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Elon Musk si pente degli attacchi a Trump su X: "Alcuni post sono andati troppo oltre"

Il Presidente Donald Trump parla durante una conferenza stampa con Elon Musk nello Studio Ovale della Casa Bianca, venerdì 30 maggio 2025, a Washington.
Il Presidente Donald Trump parla durante una conferenza stampa con Elon Musk nello Studio Ovale della Casa Bianca, venerdì 30 maggio 2025, a Washington. Diritti d'autore  Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Tamsin Paternoster
Pubblicato il
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Dopo una settimana di scontri online con Donald Trump, Elon Musk fa marcia indietro su X e ammette di aver esagerato. I due erano stati alleati durante la campagna per la rielezione

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Elon Musk ha fatto un parziale dietrofront dopo le aspre critiche rivolte al presidente degli Stati Uniti Donald Trump la scorsa settimana. In un post pubblicato mercoledì sulla sua piattaforma X, l’imprenditore ha scritto: "Mi pento di alcuni miei post sul presidente @realDonaldTrump. Sono andati troppo oltre".

Musk non ha specificato a quali messaggi si riferisse, ma il tono è sembrato nettamente più distensivo rispetto agli attacchi dei giorni precedenti.

La tensione tra i due era esplosa dopo che Musk aveva definito "un abominio disgustoso" la "grande e bella legge" promossa da Trump, contenente nuove agevolazioni fiscali e tagli alla spesa pubblica. In una raffica di post su X, il fondatore di Tesla e SpaceX aveva inoltre attaccato i dazi commerciali voluti da Trump, sostenendo che avrebbero potuto condurre il Paese verso una recessione. Musk era arrivato a invocare l’impeachment del presidente e ad accennare, senza prove, a presunti legami con Jeffrey Epstein, affermazioni poi smentite dalla Casa Bianca.

Musk ha successivamente rimosso alcuni di quei post, compreso quello sull’impeachment. La reazione di Trump non si è fatta attendere: "Ha perso la testa", ha detto il presidente, aggiungendo che avrebbe potuto revocare i contratti federali con SpaceX e Tesla come misura per contenere la spesa pubblica.

Tuttavia, ha poi chiarito ai giornalisti che non intende interrompere la collaborazione con Starlink, la rete di internet satellitare controllata da Musk. In tono ironico, ha anche detto che "potrebbe rimuovere una Tesla rossa" acquistata da Musk e attualmente parcheggiata alla Casa Bianca.

Il rapporto tra i due era stato idilliaco ed è diventato conflittuale. Durante la campagna per la rielezione nel 2024, Musk ha sostenuto Trump con una donazione di circa 277 milioni di dollari, diventando il principale finanziatore del suo super PAC, orientato alla mobilitazione degli elettori negli Stati chiave.

Dopo la vittoria elettorale, Musk è stato nominato a capo del neonato Department of Government Efficiency (Doge), un ufficio voluto da Trump per razionalizzare la spesa pubblica e aumentare l’efficienza delle agenzie federali. Il mese scorso, però, Musk ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo, spiegando di voler tornare a tempo pieno alle sue attività imprenditoriali. Ha inoltre espresso frustrazione per la scarsa reattività della burocrazia nei confronti delle sue proposte di riduzione dei costi.

La recente escalation verbale tra Musk e Trump ha messo in luce le fragilità di un'alleanza politica e personale che fino a poco tempo fa sembrava strategica per entrambi. Resta da vedere se il messaggio di pentimento pubblicato su X sarà sufficiente a ricucire lo strappo.

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