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Guerra a Gaza: appoggio internazionale al piano per il cessate il fuoco annunciato da Biden

Joe Biden
Joe Biden Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Euronews
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Dall'Unione europea e anche dal Canada arriva l'appoggio al piano annunciato da Joe Biden per la fine delle ostilità a Gaza. Aperture anche da parte di Hamas. Nella striscia si combatte ancora: oltre cento i morti negli ultimi tre giorni

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L'annuncio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di una possibile tregua a Gaza ha dato il via di nuovo alla macchina diplomatica per la fine delle ostilità nella Striscia. La proposta di Israele annunciata dal capo di Stato Usa prevede tre fasi: un cessate il fuoco con il ritiro delle truppe di Israele, poi la fine delle ostilità ostilità "in base alle negoziazioni che avverranno nella fase uno" e, infine, un importante piano di ricostruzione di Gaza.

"Questo è il momento che Hamas venga al tavolo dei negoziati e accetti l'accordo", ha detto il presidente statunitense aggiungendo che aumenteranno anche gli aiuti umanitari.

In occasione di un evento del Mese del Patrimonio Ebraico Americano alla Casa Bianca, Biden ha anche spiegato che la sua amministrazione respinge la richiesta della Corte penale internazionale di mandati di arresto contro i leader israeliani, affermando che non vi è “alcuna equivalenza tra Israele e Hamas”. “Quello che sta accadendo non è un genocidio. Lo rifiutiamo e saremo sempre al fianco di Israele e delle minacce alla sua sicurezza", ha detto venerdì.

Hamas apre alla proposta di Israele

Hamas ha dato un primo segnale di apertura alla proposta annunciata da Biden. Il movimento islamista ha detto di "considerare positivamente" le fasi illustrate dal presidente Usa. Nel frattempo il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha avviato nuovi colloqui con i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania e Turchia per discutere della proposta. "Abbiamo la possibilità di porre fine alla guerra a Gaza, riportare a casa gli ostaggi e alleviare le sofferenze del popolo palestinese con l’accordo di cessate il fuoco che è sul tavolo", ha scritto Blinken su X.

Risposte positive all'accordo per il cessate il fuoco

Anche a Bruxelles si è registrata una risposta positiva all'accordo per il cessate il fuoco. Il capo della diplomazia Ue Josep Borrell ha scritto su X di sostenere gli sforzi per “un cessate il fuoco duraturo e il rilascio degli ostaggi che porti a una cessazione permanente delle ostilità”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto poi di essere “pienamente” d'accordo con la proposta, definendola “equilibrata e realistica”.

Il primo ministro Justin Trudeau ha detto che la proposta di cessate il fuoco avanzata dal Biden è un'opportunità di pace che "tutte le parti devono cogliere". Secondo Trudeau l'accordo potrebbe "porre fine alle sofferenze" ed è un'opportunità per “tornare a un percorso di pace". "Il Canada ha chiesto un cessate il fuoco immediato, un aumento urgente dell'assistenza umanitaria senza ostacoli e il rilascio di tutti gli ostaggi", ha aggiunto. L'appoggio alla proposta è poi arrivato nella giornata di sabato anche da parte del presidente francese Emmanuel Macron e dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.

Combattimenti nella Striscia e in Cisgiordania: oltre cento morti in tre giorni

Continuano però i combattimenti e gli attacchi di Israele nelle Striscia e in Cisgiordania. Tra mercoledì e venerdì pomeriggio, altre 113 persone palestinesi sono state uccise nella Striscia di Gaza dalle forze israeliane e 637 sono state ferite, secondo l'ultimo rapporto sulla situazione delle Nazioni Unite. Tre uomini palestinesi sono stati colpiti e feriti venerdì dalle forze israeliane durante un raid militare nel campo profughi di Balata, situato a est di Nablus, nella Cisgiordania occupata. L'agenzia di stampa Wafa ha citato un portavoce della Società della Mezzaluna Rossa Palestinese, secondo cui i tre hanno riportato ferite da proiettile e da schegge, anche ai piedi, al petto e alla testa.

Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) solo 14 ospedali parzialmente funzionanti e con carenze critiche, sui 36 originari del territorio palestinese prima dell'inizio della guerra. L'Ocha ha fatto sapere poi che Medici senza frontiere ha dovuto chiudere giovedì un centro di assistenza primaria nell'area di al-Mawasi a Rafah.

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