regolamento al mondo sull'intelligenza artificiale, che suddividerebbe i programmi di Ia in base ai loro potenziali rischi per la società, imponendo regole precise per prevenire violazioni dei diritti fondamentali, discriminazione, plagio, e diffusione di disinformazione.

Dalla sua presentazione nell'aprile del 2021, la legge è stata oggetto di un'intensa attività di lobbying e contrattazione politica, con migliaia di emendamenti al testo originale presentati dai parlamentari. L'improvvisa comparsa di chatbot, cioè software di generazione automatica di testo, ha cambiato le carte in tavola, rendendo quanto mai urgente un accordo entro la fine dell'anno.

Uno dei punti delicati riguarda l'identificazione biometrica in tempo reale negli spazi pubblici. Il Parlamento europeo vorrebbe vietare del tutto questa pratica, mentre gli Stati membri preferirebbero mantenere delle eccezioni per motivi di pubblica sicurezza.

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Oltre ai temi principali di discussione, restano in ballo da qui alle elezioni europee una legge sulle materie prime critiche, unasulla libertà dei media, l'istituzione di un organismo etico per combattere la corruzione nelle istituzioni comunitarie e il negoziato sull'accordo di libero scambio fraUe e Paesi del Mercosur. Per l'Unione europea, ci sarà da correre.

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