Nuove manifestazioni davanti alla base militare francese stanziata nella capitale del Niger. Sale la tensione dopo che la giunta golpista, che ora governa il Paese, ha minacciato di revocare l'immunità diplomatica all'ambasciatore di Parigi
Cresce la pressione sull'esercito francese stanziato in Niger. Migliaia di persone si sono radunate il 2 settembre scorso nella capitale del Paese, Niamey, per chiedere alla Francia, ex dominatrice coloniale, di ritirare le proprie truppe, come richiesto dalla giunta che ha preso il potere a luglio.
I manifestanti si sono riuniti nei pressi di una base che ospita circa 1500 soldati francesi, in seguito a un appello lanciato da diverse organizzazioni della società civile, ostili alla presenza militare francese nel Paese dell'Africa occidentale.
I manifestanti hanno esposto striscioni che recitavano: "L'esercito francese lasci il nostro Paese".
Il regime militare nigerino ha lanciato una nuova strigliata verbale alla Francia il 1 settembre scorso, accusando Parigi di voler interferire nel sostenere il deposto presidente Mohamed Bazoum, alleato della Francia, che è stato arrestato il 26 luglio dai membri della sua guardia.
Le relazioni del Niger con la Francia sono rapidamente precipitate dopo che Parigi ha preso le difese di Bazoum. Il 3 agosto, il regime ha annunciato la rottamazione degli accordi militari con la Francia, una mossa che Parigi ha ignorato.
Il sit-in di protesta è stato organizzato da M62, una coalizione di gruppi della società civile contrari alla presenza dell'esercito francese in Niger. Su un cartello la scritta: "La Francia è una sanguisuga che succhia il sangue dei nigerini". La giunta militare ha colto l'occasione offerta dalle manifestazioni per inviare altri soldati davanti alla base francese, con il probabile intento di aumentare la pressione su Parigi.
"Revocheremo l'immunità diplomatica a Itté"
La giunta militare ha annunciato l'immediata espulsione dell'ambasciatore francese Sylvain Itté e aggiungendo che gli verrà revocata l'immunità diplomatica. Secondo la giunta la sua presenza costituirebbe una minaccia per l'ordine pubblico.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha però affermato che Itté è rimasto nel Paese anche dopo la scadenza dell'ultimatum di 48 ore che aveva ricevuto nella giornata del 1 settembre.
L’articolo 22 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961 stabilisce che i locali dell’ambasciata sono “inviolabili” e che gli agenti dello Stato ospitante “non possono entrarvi, se non con il consenso del capo della missione”. Lo Stato Maggiore francese ha avvertito che si tiene pronto a rispondere a ogni azione volta a danneggiare le basi militari e le sedi diplomatiche in Niger.
Dall'Ecowas intanto arriva la proposta di una transizione della durata di 9 mesi ma le sanzioni non saranno allentate in assenza di segnali positivi. Il regime di Niamey ha infatti rifiutato di sedersi a qualunque tavolo di negoziazione al momento.