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L'ambasciatore Onu iraniano a Euronews: "L'Europa è in parte responsabile del conflitto Iran-Israele"

L'ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite a Ginevra parla con Sasha Vakulina di Euronews
L'ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite a Ginevra parla con Sasha Vakulina di Euronews Diritti d'autore  Euro
Diritti d'autore Euro
Di Sasha Vakulina & Gavin Blackburn
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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In un'intervista a Euronews, Ali Bahreini ha affermato che la diplomazia ha ancora una possibilità se Israele interrompe i suoi attacchi, ma ha anche avvertito che l'Iran prenderà di mira gli Stati Uniti se decideranno di entrare nel conflitto

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"Crediamo che la cosa minima che gli europei possano fare sia condannare esplicitamente Israele e interrompere il loro sostegno a Israele", ha dichiarato in un'intervista a Euronews Ali Bahreini, ambasciatore e rappresentante permanente dell'Iran alle Nazioni Unite a Ginevra.

Bahreini ha affermato che la riluttanza dell'Europa a condannare l'aggressione di Israele e la sua incapacità di mantenere a galla l'accordo nucleare (Jcpoa) hanno contribuito all'attuale intensificazione delle ostilità tra Iran e Israele, giunte ormai al settimo giorno.

"L'impunità concessa a Israele incoraggia questa entità a continuare a commettere nuovi crimini. E questa impunità è dovuta all'inazione degli europei, degli Stati Uniti e del Consiglio di Sicurezza dell'Onu", ha spiegato Bahreini.

"Chiediamo all'Europa di spingere Israele a fermare l'aggressione. L'Europa dovrebbe assumersi le proprie responsabilità per porre fine all'impunità di cui gode Israele. L'Europa dovrebbe smettere di aiutare o assistere Israele finanziariamente, militarmente o attraverso l'intelligence. E dovrebbe svolgere un ruolo forte nello spiegare agli Stati Uniti e a Israele che la tecnologia nucleare iraniana non è qualcosa che possono distruggere".

Bahreini ha detto che quelli che ha definito "fallimenti" dell'Europa saranno presentati ai ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito - noti collettivamente come E3 - durante i colloqui di venerdì a Ginevra. I ministri si riuniranno in Svizzera per discutere del programma nucleare iraniano, che è al centro dell'attuale conflitto con Israele.

Questa immagine satellitare fornita da Maxar mostra l'edificio del reattore ad acqua pesante di Arak dopo che Israele lo ha attaccato, 18 giugno 2025
Questa immagine satellitare fornita da Maxar mostra l'edificio del reattore ad acqua pesante di Arak dopo che Israele lo ha attaccato, 18 giugno 2025 AP Photo

Cessate il fuoco prima della diplomazia per un nuovo accordo sul nucleare

L'Iran è stato precedentemente oggetto di un accordo nucleare internazionale noto come Joint comprehensive plan of action (Jcpoa), che ha visto il Paese ricevere una riduzione delle sanzioni in cambio di limiti rigorosi alle sue attività nucleari.

Durante il suo primo mandato, nel 2018, il presidente Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal patto, definendolo "il peggior accordo mai negoziato" e imponendo nuove sanzioni all'Iran.

Da allora, gli altri firmatari dell'accordo hanno cercato di mantenere l'Iran in regola, ma Teheran considera l'accordo nullo e ha continuato con l'arricchimento dell'uranio, che ai livelli attuali è del 60 per cento.

Tecnicamente è ancora al di sotto dei livelli di arricchimento del 90 per cento, necessari per sviluppare un'arma nucleare, ma di gran lunga superiore al 3,67 per cento consentito dal Jcpoa.

L'Iran sostiene che il suo programma nucleare è pacifico e a scopo puramente civile. Tel Aviv, invece, sostiene che Teheran stia lavorando alla costruzione di un'arma nucleare, che potrebbe essere usata contro Israele.

Bahreini ha dichiarato a Euronews che c'è ancora uno spiraglio per la diplomazia per raggiungere un nuovo accordo sul nucleare, ma prima devono cessare gli scontri con Israele.

"Per il nostro popolo e per il nostro Paese, ora la prima priorità è fermare l'aggressione, fermare gli attacchi", ha dichiarato a Euronews.

"Personalmente non posso immaginare che al momento ci sia una forte probabilità di un'iniziativa diplomatica, perché per noi sarebbe inappropriato pensare o parlare in questo momento di qualsiasi cosa piuttosto che fermare gli aggressori", ha sottolineato Bahreini.

Il ruolo degli Stati Uniti

Parallelamente agli scambi quotidiani di missili e droni che hanno avuto luogo da venerdì scorso, il conflitto ha portato anche a un'escalation di parole, in particolare tra Trump e alcune figure di spicco dell'Iran.

Mercoledì i giornalisti hanno chiesto a Trump se intendesse far intervenire l'esercito statunitense nel conflitto per colpire l'Iran a fianco di Israele, Trump ha risposto: "Potrei farlo, potrei non farlo. Nessuno sa cosa farò".

Sebbene Trump abbia evitato di impegnarsi direttamente in un'azione militare, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha interpretato i suoi commenti come una dimostrazione di sostegno e, in un discorso televisivo tenuto mercoledì sera, ha ringraziato Trump per "essere al nostro fianco".

In questo contesto si è inserita la missione iraniana presso le Nazioni Unite, che ha dichiarato che nessun funzionario del Paese si sarebbe "prostrato alle porte della Casa Bianca" per raggiungere un accordo nucleare con gli Stati Uniti.

Bahreini ha detto che per lui è chiaro che "gli Stati Uniti sono complici di ciò che Israele sta facendo ora".

Soldati israeliani setacciano le macerie degli edifici residenziali distrutti da un attacco missilistico iraniano a Bat Yam, Israele, 15 giugno 2025
Soldati israeliani setacciano le macerie degli edifici residenziali distrutti da un attacco missilistico iraniano a Bat Yam, Israele, 15 giugno 2025 AP Photo

L'ambasciatore Onu ha ribadito che l'Iran risponderà con molta fermezza se gli Stati Uniti "oltrepasseranno le linee rosse" e ha affermato che non sono stati esclusi attacchi al Paese. "Le nostre forze militari stanno monitorando la situazione. Spetta a loro decidere come reagire", ha dichiarato.

"Quello che posso dirvi con certezza è che le nostre forze militari hanno un forte dominio sulla situazione, hanno una valutazione e un calcolo molto precisi sui movimenti degli Stati Uniti. E sanno dove gli Stati Uniti dovrebbero essere attaccati", ha avvertito Bahreini.

Nessun sostegno dai gruppi armati sostenuti dall'Iran

Ha anche affermato che l'Iran non ha richiesto alcun sostegno internazionale e si sta proteggendo autonomamente.

L'Iran finanzia una serie di gruppi militanti in tutta la regione, tra cui Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen, e sebbene tutti abbiano scopi e obiettivi diversi, spesso l'ideologia che li accomuna è la loro posizione anti-Israele.

Quando la settimana scorsa sono scoppiati i combattimenti con Israele, si temeva che l'Iran potesse chiedere a questi gruppi di farsi avanti e combattere al suo fianco, in cambio dei finanziamenti e dell'addestramento che hanno ricevuto da Teheran.

Finora, ciò non è accaduto.

"In questa fase, siamo fiduciosi di poter sconfiggere Israele in modo indipendente e di poter fermare l'aggressione senza bisogno di alcuna richiesta di aiuto da parte di nessuno", ha spiegato Bahreini.

"Personalmente credo che Israele non sia un'entità con cui si possa negoziare. La cosa che dobbiamo fare è fermare l'aggressione e dobbiamo dimostrare a Israele che non può oltrepassare certe linee rosse con l'Iran".

"Israele è abituato a commettere crimini e noi pensiamo di doverlo fermare da qualche parte. Dobbiamo dire a Israele che c'è una linea rossa", ha concluso.

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