I funzionari di 36 Paesi, tra cui l'Italia, le agenzie delle Nazioni Unite e altre entità si sono riunite a Nicosia per continuare a coordinarsi sull'operatività di Amaltheia, il corridoio marittimo umanitario inaugurato la scorsa settimana con la consegna di 200 tonnellate di prodotti alimentari
I funzionari di 36 Paesi, tra cui anche l'Italia, le agenzie delle Nazioni Unite e altre entità sono riunite a Nicosia, la capitale di Cipro, per discutere del coordinamentonecessario per l'operatività del corridoio marittimo umanitario che collega l'isola alla Striscia di Gaza, inaugurato la scorsa settimana.
Attraverso Amaltheia, il primo corridoio ad aggirare il blocco navale di Israele su Gaza, ha permesso l'arrivo sulle coste dell'enclavepalestinese, lo scorso 15 marzo, di duecento tonnellate di prodotti alimentari a bordo di una nave della ong spagnola Open arms.Nei prossimi giorni dovrebbero partire altre due imbarcazioni, condizioni meteorologiche permettendo.
Sulla Striscia continuano a essere paracadutati gli aiuti umanitari, ma il carico di rifornimenti non è nemmeno lontanamente sufficiente a fronteggiare la sempre più grave crisi alimentare che sta colpendo la popolazione di Gaza.
Il corridoio marittimo umanitario Amaltheia verso la piena operatività
Alla riunione partecipano Sigrid Kaag, senior coordinator delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza, e Curtis Ried, capo dello staff del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
"Stiamo discutendo su come aumentare la capacità operativa sia in termini di partenze e di mezzi di trasporto, che in relazione alla metodologia di accoglienza e distribuzione", ha detto il ministro degli Esteri di Cipro, Constantinos Kombos.
Alla domanda su quante navi potrebbero partire da Cipro con gli aiuti, una volta che l'iniziativa sarà a pieno regime, Kombos ha sottolineato: "Il maggior numero possibile, tenuta in considerazione la nostra capacità operativa. Dobbiamo ricordare che ci sono limitazioni in termini di ricezione e distribuzione, e il punto non è solo accumulare aiuti qui e aspettare che vadano a Gaza".
I delegati dovrebbero discutere anche in merito alla creazione di un fondo per coordinare le attività operative dell'iniziativa, ha detto Kombos, anche se ha chiarito che non si tratta di una "conferenza dei donatori".
Intanto questo giovedì il segretario di Stato statunitense Antony Blinken è arrivato al Cairo, in Egitto, nel tentativo di aumentare le consegne di aiuti umanitari a Gaza, negoziare un cessate il fuoco e raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani. Blinken farà tappa anche a Jeddah, in Arabia Saudita, prima di recarsi in Israele venerdì.