Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di voler procedere con i dazi previsti su Canada, Messico e Cina. La sua conferma ha provocato un enorme crollo dei mercati azionari statunitensi
I mercati azionari globali sono crollati dopo l'annuncio di Donald Trump di voler procedere con dazi del 25 per cento su Canada e Messico, oltre a tasse aggiuntive del 10 per cento sulle importazioni cinesi.
Sia il Canada che la Cina hanno risposto con misure di ritorsione, che fanno crescere i timori di un'escalation della guerra commerciale globale.
Le risposte di Canada e Cina
Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato che il Canada imporrà tariffe del 25 per cento su 155 miliardi di dollari canadesi (102,1 miliardi di euro) di merci statunitensi. Dazi sulle importazioni per 30 miliardi di dollari canadesi (19,8 miliardi di euro) entreranno in vigore martedì e il restante tra 21 giorni.
"Le nostre tariffe rimarranno in vigore fino a quando l'azione commerciale degli Stati Uniti non sarà ritirata e, nel caso in cui le tariffe statunitensi non dovessero cessare, stiamo discutendo attivamente e costantemente con le province e i territori per perseguire diverse misure non tariffarie", ha dichiarato Trudeau in un comunicato.
La Cina, intanto, ha annunciato che imporrà ulteriori tariffe fino al 15 per cento sulle importazioni di prodotti alimentari chiave degli Stati Uniti, tra cui pollo, maiale, soia e manzo, e limiterà ulteriormente gli affari con le aziende statunitensi.
Il Ministero del Commercio cinese aveva rilasciato una precedente dichiarazione in cui affermava che Pechino era "fortemente insoddisfatta" delle tariffe statunitensi e che avrebbe "adottato contromisure per salvaguardare i propri diritti e interessi".
A febbraio la Cina ha già imposto un dazio del 15 per cento sul carbone e sul gas naturale liquefatto (Gnl) provenienti dagli Stati Uniti e un dazio del 10 per cento sul greggio americano, sulle attrezzature agricole e su alcuni veicoli, come risposta a un dazio del 10 per cento imposto dall'amministrazione Trump sulle importazioni cinesi.
Il mese scorso Trump ha anche firmato un memorandum in cui si dà ordine alla Commissione per gli investimenti esteri di limitare gli investimenti cinesi negli Stati Uniti.
Mercati europei in rialzo
Il sentimento di avversione al rischio ha dominato l'andamento dei mercati globali, facendo scendere bruscamente i mercati azionari statunitensi.
L'indice tecnologico Nasdaq è crollato del 2,6 per cento , cancellando tutti i guadagni ottenuti dopo la vittoria di Trump alle elezioni.
Il dollaro Usa si è indebolito rispetto alla maggior parte delle altre valute principali a causa del crollo dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi.
Tuttavia, il dollaro canadese e il peso messicano hanno subito un forte calo rispetto al dollaro americano.
I titoli di Stato statunitensi, o Treasuries, sono considerati beni rifugio e i prezzi delle obbligazioni si muovono inversamente ai rendimenti. Altri beni rifugio, come l'oro e lo yen giapponese, hanno registrato forti guadagni.
In contrasto con i cali dei mercati azionari statunitensi, le azioni europee hanno continuato il loro rally da record, con l'indice Euro Stoxx 600 e il Dax tedesco che hanno toccato nuovi massimi lunedì.
I titoli della difesa hanno registrato un'impennata, favorendo il settore industriale del blocco. Le azioni di Rheinmetall AG sono salite del 13,7 per cento , quelle di Airbus del 5,9 per cento e quelle di Byyer Ag del 5,7 per cento dopo che il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha incontrato a Londra il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Starmer si è impegnato a lavorare con l'Ucraina su una strategia per porre fine alla guerra, aumentando la probabilità di un aumento della spesa militare in Europa.
Gli indici europei come lo Stoxx 600, il Dax e il Cac 40 hanno comunque registrato martedì mattina cali marginali.
Rialzo dell'euro e dei rendimenti obbligazionari
L'euro, invece, si è rafforzato all'inizio della settimana, mentre la maggior parte dei rendimenti dei titoli di Stato europei è aumentata in seguito ai dati sull'inflazione di febbraio, più caldi del previsto, complicando le prospettive della Banca centrale europea di tagli aggressivi dei tassi.
Ll rendimento del Bund tedesco a 10 anni lunedì è salito di 10 punti base, a fronte di un calo di 9 punti base del Treasury statunitense a 10 anni. La coppia Eur/Usd è salita di quasi 1 centesimo, superando quota 1,0480.
Il Bitcoin è sceso a poco meno di 84mila dollari (80.100 euro) alle 07:20 Cet di martedì, rispetto al massimo di lunedì sopra i 94mila dollari (89.600 euro), rispecchiando l'ampio sell-off delle azioni tecnologiche.
Il token digitale più grande al mondo ha registrato un'impennata di breve durata dopo che Trump ha postato sul suo social Truth che avrebbe "portato avanti una riserva strategica per le criptovalute" e "fatto in modo che gli Stati Uniti fossero la capitale mondiale delle criptovalute".