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Arrestato in Italia il boss della mafia turca Baris Boyun accusato di terrorismo

Una persona che viene arrestata
Una persona che viene arrestata Diritti d'autore Canva
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Di Greta Ruffino
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In un'operazione che ha portato a 18 arresti, incluso il boss della mafia più ricercato in Turchia, residente in Italia, è stata smantellata una rete criminale di rilievo. Stando alle intercettazioni il boss e i suoi complici stavano pianificando azioni criminali contro in Turchia e in Europa

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In un'operazione congiunta di forze dell'ordine italiane e Interpol, è stato eseguito l'arresto di 18 persone di origine turca, residenti in Italia, Svizzera, Germania e Turchia. 

L'intervento di questo mercoledìha smantellato una rete criminale guidata da Baris Boyun, il presunto capo della mafia turca e uno dei più ricercati dalle autorità di Ankara. Le accuse a loro carico includono banda armata con finalità di terrorismo, attentato terroristico e omicidio.

Boyun 39 anni, di etnia curda, agli arresti domiciliari dapprima a Crotone dal 2 febbraio dove avrebbe subito un attentato, in marzo con due killer che avrebbero fatto irruzione nel suo palazzoe sparato contro la sua porta d'ingresso. Da Crotone, Boyun era stata poi trasferito nel Viterbese, dove è stato di nuovo arrestato questo mercoledi' 22 maggio.

Nell'agosto del 2022, il boss era stato arrestato a Rimini in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità turche con l'accusa di omicidio, minacce, lesioni personali, associazione a delinquere e violazione della legge sul possesso di armi.

Ma la richiesta di estradizione era stata respinta prima dalla corte d'appello di Bologna e poi, lo scorso 14 giugno, dalla Corte di Cassazione.

Lo stesso Boyun aveva tuttavia respinto con forza tali accuse, affermando di essere un perseguitato politico di origine curda e di aver già richiesto asilo politico in Italia. 

L' inizio dell' indagine: cosi la rete di Boyun operava in Europa

L'indagine era partita nell'ottobre 2023, dopo che tre membri dell'organizzazione erano stati arrestati mentre tentavano di entrare in Svizzera.

Boyun, nonostante fosse agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, continuava a gestire e coordinare la sua rete criminale dall'Italia, operante in tutta Europa.

Le attività illecite comprendevano l'organizzazione del traffico di migranti lungo la rotta balcanica, l'imposizione ai suoi affiliati di commettere reati, inclusi atti terroristici in Europa, in particolare a Berlino. Inoltre avrebbe dato ordine di uccidere  un connazionale lo scorso 10 marzo.

Le intercettazioni: il boss minacciava di usare 'razzi e bombe' e radere 'al suolo tutto'

"Razzi, bombe, tutto…D'ora in poi non mi fermerò, che tutti stiano attenti ormai…d'ora in poi che tutti escano dai propri luoghi di lavoro, che escano dalle loro fabbriche, raderò al suolo tutto."

Questa è solo una delle diverse intercettazioni fatte al boss. Durante questa telefonata con la moglie, anche lei tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, si fa riferimento al fallito attentatoalla fabbrica non molto distante da Istanbul, legata al gruppo rivale noto come Saralar.

Altre intercettazioni mostrerebbero minacce di violenza e azioni criminali pianificate dal boss e dalla sua rete criminale, con l'uso di razzi, bombe e azioni violente per attaccare obiettivi in Turchia e in Europa, come fabbriche e ristoranti. Vi è anche menzione della sostituzione del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) con una nuova organizzazione (per avviare una rivoluzione ) e destabilizzare il governo turco con l'obiettivo di creare un ruolo di potere alternativo.

Pare che siano state proprio delle intercettazioni a rendere possibile questa ultima operazione; una microspia inserita nel braccialetto elettronico, oltre alle cimici piazzate in casa, facevano in modo di tracciare i movimenti di Boyun 24 ore su 24.

L'operazione, ancora in corso, sta coinvolgendo centinaia di agenti di polizia sia in Svizzera che in Italia, tra cui personale della Squadra Mobile di Como, dello SCO di Roma, della Sezione Investigativa SCO di Milano e di Brescia, delle Squadre Mobili di Catania, Crotone, Verona e Viterbo.

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