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Dazi: la Cina risponde a Trump e giura di "combattere fino alla fine"

Le bandiere nazionali di Cina e Stati Uniti sono esposte all'esterno di un negozio di souvenir a Pechino, 31 gennaio 2025
Le bandiere nazionali di Cina e Stati Uniti sono esposte all'esterno di un negozio di souvenir a Pechino, 31 gennaio 2025 Diritti d'autore  AP Photo/Andy Wong
Diritti d'autore AP Photo/Andy Wong
Di Tamsin Paternoster
Pubblicato il
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato una guerra commerciale contro la Cina, oltre che contro il Messico e il Canada. Raddoppiate al 20 per cento le tariffe doganali imposte il mese scorso sui prodotti di Pechino

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L'ambasciata cinese negli Stati Uniti ha ribadito mercoledì la promessa di Pechino di "combattere fino alla fine" contro i dazi al 20 per cento, imposti dal presidente statunitense Donald Trump ai prodotti del Paese asiatico.

Durante un lungo discorso di fronte al Congresso, Trump ha annunciato di aver raddoppiato le imposte doganali del 10 per cento del mese scorso.

"Se gli Stati Uniti vogliono la guerra, che sia tariffaria, commerciale o di qualsiasi altro tipo, siamo pronti a combatterla fino alla fine", ha dichiarato l'ambasciata cinese su X, citando il ministero degli Esteri del Paese asiatico.

Il tweet dell'ambasciata cinese negli Usa

Nello stesso post, hanno anche sottolineato come una collaborazione fra Cina e Stati Uniti sarebbe l'approccio migliore per risolvere il problema del Paese nordamericano col fentanyl.

Le contromosse della Cina ai dazi di Trump

Pechino ha reagito imponendo dazi fino al 15 per cento su un'ampia gamma di prodotti agricoli statunitensi, tra cui pollo, maiale, soia e manzo.

Ha inoltre inserito altre dieci aziende statunitensi nella sua lista di entità inaffidabili. In questo modo, impedirà loro di compiere attività di import-export con il Paese e di effettuare nuovi investimenti.

"L'intimidazione non ci spaventa. Il bullismo non funziona con noi. Le pressioni, la coercizione o le minacce non sono il modo giusto di trattare con la Cina", ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri.

I dazi cinesi entreranno in vigore lunedì prossimo, mentre l'aumento di quelli di Trump sarà effettivo martedì.

Le accuse alla Cina per il traffico di fentanyl

Pechino ha anche ribattuto all'affermazione di Trump, che da tempo sostiene che il possibile coinvolgimento del Paese asiatico nella crisi del fentanyl sia la ragione dell'aumento dei dazi.

Washington ha accusato le aziende di rifornire i gruppi di precursori chimici funzionali alla produzione della potente droga, all'origine di un enorme numero di overdose da oppiacei negli Stati Uniti.

Pechino ha risposto dicendo che la crisi del fentanyl fosse una "scusa pretestuosa per aumentare le tariffe sulle importazioni cinesi".

"Gli Stati Uniti sono responsabili della crisi all'interno dei loro confini", ha dichiarato il ministero degli Esteri. Il dicastero aggiunge inoltre di aver adottato "misure solide" per assistere Washington nel contrastare questo problema.

"Ci hanno punito per averli aiutati", ha detto Pechino.

Dazi, non solo Cina: anche Canada e Messico sul piede di guerra

Martedì Trump ha coinvolto nella guerra commerciale anche Canada e Messico, i due maggiori partner commerciali degli Stati Uniti insieme alla Cina, imponendo dazi del 25 per cento sulle importazioni dei due Paesi.

"Dovrete continuare a fare i conti con me, e (la situazione) non può che migliorare (per noi)", ha detto il presidente degli Stati Uniti al Congresso.

Sia il primo ministro canadese Justin Trudeau che la presidente messicana Claudia Sheinbaum hanno annunciato che i loro Paesi risponderanno adeguatamente.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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