Il figlio del presidente, 54 anni, è stato condannato per l'acquisto e il possesso di una pistola senza dichiarare di essere tossicodipendente. "Deluso dall'esito, ma grato per l'amore della famiglia" ha detto Hunter Biden
Hunter Biden è stato dichiarato colpevole martedì in Delaware per tre imputazioni legate all'acquisto e al possesso di un'arma da fuoco nel 2018 effettuato senza dichiarare la propria tossicodipendenza.
Una giudice di Wilmington non ha fissato la data in cui verrà annunciata la sentenza che, per i tre capi d'accusa (falsa dichiarazione, acquisto illegale e possesso della pistola nonostante l'uso di droga che è un reato federale), potrebbe arrivare a un totale di 25 anni di reclusione e 750 mila dollari di multa.
Il figlio del presidente degli Stati Uniti, 54 anni, dipendente per anni dal crack e all'epoca in una relazione con la cognata (la moglie del fratello Beau, morto di cancro nel 2015), si è detto "deluso dall'esito" del processo, per cui il suo legale farà appello, ma "più che grato per l'amore e il sostegno della famiglia".
Il presidente Usa Biden: "Io e Jill continuiamo ad amare e sostenere nosto figlio"
Joe Biden ha commentato il verdetto affermando in una nota di "rispettare il processo", dopo avere già escluso in passato di usare la prerogativa della grazia per il figlio, che a settempre sarà ancora in tribunale in California per frode fiscale.
ll caso si è trascinato a lungo e in parallelo con le vicende giudiziare di Donald Trump che non ha mancato di attaccare sulla questione il suo prossimo rivale alla presidenziali di novembre.
In realtà gli avvocati di Biden avevano raggiunto un accordo con l’accusa: dichiararsi colpevole delle accuse in California per evitare il processo nel Delaware nel pieno della campagna elettorale del padre.
Hunter Biden (che porta il nome della madre, la prima moglie di Joe deceduta in un incidente stradale nel 1972 insieme con una figlia della coppia) rifiutò la transazione, che prevedeva due anni di libertà condizionata, sotto pressione dei repubblicani che sostenevano stesse ottenendo un trattamento preferenziale.