La terza bozza del global stocktake pubblicata alla Cop28 di Dubai mostra ancora un mondo nettamente diviso, in particolare sulla questione della transizione energetica
Quando mancano meno di quattro giorni alla fine della ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop28 in pieno svolgimento a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, è stata pubblicata la terza bozza di decisione finale. Si tratta di un documento più corposo rispetto a quello diffuso nella giornata di martedì 5 dicembre, e che presenta un maggior numero di opzioni sulle principali questioni oggetto dei negoziati.
Nella terza bozza di accordo alla Cop28 ancora presenti le opzioni "no text"
Se da un lato appaiono inserite le proposte di alcuni gruppi di Paesi minoritari, permangono tutte le incertezze che erano già presenti nella seconda bozza. Ciascuno dei temi più importanti importanti, a partire dalla sorte dei combustibili fossili, presenta infatti, tra le varie opzioni, anche quella indicata come “no text”, ovvero la possibilità di non trattare in alcun modo la questione. Che rappresenterebbe, di fatto, un fallimento per la conferenza.
Il tempo, dunque, stringe. E il mondo resta ancora nettamente diviso sulle fonti fossili, nonostante la scienza da decenni spieghi che non c’è modo di limitare l'aumento della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali senza stabilire una road map che porti ad affrancarci il prima possibile da carbone, petrolio e gas.
Una task force composta da ministri per tentare di facilitare il dialogo
Di fronte a tale situazione, il presidente della Cop28, Sultan al-Jaber, ha deciso di creare una sorta di task force, composta da coppie di ministri incaricati di tentare di facilitare il dialogo tra i governi. A guidare le consultazioni sul global stocktake, il principale documento atteso dalla conferenza di Dubai, saranno in particolare i ministri di Danimarca e Sudafrica.